"Sono stati 4 anni di grande lavoro, intensi, duri, con la Liguria percorsa a testa bassa, una grande interlocuzione con i sindaci cercando di dare risposte a problemi amministrativi e una ricerca degli equilibri politici con un epilogo ormai conosciuto da tutti che francamente non ci aspettavamo".
Il consigliere regionale uscente Alessandro Bozzano, candidato alle elezioni nella lista civica "Vince Liguria" del candidato del centrodestra Marco Bucci, ha ripercorso questi anni di mandato soffermandosi su diversi aspetti anche sulle dimissioni dell'ex presidente Giovanni Toti.
Bozzano che campagna elettorale si appresta ad affrontare?
"E' una campagna elettorale interessante che 4 anni fa ho fatto come sindaco della mia città (Varazze. ndr) e ora come consigliere regionale. Si inizia sapendo di avercela messa tutta a servizio della mia terra. Non avendo mancato ad un consiglio regionale".
Candidato nel 2020 in Cambiamo, la lista civica di Toti, dopo l'epilogo la decisione di rimanere in un civismo di centrodestra.
"È un po di tempo che ho scommesso sul civismo, presupposto del pragmatismo che tutti i cittadini vogliono, i problemi infatti devono essere percepiti e risolti. Un problema non risolto non velocemente non è un problema risolto. Io l'ho fatto nella mia città e l'ho provato nell'esperienza precedente da consigliere regionale, è l'esperienza migliore".
Ha il rammarico per qualcosa in questi ultimi 4 anni?
"L'amarezza di non aver finito la legislatura. C'è tanto lavoro che solitamente si fa nell'ultimo anno. Come la sottoscrizione del protocollo sulla strada del Beigua e questo è un solo esempio. Mi ha visto impegnato per risolvere un problema difficilissimo e me lo sono visto sfumare. Spero di esserci per portarlo a termine e se non ci sarò auspico che qualcuno lo porti avanti".
Perché la decisione di candidarsi nella civica di Bucci? Era stato accostato anche alla Lega.
"Credo che Bucci sia l'unico amministratore civico che si presenta per un governo della regione, è una garanzia, di imparzialità. Orlando non è lo è, è l'espressione di un partito politico".
Da avvocato, come vede la decisione di Toti di patteggiare e la vicenda giudiziaria?
"Sul tema se ne parlerà ancora a lungo. Sul ruolo della politica, sul finanziamento pubblico. I patteggiamenti non sono ammissioni di colpe. Se patteggia la difesa, patteggia anche l'accusa".
L'ex presidente regionale si è lasciato andare ad uno sfogo contro chi lo ha 'abbandonato' nei momenti di difficoltà. Lei però è sempre stato uno dei 'fedelissimi'.
"Abbiamo tenuto compatto il gruppo in un momento di difficoltà estrema e questo è stato un periodo della mia vita che ricorderò come complesso. Siamo arrivati a reggere 3-4 mesi e poi è arrivata la sua scelta giusta di Toti di dare mandato ai cittadini. E' stato un atto di grande responsabilità, l'unico che si poteva ipotizzare".