Giovanni Impastato, fratello di Peppino, ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978, torna in Liguria per parlare di legalità, corruzione, giustizia. Mercoledì 6 novembre alle ore 21 sarà a Garlenda, nella palestra comunale, in Borgata nuova, dove si svolgerà un incontro organizzato dall’Anpi sezione Felice Cascione di Ceriale.
In occasione della presenza di Giovanni Impastato, verrà presentato il suo libro “Mio fratello. Tutta una vita con Peppino”. All’incontro saranno presenti il giudice magistrato Paolo Luppi, il giornalista Claudio Porchia e Dino Morando presidente Anpi Ceriale.
“Sarà un’occasione per riflettere e per confrontarsi sui temi della legalità – spiega Morando -, per imparare a combattere la corruzione, lo sfruttamento umano e lavorativo, a lottare per la verità e la giustizia, a coltivare il senso civico dell’impegno, della coerenza e del valore di una comunità attiva”.
“Mio fratello. Tutta una vita con Peppino” di Giovanni Impastato è un racconto che si dipana a partire da un comune della città metropolitana di Palermo, Cinisi, e da una famiglia di agricoltori legati alla mafia locale: il padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista, e suo cognato, Cesare Manzella, ucciso in un attentato, era il capomafia del paese, uno dei boss che per primi individuarono nel traffico di droga il nuovo strumento di accumulazione di denaro e potere. È in questa famiglia che nasce Peppino, e cinque anni più tardi anche Giovanni, dopo che un altro fratello che portava lo stesso nome era morto ancora piccolissimo. È da qui che si sviluppa la vicenda rivoluzionaria, drammatica, coraggiosa e libera del ragazzo destinato a diventare il più contagioso degli attivisti della lotta antimafia. Una storia che non si interrompe affatto con l'uccisione di Peppino, ma che continua per altri quarant'anni intrecciandosi a quella del nostro Paese, e disvelandone spesso complicità e opacità. Quella storia Giovanni l'ha vissuta tutta, camminando con Peppino ben oltre i cento passi che per convenzione distanziavano la loro casa da quella di Gaetano Badalamenti, 'u ziu Tano. Invecchiando, lui sì, mentre Peppino, suo fratello maggiore, restava per sempre ragazzo. Ma quei passi ora sono diventati milioni.