"La chiusura del corso di laurea in Fisioterapia di Pietra Ligure rappresenterebbe una grave perdita per il sistema formativo e sanitario ligure. Questo polo formativo, attivo dal 1979, ha consolidato nel tempo una tradizione di eccellenza nell’insegnamento e nella pratica clinica, diventando un punto di riferimento fondamentale per la formazione dei futuri fisioterapisti". Inizia così l'intervento che il dottor Antonino Massone, primario dell'Unità Spinale e docente del corso di Laurea, ha inviato a Savonanews.
"Pietra Ligure - spiega Massone - è stata tra le prime sedi a offrire una formazione specializzata nel campo della riabilitazione, inizialmente come scuola regionale per terapisti della riabilitazione e successivamente come corso di laurea in fisioterapia. Questa lunga tradizione ha permesso di sviluppare un metodo di insegnamento solido ed efficace, con docenti esperti e un modello didattico basato su un’integrazione ottimale tra teoria e pratica. Gli studenti, durante i tre anni di corso, ricevono una formazione che li prepara ad affrontare le sfide della professione in modo completo, grazie a una combinazione di lezioni frontali e tirocini altamente qualificati. La chiusura del corso significherebbe disperdere un patrimonio culturale e didattico costruito in oltre 40 anni di attività".
Il secondo punto riguarda l'offerta clinica e formativa unica: "Uno dei principali punti di forza del polo di Pietra Ligure è la possibilità di effettuare tirocini presso il Santa Corona ASL2, un ospedale sede di DEA di secondo livello e trauma center di primaria importanza nazionale, nonché uno dei poli riabilitativi più complessi, completi e di maggiore esperienza e tradizione d’Italia. L’offerta clinica è eccezionalmente ampia e diversificata, includendo: Riabilitazione ortopedica e neurologica; trattamento di gravi cerebrolesioni acquisite;Unità Spinale, un’eccellenza nel trattamento di pazienti con lesioni midollari; il centro di robotica e lo SCIL (spinal cord italian lab) un laboratorio congiunto tra il DIBRIS di UNIGE e l’Unità Spinale".
"Dal 2015 sede di Tirocinio per studenti del progetto “Erasmus” - continua - sede di tirocinio per studenti provenienti da altre realtà accademiche tra cui la prestigiosa SUPSI di Lugano nella quale lo scrivente ha insegnato per anni. Questa ampia offerta formativa permette agli studenti di maturare un’esperienza unica, diretta e approfondita su un vasto numero di patologie, rendendoli professionisti altamente preparati. Poche altre sedi, sul territorio nazionale, offrono una casistica clinica così ricca e formativa nel campo della riabilitazione".
Il terzo punto si concentra sul fatto che sia un Modello didattico a basso costo e ad alta efficienza. "Dal punto di vista economico - spiega Antonino Massone - il corso di laurea di Pietra Ligure è estremamente sostenibile. I costi per le docenze sono limitati a 10.000 euro annui circa, poiché più della metà degli insegnanti sono dipendenti dell’ASL e ricevono compensi molto contenuti (5 euro all’ora se in orario di servizio, 25 euro se fuori) che, inoltre, sono completamente a carico dell’ASL. Eliminare un corso di laurea che garantisce un’elevata qualità didattica con un investimento così ridotto appare del tutto irrazionale. Al contrario, mantenere e potenziare il polo di Pietra Ligure consentirebbe di ottimizzare le risorse già presenti, senza dover investire somme ingenti per creare un’alternativa altrove".
Poi ci sono le le difficoltà a raggiungere gli altri poli di formazione: "La chiusura del polo di Pietra Ligure - spiega Massone - avrebbe conseguenze gravi per la formazione dei fisioterapisti nelle province di Savona e Imperia. Già con la chiusura del polo di Imperia, Pietra Ligure è rimasta l’unica sede a coprire questa vasta area geografica. Se il corso venisse soppresso, gli studenti sarebbero costretti a trasferirsi a Genova, affrontando spostamenti lunghi e dispendiosi".
"Colpisce tra l’altro il fatto che, con questa nuova organizzazione, le uniche due sedi regionali del corso a sopravvivere sarebbero allocate a Genova ed a Chiavari, due località distanti meno di 50 chilometri l’una dall’altra. La Liguria è una regione con un’orografia complessa e trasporti difficoltosi, e costringere decine di studenti a pendolarismi scomodi o a trasferimenti forzati non farebbe altro che ridurre l’accesso alla formazione. Questo, nel lungo periodo, potrebbe portare a una diminuzione del numero di fisioterapisti qualificati disponibili nel territorio, con un impatto negativo sulla qualità dell’assistenza riabilitativa".
E conclude: "Chiudere il polo di Pietra Ligure sarebbe un errore strategico che comprometterebbe la qualità della formazione fisioterapica in Liguria. Si perderebbe un centro di eccellenza con una tradizione consolidata, un’offerta clinica unica e un modello didattico sostenibile. Inoltre, l’intero ponente ligure resterebbe privo di un corso di laurea in fisioterapia, penalizzando gli studenti e, in prospettiva, anche il sistema sanitario locale. Mantenere e valorizzare il polo di Pietra Ligure non è solo una scelta sensata, ma una necessità per garantire continuità a un percorso formativo di altissimo livello e per tutelare il diritto allo studio e alla salute dei cittadini liguri".