La Fondazione Cima si sposterà sulla Fortezza del Priamar e al centro sarà posta l'attenzione sui cambiamenti climatici.
La manifestazione d’intenti sulla destinazione e l’utilizzo di spazi "in favore dell'ente di ricerca senza scopo di lucro e di interesse generale del Paese con progetti aperti e consulenze in tutto il mondo all'interno dello storico edificio monumentale, indicato nel dossier di candidatura come luogo altamente simbolico per quanto riguarda i temi dell’ambiente, della protezione civile e dei cambiamenti climatici sia su scala locale sia su scala mondiale, era stata firmata in Comune a Savona lo scorso febbraio dal sindaco Marco Russo e dal presidente della Fondazione Luca Ferraris.
Entro giugno spazio alla predisposizione del progetto preliminare e del Piano Economico Finanziario per poi avere così, entro luglio, l’accordo definitivo per l’attuazione del Progetto. Dopodiché l'avvio delle opere è previsto per marzo 2026 fino ad arrivare al trasferimento dell'ente di ricerca entro dicembre 2026.
A distanza di due mesi abbiamo proprio chiesto aggiornamenti al presidente della Fondazione che attualmente è presente al Campus di Savona.
"Noi stiamo procedendo nella progettazione dello spostamento insieme al Comune di Savona qui al Priamar. Il nostro obiettivo è quello di arrivare a fine 2026 con la Fondazione Cima presente qui e ci sono tutta una serie di passi, anche di attività progettuali che stiamo facendo ma soprattutto in questa fase stiamo cercando di coinvolgere il territorio in questa iniziativa perché non vuole essere solo lo spostamento tout court ma vuole essere un'iniziativa più ampia che coinvolga la cittadinanza, le imprese, un po' tutti i portatori di interesse che sono qua presenti nella nella provincia di Savona in modo tale che veramente il Priamar possa diventare un luogo dove si possa parlare di cambiamenti climatici, dove si possa parlare di opportunità, insomma un luogo aperto un po' a tutti e anche in questo percorso stiamo appunto mettendo in campo una serie di iniziative che faremo anche quest'estate".
"Avremo una serata con Giovanni Soldini (il noto velista. ndr) e parleremo appunto con lui di cambiamenti climatici, una serata dove verrà proiettato un film sul tema. Insomma è un processo è un percorso che non è solo nel portare qui Fondazione Cima ma incominciare a caratterizzare questo luogo, questa fortezza come una sentinella dove si monitorano i cambiamenti climatici, dove se ne parla anche e si fa anche cultura" prosegue.
A proposito di cambiamenti climatici le violenti precipitazioni che si stanno verificando negli ultimi anni stanno creando particolari criticità nel savonese, non ultimi in Val Bormida. La Fondazione Cima proprio sul tema sta procedendo con l’aggiornamento del Piano della Protezione Civile del Comune di Savona.
"In questi primi 4 mesi è piovuto quanto piove in media in 8 mesi quindi avremo un'estate in cui probabilmente quest'anno non ci mancherà l'acqua e questa è la prima notizia. La brutta notizia invece è che i cambiamenti climatici portano a questo tipo di eventi cioè giornate in cui piove tanto e quindi siccome il nostro territorio è un territorio particolarmente fragile stiamo osservando i danni che sono sotto gli occhi di tutti - puntualizza il Presidente della Fondazione Cima - Con il Comune di Savona stiamo lavorando a un piano di protezione civile partecipato che coinvolga la comunità perché come spiegavo prima i cambiamenti climatici possono essere affrontati sia dal lato della mitigazione cioè sulla diminuzione della CO2, sia dal punto di vista dell'adattamento cioè di una modalità in cui noi conviviamo con il rischio".
"i piani di protezione civile partecipanti servono appunto questo, a coinvolgere la comunità e a stringere una sorta di patto con la comunità a non rischiare. noi sappiamo esattamente dove sono le aree a rischio dove non bisogna stare quando piove tanto, quali sono le azioni da fare nel momento in cui viene emanata un allerta però queste azioni non possono essere calate dall'alto. Bisogna costruire una un rapporto di fiducia con le comunità, con i portatori di interesse, con le persone che vivono a rischio in modo tale che quando l'evento accadrà queste persone non rischieranno la vita" conclude Ferraris.