Politica - 16 agosto 2024, 15:00

Migliaia di like e un seguito da leader nazionale, la rinascita social del “semplice e comune cittadino” Giovanni Toti

Dopo la revoca degli arresti domiciliari la macchina della comunicazione dell’ex governatore si è rimessa in moto macinando contenuti e con un seguito mai visto prima alternando politica e narrazione personale

Giovanni Toti in una foto postata sui canali social

Giovanni Toti in una foto postata sui canali social

Le prime parole dopo la revoca dei domiciliari, poi la gita in giro per Genova, il tour politico a Roma, il ricordo del ponte Morandi, gli auguri di buon compleanno a papà e sorella, l’immancabile video di Ferragosto.
Dal 1° agosto la macchina della comunicazione di Giovanni Toti si è rimessa in moto lavorando su più fronti: l’attività politica di ‘regia’ della gamba civica ligure in ottica elettorale e la narrazione del Toti privato e provato dai tre mesi di reclusione agli arresti domiciliari.

L’elemento che non può passare inosservato sono i numeri, i dati, i like, la portata dei post che l’ex presidente ha postato sui propri canali social. Un seguito mai visto prima, degno di un leader nazionale, superiore a molti rappresentanti del governo centrale. Il tutto, giova sempre ricordarlo, da cittadino comune, senza più ruoli e senza più incarichi, ma con attorno una struttura comunicativa che sembra non essersi mai fermata.

I contenuti totiani post arresto hanno un seguito impressionante. Andando a ritroso: il video di buon Ferragosto ha superato i 9 mila like, gli auguri di buon compleanno alla sorella arrivano a quota 19.700, quelli al papà a 11 mila, il ricordo del ponte Morandi arriva a 2.300, la sua foto intento a scrivere al computer in giardino arriva a 3.200, i ‘quattro passi per Genova’ superano i 9 mila e, infine, il post nel giorno della revoca dei domiciliari ne ottiene 8.400.
Per avere un metro di paragone e per capire quanto la vicenda giudiziaria che l’ha travolto abbia dato una clamorosa accelerazione al suo seguito sul web, basta scorrere la pagina fino al 6 maggio, il giorno prima del blitz. A quei tempi (sembra un’era fa) Toti raramente andava sopra i mille like, fermandosi spesso anche a cifre minime come 100 o 200. Ora, invece, non scende mai sotto quota mille e tocca vette mai viste prima.

Sempre per capire la portata social dell’ex presidente, è sufficiente fare un paragone con i principali leader nazionali del centrodestra. Per ovvi motivi Giorgia Meloni è irraggiungibile, mentre Matteo Salvini, da sempre attivissimo sui social, è sugli stessi numeri di Toti. Anzi, nell’ultimo periodo l’ex presidente ligure lo incalza da vicino e il leader della Lega riesce a tenere botta pareggiando i 19.700 degli auguri alla sorella con i suoi 19 mila frutto della foto con le friselle pugliesi. Questo offre il menu estivo della politica.
Il segretario di Forza Italia e vicepremier Antonio Tajani, invece, è lontano anni luce con una comunicazione social molto meno accattivante e risultati non certo entusiasmanti.

Qualcuno potrebbe obiettare sostenendo che Toti abbia foraggiato le proprie pagine social con investimenti in pubblicità, ma così non è. Andando a spulciare nei dettagli della pagina Facebook ‘Giovanni Toti’ non si trovano inserzioni nelle ultime settimane. L’ex presidente ha sì investito sui social, ma non in questo periodo. In totale, tra pagina personale, Lista Toti e comitato Giovanni Toti, negli anni sono stati investiti circa 32 mila euro. Il record va proprio alla pagina personale con 18.700 euro, la Lista ha speso circa 7 mila euro e il comitato 6.300.

Una comunicazione totiana che ha cambiato radicalmente atteggiamento anche nei confronti del Secolo XIX, prima terreno fertile per le proprie campagne di promozione pubblicitaria, ora nemico pubblico numero uno. Da quando lo storico quotidiano genovese ha iniziato a sviscerare l’inchiesta corruzione è diventato oggetto di vibranti comunicati stampa della Lista Toti in un mix tra ironia e attacchi diretti. 

Prendendo spunto proprio da chi invocava una medicina contro il totismo, viene da pensare che serva davvero un buon antibiotico contro l'ossessiva faziosità del Secolo XIX - si legge nell’ultima nota arancione- un antibiotico che ci difenda dal furore ideologico della direttrice pro tempore, evidentemente delusa dagli ultimi dati sulle vendite (-9,27 % rispetto a giugno 2023 fonte Prima Comunicazione) e i pezzi di Fregatti ed Indice che certamente non vinceranno mai il Pulitzer, visto che aggiungono solo considerazioni che molto probabilmente imbarazzano anche gli stessi Pm. Oggi per esempio raccontano di normalissimi colloqui generici su strade e barche elevandoli a grandi notizie, testimoniando ancora una volta il quadro esatto della posizione del giornale. Un’attitudine autolesionista che, pur di criticare tutto e tutti, non esita a colpire quotidianamente il territorio che un giornale locale dovrebbe difendere e sostenere evidenziando, ogni tanto, anche i suoi punti di forza. Evidentemente il disagio di sentirsi inadeguati rispetto alla realtà circostante, la consapevolezza di declino inarrestabile di una testata che fu prestigiosa, produce questi effetti”.

A nessuno, ovviamente neppure ai giornalisti, è impedito parteggiare, anche smaccatamente, per una fazione politica e quotidianamente agire come pervicaci sostenitori in supporto alla stessa abusando del diritto di critica che peraltro impone di sentire sempre entrambe le campane - aggiungono - ma, allo stesso modo, è concesso a noi auspicare una cura verso questo atteggiamento: cari amici, chi ama la Liguria oggi lascia in edicola quel giornale che quotidianamente la distrugge. Leggete altro sotto l'ombrellone, non fate tarpare l'ottimismo e la verità dal pessimismo di quel foglio. Ai giornalisti la sacrosanta libertà di usare e anche di abusare della propria penna. Ai cittadini che non si riconoscono in quel giornale, la libertà di risparmiare i propri soldi per leggere una storia che non è la loro”.

Attacchi diretti a quel quotidiano che proprio nel cuore dell’estate è stato rilevato da MSC di Gianluigi Aponte, un’operazione nata in primavera, prima dell’arresto di Toti, e che negli ambienti aveva lasciato libero spazio a fantasia espansionistiche dell’allora presidente per tramite di un uomo a lui molto vicino per ragioni portuali. Oggi, invece, la realtà vede un muro contro muro tra Toti e la direzione del Secolo XIX.

Infine, sempre leggendo tra le righe, non è da escludere che la gargantuesca comunicazione totiana sfoci anche in qualcosa di più strutturato, forse un libro o una memoria delle ‘sue prigioni’. Lo ha detto lui stesso in quel post che lo ritrae intendo a scrivere al computer in giardino: “In questi mesi, quante idee, riflessioni, emozioni e ricordi degli ultimi nove anni insieme. E quante cose da cambiare nel nostro Paese. Presto vi farò leggere tutti questi pensieri”. Sostenitori e detrattori restano in attesa.

Il tutto da “semplice e comune cittadino”, come lui stesso si era autodefinito nella lettera con cui ha annunciato le dimissioni lo scorso 26 luglio.

Pietro Zampedroni

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