"Ormai non è più soltanto una questione di degrado, ma anche di sicurezza".
L'ex ostello della Conca Verde resta una "spina nel fianco" della città di Savona.
Si tratta di un luogo isolato, vincolato all’utilizzo per fini sociali, con un recupero che tarda ad arrivare, mentre le amministrazioni che si sono susseguite negli ultimi anni non hanno concluso nulla. La struttura, che in origine ospitava persone disabili, è poi stata trasformata in ostello e chiusa nel 2016. Oggi è solo un luogo degradato e abbandonato.
"Ma oltre al degrado – spiega Mimmo Bova, portavoce dei residenti della Conca Verde – ci sono anche problemi di sicurezza. Di notte capita spesso che arrivino sbandati o ragazzi che spaccano quel poco che è rimasto. Più volte abbiamo chiamato le forze dell'ordine".
C'era stata qualche speranza durante la precedente amministrazione, quando due soggetti sembravano interessati alla gestione della struttura e a creare una sorta di cittadella della disabilità. Ma poi non se ne è fatto nulla. Ancora prima, durante l'amministrazione Berruti, anche la cooperativa L’Altromare aveva manifestato interesse per la gestione della struttura, ma anche in quel caso la cosa non è arrivata a conclusione.
"Stiamo valutando possibili soluzioni – spiega il sindaco Marco Russo – ma si tratta di una struttura particolare e che ha un vincolo posto nel lascito al Comune".
L'ex ostello è un immobile di ampie metrature, 3.500 metri quadrati, che richiede necessari lavori di messa a norma e ristrutturazione per svariati milioni di euro (durante l'amministrazione Caprioglio si erano stimati 5 milioni di euro di lavori). E poi c'è il vincolo posto dal donatore.
L’ostello era stato donato al Comune, allora guidato dal sindaco Zanelli, nel 1970, da Mario De Franceschini con vincolo perpetuo a «scuola per bambini disabili».
Non era stato possibile mantenere quella destinazione e il Comune, con il sindaco Tortarolo, era riuscito a conservarne la proprietà concordando con gli eredi De Franceschini la destinazione a ostello per la gioventù.