Cronaca - 21 ottobre 2024, 08:53

Frana a Celle, 115 anni fa un masso si schiantò sull'Aurelia e morirono 6 persone: nacque anche la Croce Rosa

Una roccia si staccò e colpì una carovana. Morirono i componenti della famiglia Serchio, originaria dell'avellinese. 4 i superstiti. Sindaco Beltrame: "Contatterò il Sindaco di Calabritto per deporre insieme una targa in memoria del tragico evento"

La frana dello scorso 16 ottobre e la ricostruzione del 1909

La frana dello scorso 16 ottobre e la ricostruzione del 1909

La frana sull'Aurelia a Celle Ligure nei pressi dell'ex ristorante Pitosforo che si è verificato mercoledì scorso, è solo l'ultimo di una serie di crolli che negli anni ciclicamente a causa delle violente precipitazioni si sono verificate nella zona cellese.

Il primo di cui si ha memoria, grazie agli scritti di Michele Manzi ne "La Tragica notte di "Craviolo" e  nel libro "La Croce Rosa di Celle, un'associazione giovane dal cuore antico" del professor Flavio Nebiolo, si è verificato tra il 9-10 gennaio del 1909 a qualche metro proprio dall'accaduto di 5 giorni fa, dove ora è presente una Madonnetta di fronte proprio all'ingresso del porticciolo "Cala Cravieu"

Il ricordo di quella notte era stato tramandato da Gaetano del Ghiare: "Dall'alto del faraglione dei Bottini, come un bolide, un masso col suo peso di tonnellate, in direzione precisa schiantò una di quelle misere case viaggianti maciullando senza perdono quegli esseri. Roccia, poltiglia e sangue, era tutto un impasto.....” Il Paese si destò alle grida disperate dei sopravvissuti che vennero ospitati presso l'ospedale cellese. Davanti a quella tragedia i soccorritori inorriditi stabilirono di costituire un pubblica assistenza ed il primo marzo 1909 fondarono la Croce Rosa".

Nacque proprio quel giorno (con la costituzione il primo marzo del 1909) quindi la pubblica assistenza cellese composta dai primi soci: presidente Stefano Nicola Arecco (fu anche sindaco nel 1920), il vicario Antonio Cerisola, il direttore Edoardo Becorpi, i consiglieri Luigi Bertoldi (l'omonimo nipote diventò primo cittadino cellese),Bartolomeo Briano, Bernardo Cerisola, Domenico Barlo, Nicolò Ferro e segretario Tommaso Arimondo.

115 anni fa, in quella notte persero la vita sei componenti della famiglia Serchio, tra cui un bambino di 3 anni e mezzo (quattro si salvarono) e il tragico avvenimento viene spiegato nella lettera del Sindaco di Celle Michelino Poggi al Sindaco di Calabritto, comune della provincia di Avellino originario delle vittime.

"Purtroppo la notte dal 9 al 10 del corrente mese di gennaio, fu fatale per la povera famiglia Sierchio, a caso transitante da questo Comune. Arrivati qui con la carovana la sera del 9, pensarono pernottare lungo la strada provinciale (località Craviolo), tendente ad Albisola e Savona, e fermarono la vettura a ridosso di un'alta rupe esistente in vicinanza del paese. Verso le ore 23 mentre tutti dormivano, improvvisamente si è staccata una grossa roccia che cadde proprio sulla vettura dove si trovavano ben dieci persone - si legge nella missiva del primo cittadino - La giovane Sierchio Nevicella colla cognata Verrecchia Francesca, rimaste fortunatamente incolume, chiamarono al soccorso, ed alle loro grida strazianti accorse subito numerosa la popolazione che, con attrezzi appropriati al miserando caso, poterono in breve rimuovere lo scoglio immane traendone di sotto le infelici vittime che furono tosto ricoverate nel locale Ospedale".

Una lettera d'encomio fu poi mandata ai primi cellesi che si erano prodigati nel prestare soccorso.

"Mi è cosa gradita poterle esprimere il mio vivo compiacimento per l'opera altamente umanitaria esplicata nella notte dal nove al dieci del corrente mese, portando aiuto alla sventurata famiglia Sierchio, vittima del macigno caduto sulla strada provinciale, località Craviolo che determinò, in modo orribile, la morte di sei fra le dieci Persone componenti la carovana colà attendata- scrisse il sindaco Poggi - Ella fu tra i primi ad accorrere in compagnia del Signor Cerisola Antonio sul luogo del sinistro, e con encomiabile zelo malgrado l'oscurità, il freddo e la neve, ha iniziato le opere di salvataggio, le quali coadiuvate da altri generosi, permisero di estrarre compiendo un immane lavoro, le vittime della terribile disgrazia. Ella ha dato prova non dubbia di buon valere, di zelo e di abnegazione, facendo opera umanitaria, onde Le è dovuta una parola di plauso, che il sottoscritto è lieto poterle tributare".

L'attuale sindaco di Celle Marco Beltrame ha deciso di dar vita ad un'iniziativa per ricordare quel tragico evento.

“Sarà mia cura contattare il Sindaco di Calabritto e deporre insieme una targa in memoria del tragico evento. In ricordo di un fatto che ha unito due comunità e che ha dato il via alla creazione della nostra importante Croce Rosa Cellese” ha detto il primo cittadino cellese.

Luciano Parodi

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