La Cattedrale di Santa Maria, le cui rovine si offrono ancora allo sguardo di chi passeggi nello scenografico contesto della Cittadella nella fortezza del Priamàr di Savona, sono quanto sopravvive del monumento più identitario e rappresentativo della comunità savonese.
Riprendendo il filo delle ricerche condotte, in collaborazione con la Soprintendenza, dalla cattedra di Archeologia Medievale dell’Università di Genova tra 2007 e 2019, la Sezione Sabazia dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri ha riattivato l’indagine archeologica di scavo nell’area della cattedrale “scomparsa” per documentare, attraverso il rigoroso scavo stratigrafico, le preziose informazioni che ancora ci può fornire.
Da novembre 2023, su concessione ministeriale e sotto la direzione scientifica del professor Carlo Varaldo, un’equipe composta da archeologi membri dello staff del MÀR (Civico Museo Archeologico e della Città di Savona), da laureandi, specializzandi dell’Università di Genova nonché da archeologi liberi professionisti, sta focalizzando la propria attenzione sull’area della navata destra dell’edificio di culto: la messa in luce di intricate murature, di una complessa sequenza sepolcrale di Età basso medievale nonché di strati e strutture delle fasi pertinenti alla vita altomedievale sulla collina del Priamàr, sono solo alcune delle inattese scoperte che, al termine dell’indagine, i ricercatori del MÀR condivideranno con la popolazione di Savona per restituirle parte del suo passato nascosto.
Sarà anche l’occasione per implementare nel percorso del Museo la sezione dedicata all’antica Cattedrale che, grazie agli scavi in corso, trova modo di essere periodicamente arricchita nei suoi contenuti.