"Sono veramente felice e contento che l'ex stabilimento Gavarry prenda una svolta positiva dopo tanto penare, in una situazione di degrado di anni. L'amministrazione e veramente soddisfatta che venga attenzionato il comune albisolese per il recupero di queste aree".
Così il sindaco di Albisola Superiore Maurizio Garbarini in merito all'acquisizione dopo l'asta di ieri dell'ex stabilimento albisolese di Corso Ferrari. Ad aggiudicarselo una società romana per 3 milioni e 300 mila euro.
L'azienda tramite il proprio avvocato rappresentante Alessandro Garassini ha già annunciato che aprirà ad un confronto con l'amministrazione per riqualificare l'area.
"Albisola ha bisogno all'interno della città di recuperare questi spazi che da troppo tanto sono fermi e che portano ad un degrado che i cittadini non si meritano - prosegue il primo cittadino albisolese - Attenderemo un incontro con la società per confrontarci sulle esigenze progettuali, il comune per quel che può darà le sue indicazioni. Auspichiamo in un progetto di sviluppo che abbia un architettura adeguata al contesto della zona".
Le funzioni ammesse per il restyling sono la residenza libera e convenzionata; tipologie residenziali orientate alla domanda di abitazione per gli anziani; turistico ricettiva; esercizi commerciali ai piani terra; laboratori artigianali legati alla ; ceramica; servizi pubblici o ad uso pubblico; studi professionali, uffici in locali d'abitazione; parcheggi anche interrati.
E c'è già chi ironizza sui social dicendo che verrà realizzato un ulteriore supermercato (negli anni scorsi era diventato un tema che aveva acceso le polemiche). Ipotesi però smentita da Garbarini.
"Ai tempi da parte di tutti i proponenti che si erano affacciati per l'acquisto non si era mai parlato di supermercati" ha puntualizzato il sindaco.
Il valore di stima era pari a 4 milioni e 400mila euro e il fabbricato è costituito da tre corpi disposti ad "U" circondati da un'ampia corte, uno frontestante la via Aurelia che ospitava anche il corpo uffici e laboratorio. composto da quattro piani fuori terra e due corpi laterali destinati a produzione e magazzino oltre ad un piccolo corpo laterale ad un piano. All'estremità nord-est della corte è presente una ciminiera con un serbatoio pensile con riserva d'acqua. L'insediamento occupa un'area di 37.897 mq.
Abbandonato da anni, l'ex saponificio ha cessato l'attività dal 2013, con la produzione che si era spostata a Valleggia. L'attività si fermò poi definitivamente nel dicembre del 2014.