C’è anche Sax, quattro anni, cane da ferma tedesco a pelo duro che arriva da Savona, tra i cani che da stamattina sono impegnati a Torino per individuare e permettere di "ripulire" una parte del capoluogo piemontese da giorni vittima del fenomeno delle "polpette killer".
Insieme ad Argo, un bracco francese dei Pirenei di un anno e quattro mesi che arriva dalla provincia di Cuneo, alla giovane Maya, pastore australiano di nemmeno due anni, coi veterani Luna, espagneuil breton di undici anni, e Myrtille di dieci anni, che arrivano da Bussoleno, Avigliana e altre zone in provincia di Torino. E infine Kira, nove anni, che fa parte delle squadre cinofile dei carabinieri.
A caccia di polpette killer
Da questa mattina si sono radunati lungo Po, alla fine di Corso Belgio, poco prima del Ponte di Sassi. Qui hanno cominciato a battere un’area che percorre il fiume e che si estende per tutto il Parco della Colletta. Zona dove nei giorni scorsi ci sono state diverse segnalazioni per la presenza di bocconi avvelenati. Il team della squadra cinofila antiveleno, attiva da diversi anni con il coinvolgimento di molti enti, individua e bonifica gli spazi pubblici dove sono stati segnalati avvelenamenti o eventuali rischi connessi.
La storia delle Unità Antiveleno
Nato con il progetto Wolf Alps Eu per individuare le situazioni di bracconaggio contro i lupi, soprattutto in zone di alpeggio, la squadra è composta dalle unità cinofile dei Forestali dei Carabinieri, dagli Ufficiali di Polizia Giudiziaria delle Aree Protette del Po Piemontese, delle Alpi Marittime e delle Alpi Cozie, da unità provenienti dalla Regione Liguria, oltre alla vigilanza faunistica ambientale provinciale di Asti e di Brescia.
Dal lupo ai bocconi
La battuta odierna è coordinata da Mattia Colombo, guardia parco delle Alpi Marittime, che ha ereditato il sapere dal collega Mauro Fissore, sindaco di Morozzo, mancato quest’anno, vera istituzione del Centro Grandi Carnivori di Entracque, dove il progetto contro il bracconaggio del lupo ha preso vita.
Würstel, pane e formaggi contaminati
Un'unione di forze che ora dalla montagna scende in Città, in un’area urbana che ha visto negli ultimi anni episodi di avvelenamento e segnalazioni di cittadini sempre più crescenti, soprattutto attraverso i social. Spesso sono atti intimidatori, lasciati platealmente in bella vita per fare in modo che i padroni con i loro cani stiano alla larga. A volte sono più nascosti: in quel caso vengono attirati da pezzi di carne, formaggi, pane, würstel contaminati. Qui avviene l’avvelenamento che richiede un intervento immediato con lavanda gastrica da parte dei veterinari.
Dopo l’avvelenamento
Veterinari che hanno l’obbligo, in base all’ordinanza del Ministero della Salute, di segnalare il sospetto avvelenamento all’Istituto zooprofilattico, inoltrando dei campioni contaminati, oltre al comune dove è avvenuto il caso. Le unità cinofile intervengono nell’immediatezza per la bonifica, mentre le indagini dei Carabinieri Forestali procedono per accertare i colpevoli.
Come avviene l’addestramento
L’addestramento dei cani antiveleno è continua. Ma per i primi rudimenti serve almeno un anno di preparazione dove l’animale viene ammaestrato a riconoscere il cibo contaminato, segnalarlo e fermarsi una volta individuato, senza quindi mai arrivare al rischio di ingerirlo lui stesso.
400 interventi nel Nord Italia
In particolare su Torino nell’ultimo anno sono stati accertati alcuni casi di avvelenamento che hanno portato ad aprire un’indagine. Mentre sul totale del Nord Italia, negli ultimi quattro anni, da quando è operativo il progetto Wolf Alps con le unità antiveleno, gli interventi segnalati sono oltre 400.