La presenza del lupo a ridosso della costa continua a far discutere.
Se da un lato c’è la necessità di conservare una specie che ha rischiato l’estinzione, dall’altro vanno salvaguardati allevamenti, animali d’affezione e, più in generale, delle attività umane. Necessario e urgente trovare un equilibrio.
Se ne è parlato in un incontro organizzato a Boissano dal Comune e dal Maresciallo Dario La Camiola, comandante del Nucleo Carabinieri Forestale di Loano, con il contributo del capitano Alberto Sartori, comandante del Nipaaf e Nucleo Cites di Imperia, e del maresciallo Massimiliano Licitra, comandante della stazione dei carabinieri di Triora, con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sulla biologia del lupo, le sue abitudini e i comportamenti da adottare per promuovere, per quanto possibile, una convivenza equilibrata e sicura.
Il lupo oggi rappresenta una presenza consolidata e in espansione in tutta Europa, passato ora da specie “particolarmente protetta” a “semplicemente protetta”. Dagli anni '70 è passato dallo stato di quasi estinzione a una popolazione stabile e in crescita e deve la sua espansione a politiche di protezione a livello europeo e all’aumento delle prede, particolarmente ungulati, tra cui caprioli, cinghiali e daini, che si sono moltiplicate per l’abbandono delle aree rurali e il ritorno degli spazi selvatici. Fattori che hanno portato inevitabilmente a un maggior numero di contatti con l’uomo, fenomeno che richiede attenzione e strategie gestionali adeguate.
“Il lupo, per sua natura, è un animale schivo e non rappresenta un pericolo diretto per l’uomo, salvo situazioni particolari in cui si sente minacciato o spaventato. Tuttavia, la sua vicinanza alle zone antropizzate richiede comportamenti virtuosi per minimizzare i rischi”, ha spiegato Sartori. Tra le raccomandazioni: evitare di lasciare rifiuti organici all’esterno delle abitazioni, proteggere gli animali domestici durante le ore notturne e segnalare tempestivamente eventuali avvistamenti alle autorità.
La gestione dei rifiuti rappresenta un elemento critico: l’uso di cassonetti anti-intrusione sarebbe ideale e, sebbene si tratti di una soluzione onerosa, sarebbe utile anche per tenere lontani anche i cinghiali, che frequentano ormai abitualmente le aree urbane in cerca di cibo.
L’espansione del lupo ha portato a un aumento delle predazioni su allevamenti e animali domestici, problematica che richiede interventi concreti per tutelare le comunità locali. “La sfida è trovare un equilibrio tra la conservazione della specie e la difesa degli allevamenti e degli animali d’affezione. Il progetto europeo Life Wild Wolf mira a tenere il lupo lontano dagli insediamenti umani”, ha aggiunto Sartori.
Il progetto Life Wild Wolf ha come obiettivo proprio quello di scoraggiare la presenza del lupo nelle aree abitate, gestendo adeguatamente situazioni potenzialmente critiche che si presentano nei paesaggi europei dominati dall’uomo. Punta quindi a migliorare la capacità tecnica delle autorità competenti nel gestire e prevenire le criticità incoraggiando pratiche che facciano mantenere al lupo un comportamento schivo secondo la sua natura selvatica e migliorino la capacità delle persone nel far fronte alla sua presenza inaspettata in aree insolite. Con un mix di azioni integrate tra scienza, pratica e gestione, gli operatori Life Wild Wolf cercheranno di comprendere e prevenire – o mitigare – i conflitti in otto paesi europei, attraverso la collaborazione tra 18 partner che includono istituti di ricerca, autorità di gestione e Ong.
Il capitano Sartori ha sottolineato l’importanza di raccogliere dati su avvistamenti e predazioni per pianificare politiche di gestione efficaci. Le sfide in atto richiedono un equilibrio tra tutela della biodiversità e rispetto per le attività umane. La collaborazione tra cittadini, istituzioni e progetti di ricerca è la chiave per garantire un futuro sostenibile per il lupo e per le comunità che condividono con lui il territorio.