Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota da parte degli autori dell'esposto che ha portato alla vicenda giudiziaria che ha visto coinvolti i vertici della Croce Bianca finalese.
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Il 14 giugno 2024, presso il Tribunale di Savona, veniva letto in udienza il dispositivo della sentenza che vedeva assolvere i vertici e un dipendente della P.A. Croce Bianca Finale Ligure. Il Giudice si era riservato 90 giorni per le motivazioni dopodiché il Pubblico Ministero T.L., lette le stesse, proponeva appello contro tale sentenza.
Quindi tutto rimandato a Genova dove gli imputati, Presidente T.A., Vice Presidente O.G. e Dipendente G.A., oggi assolti, dovranno ripresentarsi davanti ai Giudici della Corte d’Appello per il processo di secondo grado. Possiamo dire che per i vertici della Croce Bianca di Finale Ligure è andata bene... ma non troppo!!!
Anche se in primo grado, i tre imputati sono stati assolti, nelle motivazioni dello stesso Giudice, vengono riconosciuti come realmente accaduti i fatti, narrati nell’esposto e confermati dalla fitta attività d'indagine delegata alla Stazione C.C. di Finale Ligure e ai Carabinieri della Procura della Repubblica - Sezione di P.G.
In particolare i vertici e il dipendente della Croce Bianca erano imputati per i reati di Abuso d'ufficio ex Art.323, Peculato ex Art. 314, Furto ex Art.624, con le circostanze aggravanti ex Art. 625 del Codice Penale.
Per quanto concerne i reati di Peculato e Abuso d'ufficio, gli stessi non vengono riconosciuti in via generale, non tanto perché non siano stati commessi, ma perché nel momento del loro compimento gli allora imputati non erano soggettivamente inquadrati come persone incaricate di pubblico servizio.
Inoltre, ad oggi, il reato di Abuso d’Ufficio è stato abrogato dal Governo, quindi non potranno più essere processati, in Appello, per tale reato, ma rimangono sempre i reati di Peculato e Furto con le aggravanti.
I fatti risalgono alle elezioni per il nuovo Consiglio Direttivo tenutesi il 16 gennaio ‘22, per avvenuti e riscontrati brogli elettorali perpetrati dagli attuali vertici della Croce Bianca, già nel giugno ‘21 a mezzo di un tesseramento irregolare che ha visto la violazione della procedura di ammissione di ben n.80 tessere di nuovi soci, il tutto a danno degli altri candidati.
Procedura effettuata in violazione dello Statuto della Croce Bianca e dell'art.23 del Codice del Terzo Settore D.Lgs. n. 117/2017.
Tra i fatti contestati c’è anche la modalità di assunzione del figlio della Presidente e della nipote del Vice Presidente.
In questa circostanza, in fase di approvazione delle assunzioni, sia il Presidente che il Vice Presidente, avevano partecipato alla votazione in Consiglio configurando così il reato d'Abuso d'Ufficio e un palese Conflitto d'interessi, violando l'Art.27 del Codice del Terzo Settore.
E’ importante soffermarsi su quello che scrive il Giudice nelle motivazioni: "… può affermarsi, in estrema sintesi, che sono emersi dalle indagini in maniera conclamata: la contraffazione di domande di ammissione di alemeno 4 nuovi soci da parte dell’O.G. e della T.A., effettuata in prossimità delle elezioni del Consiglio Direttivo, al fine dichiarato di permettere a non soci di votare gli stessi imputati ed i candidati da loro appoggiati; un comportamento scorretto ed assai poco trasparente, ascrivibile non solo ai due imputati ma a tutti i componenti degli organi direttivi ed elettorali che ha, concretamente impedito, da un lato, una corretta verifica della regolarità dei nuovi soci ammessi (in misure tale da condizionare l’esito delle elezioni) e, dall’atro, la legittima manifestazione del voto a soggetti come S.R. e P.P., che ne avevano dirittto, ma non erano gradite al gruppo dirigente; l’omessa astensione da parte di O.G. e T.A. in presenza di delibere che concernevano palesemente loro stretti congiunti".
Sono stati anche accertati, viaggi personali, a solo ed esclusivo vantaggio della Presidente, che nella sua veste, ha utilizzato in maniera continuativa e sistematica uomini e mezzi della Croce Bianca, senza corrispondere il giusto costo dovuto all'utilizzo di tali mezzi ma limitandosi a versare, una tantum, una quota minima a solo titolo di oblazione.
In particolare vengono contestati n.10 viaggi verso gli ospedali di Milano Rozzano, Pietra Ligure, Bordighera e Cairo Montenotte, (A/R) e anche il c.d. "Servizio Taxi", che consisteva nel portare la Presidente, tutti i giorni (escluso il giorno di chiusura), dalla sede della Croce Bianca al posto di lavoro (A/R) con l'auto di servizio, accompagnata, a volte da un dipendente a volte da un volontario, percorrendo sistematicamente al giorno circa 6 km. Un servizio completamente gratuito ma solo ad esclusivo appannaggio della Presidente.
Anche su questi fatti il Giudice conferma quando contenuto nell’esposto ed emerso dalle indagini quando scrive: "Giova premettere che, in punto di fatto, è emerso l’uso ripetuto e sistematico dei veicoli di proprietà della Croce Bianca per finalità personali della presidente".
E ancora: “Le allegazioni defensive relative ad una presunta prassi che avrebbe consentito l’uso gratuito dei mezzi a favore dei volontari e dei vertici sono contraddette dalla duplice osservazione che: se tale prassi fosse stata in qualche modo riconosciuta, sarebbe stato agevole per gli imputati trovare numerose trace documentali, che invece non sono in alcun modo emerse; le diciture errate e furvianti riporatate nei report dei mezzi utilizzati (“servizio sede” e “commissioni PA”) non avrebbero avuto senso se tali viaggi fossero stati fatti in maniera trasparente nel rispetto di una prassi consolidate e codificata”.
Al Vice Presidente e al dipendente vengono inoltre attribuiti l’appropriazione indebita di materiale acquistato dalla Croce Bianca. Ma come per gli altri fatti vengono assolti, non per non aver commesso gli atti a loro attribuiti, ma per l’assenza della qualifica di pubblico ufficiale.
Ma è eclatante leggere quello che scrive il Giudice di questa circostanza: "Con riguardo all’appropriazione di materiale sanitario e non, analogo a quello acquistato dalla Croce Bianca, il G.A. non ha saputo produrre alcuna documentazione comprovante gli acquisti (cosa che sarebbe stata estremamente facile soprattutto se si fosse trattato di acquisti online) mentre l’O.G. è stato recisamente smentito dai sommari informatori V., O., e M. Inoltre, la circostanza che lo stesso abbia fatto per la prima volta un ordine in proprio dalla “…omissis…”, il giorno della perquisizione, per poi produrre in sede di interrogatorio il documento a sostegno della propria tesi, riscontra ulteriormente l’ipotesi accusatoria. Provato dunque che il material sequestrate è stato, almeno in parte, sottratto alla Croce Bianca Finalese. Si deve richiamare l’orientamento giurisprudenziale menzionato al paragrafo che precede con riguardo alla qualifica soggettiva degli odierni imputati".
Da capire poi come, un saturimetro della sala operatoria del padiglione chirurgico del Santa Corona di Pietra Ligure, andato a fuoco tra il 4 e il 5 settembre 2022, sia finito su di un'ambulanza della Croce Bianca di Finale Ligure con tanto di adesivo della stessa Croce. Saturimetro che è stato poi recuperato dai Carabinieri della Stazione di Finale Ligure e restituito all'Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure.
Di questa circostanza il Giudice scrive: “Con riguardo al furto contestato al G. al capo d), è pienamente provata la sottrazione del saturimetro all’ASL in occasione del grave incendio doloso del 4/5-9-2022 che interessò l’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. L’apparecchio non avrebbe potuto essere confuso con quelli in uso alla Croce Bianca perché ben diverso per colore e dimensioni. L’apparechio era ancora in uso su una delle ambulanze della Croce Bianca, dove è stato rinvenuto e sequestrate dai Carabinieri”.
Per tale fatto è stato accusato il dipendente per furto aggravato, ma poi assolto perché: “Il fatto non può tuttavia essere ascritto con certezza al G. … omissis”. Il Pubblico Ministero ha valutato quindi che ci sono tutti i presupposti per l’appello per i reati di cui agli Artt. n. 81, 110, 314, 61 n.9 con riqualifica di alcuni reati negli Artt. 624 e 625 n.7 del C.P. Pubblico Ministero, a cui va rivolta tutta la gratitudine per l'impegno profuso in questa vicenda. Gratitudine che va rivolta anche ai Carabinieri della stazione C.C. Finale Ligure e ai Carabinieri della Procura della Repubblica - Sezione di P.G. che hanno condotto le indagini e confermato i contenuti dell’esposto.
Nel raccontare questa vicenda è forte un sentimento di “Giustizia Sociale” perché i volontari della Croce Bianca e i cittadini di Finale vengano a conoscenza di quanto accaduto nella nostra Croce Bianca. Benché l’Ente sia privato, per il ruolo che svolge, è da considerarsi un bene di tutta la Comunità e non un “affare” di pochi. Un “bene sociale” che va tutelato e protetto da certe storture che non devono esistere.