Un percorso chiaro con una scadenza altrettanto precisa e regole del gioco certe, per investire a prescindere da chi saranno i nuovi gestori.
Ha fatto sintesi attorno a questi punti il direttivo nazionale del Sindacato Italiano dei Balneari (SIB) riunitosi nella serata di ieri (venerdì 8 novembre, ndr), in una riunione alla quale hanno preso parte tutti i rappresentanti provinciali e regionali d’Italia, all'indomani della nuova proroga delle concessioni fino al 30 settembre 2027 prevista dal Governo per consentire la predisposizione delle nuove gare.
Dopo il via libera della Camera la riforma delle concessioni ha infatti ricevuto l'approvazione anche al Senato, senza tuttavia quelle risposte significative per il settore, che ormai da 18 anni attende certezze.
A fare il punto è Enrico Schiappapietra, presidente di Confcommercio Savona oltre che vicepresidente vicario del Sib nazionale: «Abbiamo fatto un’approfondita analisi sia del testo definitivo sia dell’iter che ha portato alla nuova normativa. Il risultato è un rinvio, che non ci soddisfa su più fronti: è solo un rimandare la palla avanti di una partita che dura da 18 anni e della quale vorremmo vedere la fine - tuona -. Comprendiamo il fatto che, dal punto di vista tecnico, il rinvio va incontro alle esigenze delle amministrazioni locali, che non erano pronte a elaborare gare e adempimenti vari entro fine anno».
«Ora è stato fissato un nuovo termine, il 30 settembre 2027. Questo periodo consentirà alle amministrazioni di strutturarsi. Tuttavia - prosegue il numero uno dei balneari liguri -, contrariamente a quel che si può pensare, la decisione ha un retrogusto amaro per le aziende: da 18 anni questa vicenda viene risolta spostando in avanti la scadenza. Per un’impresa può sembrare una soluzione, ma di fatto è un procrastinare senza possibilità di fare scelte. Se un’azienda non ha un orizzonte certo, quindi non può costruire un piano economico finanziario strutturato, non può programmare investimenti, non può assumere e si trova anche in difficoltà con gli attuali dipendenti, che hanno bisogno di garanzie».
I balneari contestano anche un altro aspetto della norma. «Per l’ennesima volta non è stato deciso nulla sull’avviamento di queste aziende e sul trattamento dei concessionari uscenti - continua Schiappapietra -. C’è in gioco il futuro di quattromila aziende in Liguria: non parliamo solo di stabilimenti balneari, ma anche chioschi, ristoranti, un mondo intero che non può delocalizzarsi. Se una falegnameria può spostarsi da via Verdi a via Rossi, le nostre attività non possono fare altrettanto. Un campeggio o un albergo con piscina e spiaggia, peggio ancora gli stabilimenti balneari, non possono trasferirsi: sono legati al territorio. Quindi, l’avviamento di queste aziende ha un peso e non si può non tenerne conto».
Un esempio semplice quello del vicepresidente nazionale Sib, ma «che rappresenta bene il problema: se un Comune mette a bando un posto auto, chi lo vince non si può aggiudicare anche le chiavi della macchina di chi ci posteggia. Inoltre, bisogna dare un valore a quella macchina. Si corre il rischio di distruggere un sistema e per noi è inaccettabile».
Da qui la richiesta dei balneari: «Continuiamo a chiedere un percorso chiaro con una scadenza altrettanto precisa e regole del gioco certe, che ci possano permettere di investire a prescindere da chi saranno i nuovi gestori, noi o altri. Va fatta una sintesi e va fatta al più presto. Entro il 31 marzo 2025 il ministero dei Trasporti dovrà scrivere le nuove regole. Il ministro Salvini dal nostro convegno di Loano si è impegnato e, non più tardi di due settimane fa, ha promesso ascolto al settore. Confidiamo che questo impegno venga rispettato».