Attualità - 04 settembre 2024, 12:05

Brasiliana diventa cittadina italiana per l'avo nato a Borgio nel 1783, quando lo Stato italiano non esisteva ancora

Una sentenza del Tribunale di Genova destinata a fare discutere in un Paese in cui non si applica lo "ius soli"

Brasiliana diventa cittadina italiana per l'avo nato a Borgio nel 1783, quando lo Stato italiano non esisteva ancora

Chissà se Carlo De Maria, nato a Borgio nel 1783, ha mai immaginato di legare il suo nome ad un avvenimento storico. Perché in un certo senso di tale si tratta quanto è stato stabilito nei giorni scorsi dal Tribunale di Genova.

Una sentenza del Foro genovese ha infatti riconosciuto lo status di cittadini italiani "iure sanguinis" ad una 49enne brasiliana e ai suoi figli di 19 e 7 anni. Il motivo? La discendenza dal già citato De Maria, nato nel Comune della riviera ponentina ed emigrato in Brasile quando l'unione con Verezzi non esisteva ancora (arriverà sotto il Fascismo) e soprattutto quando l'Italia come la conosciamo oggi non esisteva ancora e nemmeno Napoleone era già passato da quelle parti. 

E così dal Tribunale di Genova ecco materializzarsi un pronunciamento destinato a far discutere in un Paese in cui si nega lo "ius soli", ovvero il diritto alla cittadinanza italiana ai figli di stranieri nati in Italia. E pensare che la cittadinanza italiana a Carlo De Maria venne riconosciuta solamente essendo deceduto nel 1867 dopo essere tornato su quello che nel frattempo era diventato territorio del Regno d'Italia.

Il percorso di emigrazione di De Maria toccò prima Gibilterra dove si sposò ed ebbe un figlio, da lì trasferimento in Brasile assieme alla famiglia. La dinastia proseguirà in Sudamerica con il figlio che lì si sposerà ed avrà una figlia: un passaggio importante quest'ultimo, perché il codice del 1865 stabiliva che per le donne italiane sposare un cittadino straniero avrebbe significato perdere la cittadinanza, una cittadinanza che invece per gli uomini mai sarebbe decaduta. Una discriminazione poi cancellata molti anni dopo.

Tornando al caso in oggetto, ad opporsi alla richiesta di cittadinanza è stato il Ministero dell'Interno. E adesso dal Ministero degli Esteri emerge timore per un boom di riconoscimenti di cittadinanze a persone discendenti lontani di italiani, privi però di alcun tipo di legame linguistico e culturale con l'Italia proprio come i protagonisti di quello che potremmo definire "Caso De Maria". Legami che invece appaiono forti con coloro che nascono nel nostro Paese ma ai quali, senza aver mai avuto avi italiani, non viene riconosciuta la cittadinanza.

Roberto Vassallo

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