Si è parlato di concessioni demaniali e direttiva Bolkestein nel corso del convegno organizzato dalla sezione Savonese del SIB (Sindacato Italiano Balneari) tenutosi nel pomeriggio odierno al centro congressi di Loano 2 Village.
Ospite per l'occasione è stato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, oltre ai vertici locali e nazionali del sindacato come il presidente del Sib nazionale, Antonio Capacchione, che solo alcuni giorni fa ha inviato una lettera ai membri delle due Commissioni della Camera dei Deputati, impegnati proprio in questi giorni a votare gli emendamenti presentati al Ddl di conversione, per sollecitarli ad approvare le misure che mettono in sicurezza il settore dei balneari.
Un Capacchione molto critico col Governo: "Passi in avanti se ne fanno pochi, e ciò avviene perché la politica nazionale non ha un collegamento adeguato, non solo con la nostra categoria, ma anche con le Regioni e i Comuni. Da 25 anni, infatti, queste funzioni vengono gestite proprio da Regioni e Comuni, e non coinvolgerli rappresenta un grave errore. Si legifera senza tener conto della realtà concreta che poi bisogna disciplinare, e così si producono cattive leggi, come l'ultima varata dall'attuale governo".
Secondo il numero uno di Sib non vi sarebbe contrasto tra interesse nazionale e applicazione del diritto europeo, ma con delle condizioni. "Noi crediamo che sia possibile applicarlo senza effetti drammatici - ha detto - permette, ad esempio, di considerare la scarsità delle risorse, non un'invenzione dei balneari ma una prescrizione della Corte di Giustizia, ribadita dalla nostra Corte Costituzionale non più tardi di 15 giorni fa, con un'ordinanza che riguarda una situazione simile, come quella delle concessioni idroelettriche. Non considerare la scarsità di risorse è un errore che può aprire la strada a contenziosi. Si può discutere se la mappatura delle concessioni sia stata corretta o meno, ma ignorare questo aspetto, come fa l'attuale legge, è sbagliato. Allo stesso modo, non tener conto dei motivi imperativi di interesse generale, come la tutela delle concessioni familiari, che è una prescrizione del comma 3 dell'articolo 12 della direttiva Bolkestein, è un errore. Il diritto europeo, se interpretato correttamente, ti permette di evitare errori grossolani. Riteniamo che questa questione sia stata affrontata con superficialità e pressapochismo".Da qui le richieste al ministro Salvini e alla politica di "correggere una legge scritta male, che rischia di distruggere un modello di successo, non solo nell'interesse delle decine di migliaia di famiglie coinvolte, ma anche di questo Paese e dell'Europa" evitando di fare il gioco di "qualche speculatore che vorrebbe appropriarsi delle aziende altrui a costo zero", forse gli unici avvantaggiati da una legge che ora "non garantisce un solo metro quadrato in più di spiaggia libera, né tariffe più convenienti, danneggiando così tutti".
A fare gli onori di casa, il presidente di Confcommercio Savona e vicepresidente vicario nazionale del SIB Enrico Schiappapietra, soddisfatto innanzitutto della visita del ministro per affrontare insieme "una problematica che si trascina da 18 anni, caratterizzati da continui rinvii", con la richiesta "di una normativa chiara e applicabile, che ci consenta di continuare a fare impresa, di investire, migliorare e crescere".
Questo senza mettere in dubbio "la possibilità di introdurre nuovi concessionari" ma salvaguardando al contempo le imprese balneari preesistenti e il valore costruito negli anni. "Le piccole imprese balneari hanno garantito la possibilità di scegliere, di diversificare e di fare concorrenza in modo corretto - ha detto quindi Schiappapietra -. In alcune aree c’è ancora spazio disponibile, in altre meno, ma è come voler aprire un negozio di abbigliamento: magari è difficile farlo in Via Monte Napoleone a Milano, ma altrove è possibile farlo e avere successo. La nostra richiesta è chiara: vogliamo una normativa che riconosca il valore delle nostre imprese, degli investimenti fatti, e della qualità che offriamo. La libertà è importante, ma va gestita e ha un costo, ed è giusto poter scegliere tra spiagge libere e servizi. Nella realtà, però, il 90% delle spiagge in Sardegna, Puglia e Calabria è già libero, ma senza servizi le persone non vengono più".
Osservazioni che sembrano essere state accolte in toto da Salvini: "Adesso toccherà al mio Ministero, quindi a me e al viceministro Rixi stabilire le regole e i decreti attuativi per permettere, ed è questo il nostro obiettivo, a chi vuole continuare a gestire con sacrificio, fatica e impegno la propria spiaggia, soprattutto alla stragrande maggioranza delle piccole aziende familiari. Non parlo di chi possiede 10-15 concessioni, ma di quelle che in Liguria, come nel resto d'Italia, hanno da 50 anni la spiaggia come principale fonte di reddito, di poter continuare a gestirla senza che arrivino cooperative o grandi gruppi a fare man bassa di licenze"."Conto che saremo noi a chiudere questa vicenda, chiudendo la procedura di infrazione che ha mantenuto migliaia di lavoratori e imprenditori nell'incertezza, con la spada di Damocle sulla testa. Daremo regole certe e tempi certi: ci sono 3 anni, e Bucci l'ha dimostrato a Genova. Se si fanno i bandi con un certo criterio, chi vuole continuare a gestire il proprio lido lo farà. L'importante è che non ci sia un 'liberi tutti'" ha chiosato il ministro.
Tanti volti politici del territorio che hanno preso parte all'evento, compresi diversi candidati consiglieri alle prossime elezioni regionali.