Emissioni diffuse derivanti dai pozzi di estrazione del biogas. Queste le motivazioni che hanno portato la Provincia a diffidare la ditta Lavajet Global Service Srl, gestore della discarica della Ramognina a Varazze e lo stesso Comune varazzino in quanto non sarebbero state rispettate le prescrizioni di Arpal.
L'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente Ligure aveva infatti redatto il verbale di accertamento e contestazione lo scorso 9 settembre.
La ditta dovrà provvedere nell'immediato a dotarsi della strumentazione per la determinazione della composizione del biogas sui pozzi di estrazione.
La discarica della Ramognina è comunque stata chiusa il 31 dicembre del 2021.
La stessa avrebbe dovuto chiudere entro il 2020 ed e andata avanti ancora un anno, nonostante il comune a fine 2019 aveva annunciato che si sarebbe andata verso la chiusura in quanto il volume massimo di 350mila metri cubi in banco sarebbe stato prossimo all'esaurimento.
Lo scorso agosto il capogruppo di minoranza Antonio Ghigliazza aveva chiesto al Prefetto di Savona Carlo De Rogatis di nominare un commissario per gestire la discarica sollevando criticità di tipo ambientale.
Non era tardata ad arrivare la risposta dell'amministrazione comunale.
"I rifiuti abbancati in discarica, preme sottolinearlo, sono classificati di tipo non pericoloso cioè, in estrema sintesi, derivanti dalla raccolta dei rifiuti solidi urbani. Oggi, l’impianto deve essere oggetto di intervento di chiusura definitiva, come prescritto dalla legge, ossia, semplificando, di impermeabilizzazione superficiale. Tale attività dovrà essere compiuta entro cinque anni dall’ultimo conferimento. Ad oggi, il progetto di chiusura è stato quasi completato e presto sarà depositato in Provincia per l’avvio della fase autorizzativa - aveva spiegato il sindaco Luigi Pierfederici - Nel frattempo, così come avviene dall’inizio della sua gestione, la discarica è soggetta ad un dettagliato piano di monitoraggio ambientale imposto, sulla base delle disposizioni normative, dal provvedimento autorizzativo emanato dalla Provincia. Arpal provvede, oltre ad attuare il piano di controlli di parte pubblica, a verifiche straordinarie in sito, per verificare lo stato dell’ambiente e non ha mai evidenziato criticità tali da far solamente ipotizzare un procedimento di inserimento nei siti contaminati da bonificare e, tantomeno, della necessità di nomina di un commissario ad acta".
"Attualmente, come è possibile verificare agevolmente facendo un giro attorno al sito, i rifiuti sono totalmente ricoperti e una buona parte del corpo di discarica è inerbita. Non solo non si vedono svolazzare migliaia di sacchetti, ma non si percepisce più nemmeno l’odore tipico delle discariche in fase di coltivazione - aveva proseguito il primo cittadino varazzino - La torcia del biogas funziona correttamente, come verificato da Arpal, e l’impianto di estrazione, presente fin dalla fine degli anni Novanta e progressivamente aggiornato durante gli oltre vent’anni di coltivazione, funziona correttamente. Il percolato fisiologicamente prodotto dall’impianto è correttamente raccolto e smaltito in fognatura e convogliato verso il depuratore consortile".