- 15 agosto 2024, 18:30

Dal faro di Puntavagno per abbracciare il mondo, l’impresa dei radioamatori di comunicare oltre ogni confine

Una tecnologia che continua ad appassionare tanti nel mondo, capace di collegare luoghi lontani grazie a segnali invisibili che viaggiano nell’etere. Un filo che unisce, pronto a entrare in azione in caso di emergenza

Dal faro di Puntavagno per abbracciare il mondo, l’impresa dei radioamatori di comunicare oltre ogni confine

Appassionati di telecomunicazioni, antenne e strumentazioni particolari, i radioamatori amano trasmettere segnali in tutto il mondo mettendosi in contatto con ogni angolo della Terra.

Messaggi brevi, saluti, cartoline dai continenti che mantengono vivo un modo di comunicare che oggi, complice l’enorme balzo avanti della tecnologia, appare sempre più obsoleto.

Il radioamatore - racconta con entusiasmo Francesco Giordano - è un appassionato di telecomunicazioni, di comunicazione radio, ama la socialità del mondo radioamatoriale e quando si mette in contatto, per esempio, con un suo omologo in Brasile, sa che entrambi stanno facendo salti di gioia. Si devono avere molte accortezze, oltre a una sorta di brevetto che si ottiene con un corso e un esame. Ci sono fatti tecnici e considerazioni naturali. La ionosfera, per esempio, a certe ore del giorno e in certe stagioni si comporta come uno specchio, quindi le nostre onde radio rimbalzano in continuo, questo ci permette di fare un collegamento transoceanico come fece Marconi nel primo collegamento a livello mondiale”.

Raccontando del suo nominativo, IZ1KVQ, Francesco continua: “Non me lo sono inventato, mi è stato assegnato dal Ministero dopo aver sostenuto l’esame. Per fortuna, non ho dovuto sostenere l’esame di telegrafia altrimenti mi avrebbero bocciato - spiega ridendo -. Tanti radioamatori amano telegrafare e sono i custodi priori di questo patrimonio immateriale dell’umanità”. 

In occasione dell’International Lighthouse/Lightship Weekend, l’evento annuale che si svolge ogni terzo fine settimana di agosto e che coinvolge cinquecento fari in oltre novanta paesi, Genova sarà protagonista ma non con la sua Lanterna, eletta  faro dell’anno 2024, bensì con il faro di Puntavagno.

Li si ritroveranno i radioamatori di Genova per una giornata all’insegna dei collegamenti con tutto il mondo. 

Avremo un nominativo speciale; dalle 8 alle 17 trasmetteremo segnali cercando di collegare più stazioni possibili e più fari possibili. Potremmo definirla una semplice gara, vince chi ne collega di più” prosegue Giordano che racconta cosa accadrà nel corso della due giorni di trasmissione: “Dal faro II1PV, il nome del faro di Puntavagno, trasmetto e attendo risposte. Può essere che si faccia avanti il faro della Germania o dell’Olanda, io darò loro le mie referenze con il nome codificato del faro, chi risponderà darà le proprie ed entrambi capiremo dove ci troviamo. Le comunicazioni avvengono in inglese e sono dei semplici scambi di informazione, ci chiediamo come stiamo, poi ci salutiamo. Abbiamo delle abbreviazioni che ci aiutano: per esempio, per dire che arriva bene quindi che il segnale è buono, si usa dire cinque nove, proprio in prestito dalla telegrafia, se si sente un cinque nove nove, vuol dire che si arriva molto bene”.

La sezione ARI di Genova, inoltre gestisce il portale dei fari italiani e premia i radioamatori che si mettono in contatto con diversi fari, garantendo una parte ludica a questo hobby.

Ma i radioamatori sono fondamentali anche in supporto alla Protezione Civile. Con appena cinque Watt, sono in grado di mettersi in collegamento con tutta Europa. Questo vuol dire che, in caso di mancanza di corrente, potranno continuare a comunicare.

A proposito, Francesco prosegue: “Una volta al mese is fanno i collegamenti tra le varie Prefetture d’Italia dove ci sono le diverse associazioni. Si testa il collegamento e  ci si assicura che sia tutto funzionante”. Una sorta di check up che tiene in funzione e sempre monitorato questo sistema.

In caso di necessità, possiamo entrare a qualunque ora del giorno e della notte, certo si spera sempre di non farlo”.

Isabella Rizzitano

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