Cronaca - 10 agosto 2024, 17:30

Abusi sessuali su minore, Padre Melis dagli arresti domiciliari al carcere

Inasprita la misura cautelare da parte del Gip del Tribunale di Savona. Il fascicolo passato di competenza territoriale al Palazzo di Giustizia savonese per le violenze avvenute a Finale

Abusi sessuali su minore, Padre Melis dagli arresti domiciliari al carcere

Revocati gli arresti domiciliari con la disposizione del trasferimento in carcere a Pontedecimo.

Questa la decisione del giudice per le indagini preliminari di Savona nei confronti di Padre Andrea Melis arrestato la settimana scorsa dai carabinieri e accusato di violenza sessuale nei confronti di un minorenne.

Il fascicolo passato per competenza territoriale da Genova al Tribunale di Savona (per quanto riguarda le violenze su minore che sarebbero state effettuate a Finale Ligure) ha visto portare il gip savonese a decidere di disporre il carcere in quanto a seguito di una segnalazione dei carabinieri di Genova l'Istituto dei Padre Scolopi di Chiavari dove il sacerdote era ai domiciliari non era una collocazione idonea perché vicina alle scuole e quindi un luogo "potenzialmente a rischio di reiterazione del reato".

Melis, che nei giorni scorsi davanti al gip del Tribunale di Genova Milena Catalano si era avvalso della facoltà di non rispondere, è appartenente all'ordine dei Padri Scolopi, è stato direttore della scuola elementare della Fondazione Assarotti e presidente della Fidae Liguria (Federazione di scuole cattoliche primarie e secondarie).

Nel savonese è stato anche parroco della chiesa di Sant'Antonio da Padova a Finale Ligure.

E proprio nel finalese le accuse più pesanti: il sacerdote infatti avrebbe abusato di un giovane chierichetto (quando la vittima aveva 12 anni e sino al compimento dei 16).

Le violenze sessuali si sarebbero verificate nella chiesa degli scolopi finalesi, per questo la Gip del Tribunale di Genova si è dichiarata "territorialmente incompetente" con il fascicolo che è stato destinato al Palazzo di Giustizia savonese. 

Il prete è "portatore di Hiv" e questo aumenta la sua pericolosità; così aveva scritto la Gip, che ne aveva disposto gli arresti domiciliari.

Il sacerdote avrebbe contratto il virus anni fa in Africa: è stato lui stesso a dichiararlo agli investigatori. Il minore coinvolto nella vicenda non è stato infettato, ma se dovessero venire alla luce persone che hanno contratto l'Hiv dopo essere state con padre Melis, la Procura potrebbe contestare al religioso anche le lesioni dolose gravissime.

Per ora il parroco è accusato di abusi sessuali ai danni di un ragazzino, che abitualmente svolgeva le mansioni di chierichetto, che è stato "ricompensato" con soldi, videogiochi, vestiti griffati, sigarette elettroniche. Ma il religioso avrebbe tentato approcci anche con altri sette minorenni, alcuni anche suoi ex alunni della Assarotti, attirati nel suo appartamento sempre con "regalini".

Nell'ordinanza, la giudice ha sottolineato come il sacerdote abbia agito sotto "la spinta di impulsi perversi", carpendo la fiducia dei minori "attirandoli a casa sua, vicino le chiese" e facendoli "accedere a tutto ciò che un adulto proibisce". La sua pericolosità, secondo la giudice, "non è connessa esclusivamente alla sua qualità di sacerdote e di insegnante, da cui è sospeso, ma anche alla sua capacità, acquisita proprio per effetto delle professioni svolte, di avvicinarsi ai minori, di farsi capire dagli stessi, ponendosi come loro amico e complice".

Luciano Parodi

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