Ha passato 313 giorni nello spazio, con missioni sullo Shuttle e sul Soyuz. Tra i suoi compagni di formazione alla Nasa c'era anche Suni Williams, una dei due astronauti della Stazione Spaziale Internazionale ora "bloccati" nello spazio e in attesa di tornare sulla Terra.
Ieri mattina, 21 febbraio, era alla sala della Sibilla per incontrare gli studenti delle scuole superiori. A margine dell'incontro ci sono state alcune domande da parte dei giornalisti.
Paolo Nespoli, cosa direbbe a un giovane che volesse intraprendere la sua carriera?
"Direi a qualsiasi persona che sta cercando di capire cosa fare da grande di guardarsi veramente dentro, capire quali siano le proprie passioni e cercare di fare qualcosa legato alle proprie passioni. Spesso e volentieri ci guardiamo attorno e i parametri che usiamo per cercare di capire cosa fare si riflettono con la nostra percezione del ritorno finanziario, quando di fatto dovremmo renderci conto che dovremmo trovare un lavoro che ci appassiona, ci diverte. Di solito quando uno fa una cosa che gli è propria poi riesce ad esprimersi. Invece quando fa una cosa solo per questioni finanziarie non necessariamente ci si trova in una posizione in cui può esprimersi e le cose non riescono. Quindi direi: ragazzi guardatevi dentro, guardate i vostri hobby, cercate di farli diventare il lavoro e sicuramente vi divertirete tutta la giornata”.
Per ciò che riguarda le domande di attualità che riguardano Elon Musk e le critiche all'astronauta norvegese che si è espresso sulla situazione dei due astronauti della Stazione Spaziale Internazionale in attesa di tornare sulla Terra o quella sui rapporti tra l'Agenzia Spaziale Europea e il nuovo corso negli Usa preferisce non rispondere. “Sono domande non pertinenti e politiche non c'entrano con quello che stiamo facendo adesso”.
Lei ha vissuto in tutto 313 giorni nello spazio, che cosa rimane di un'esperienza simile? “In tutte le esperienze che si fanno di lavoro, e in questo caso un'esperienza che è basata anche sulla volontà di fare qualcosa, rimane molto. È la soddisfazione di avere imparato tante cose e di usarle per fare qualcosa di concreto per me ma che serve e servirà a tutti noi”.
Ha il rimpianto di non aver fatto la passeggiata nello spazio ?
“Ho fatto tante cose da astronauta, anche tantissime cose che non avrei mai pensato di poter riuscire a fare. La passeggiata nello spazio mi manca perché è una cosa che, per una ragione o per l'altra, non sono riuscito a fare. Mi sono distratto, ero pronto ma per una serie di ragioni complesse non è mai successa. Rimpianto? Non lo so, diciamo che non c'è stata la possibilità, forse per la prossima vita farei un pochino più attenzione a queste cose, d'altronde non posso lamentarmi. Di fatto quasi un anno nello spazio a lavorare come metalmeccanico spaziale per fare esperimenti, per trovare risultati è sicuramente un risultato molto alto, molto forte e sono molto contento di questa cosa”.
C'è stato l'incontro con Oriana Fallaci, quando era militare in Libano, della quale si era portato due poesie nella prima missione nello spazio. Che ricordo ha di lei? “Oriana Fallaci era una scrittrice e una giornalista molto attenta e capace di guardarsi attorno e sintetizzare quello che vedeva, oltre quello che la gente normale vedeva. Ha sempre avuto questa capacità, l'ho apprezzata, ho apprezzato i suoi libri, il suo modo di scrivere era sicuramente una donna complessa e difficile ma sicuramente interessante”.