E' partita ieri (domenica 6 ottobre, ndr) per l'ospedale da campo di Rafah, nel Sud della Striscia di Gaza, aperto lo scorso maggio dalla Croce Rossa Internazionale per rispondere a quella che è stata definita una domanda ''enorme'' di assistenza sanitaria e in una zona dove alcune cliniche hanno dovuto sospendere o limitare le loro attività per l'assenza di medici.
Paola Fusta è un'infermiera del pronto soccorso del Santa Corona abituata a missioni di volontariato all'estero, comprese le zone critiche. Il viaggio per arrivare nella Striscia di Gaza è lungo e complicato. E' necessario il superamento di una serie di controlli che può richiedere anche una giornata; l'unica possibilità di comunicazione con il mondo esterno è Signal, nei pochi momenti liberi del lavoro.
All'ospedale da campo di Rafah dove lavorerà Paola Fusto, secondo dati della CRI, delle oltre 6.000 persone trattate tra metà luglio e inizio agosto, le pazienti donne rappresentano il 52% del totale; i bambini (pazienti sotto i 15 anni) rappresentano il 36%. Il numero medio di pazienti al giorno e da 200 a 300.
Dal 9 maggio al 10 agosto i 686 interventi chirurgici fatti nell'ospedale della CRI possono essere nei seguenti interventi principali: rimozione di tessuti morti o infetti (circa 40%), interventi di chirurgia generale (circa 30%) e altri (30%).