Attualità - 31 luglio 2024, 11:09

Savona, Travaglio riempie piazza Sisto: "Per le guerre bisogna cercare le cause, non le colpe che attengono alla morale"

La guerra tra due paesi non è mai un fatto isolato. Gli intrecci, le cause e i fatti storici che hanno portato a due conflitti contemporanei di Israele e Palestina e Russia Ucraina

Savona, Travaglio riempie piazza Sisto: "Per le guerre bisogna cercare le cause, non le colpe che attengono alla morale"

Andare alla radice delle cose, non fermarsi alla superficie. "Bisogna cercare le cause, non le colpe. Le colpe sono un discorso che attiene alla morale".

E' partito dalla guerra in Ucraina, Marco Travaglio, ospite ieri sera in piazza Sisto della rassegna "Parole ubikate in mare" per parlare del conflitto palestinese israeliano, tema del suo ultimo libro (Israele i palestinesi in poche parole), proprio per spiegare quanto andare alle cause sia importante per comprendere i fatti storici dei nostri giorni.

"Si vuole far credere che Putin si sia sentito Hitler e abbia pensato di conquistare l'Europa  invadendo l'Ucraina – ha spiegato il direttore del Fatto quotidiano – Il 7 ottobr ela strage perpetrata da Hamas, quindi la reazione di Israele all'aggressione che si sta allargando al Sud del Libano. Entrambi questi fatti hanno dietro delle cause". 

Travaglio ripercorre  la guerra in Ucraina degli ultimi dieci anni, toccando il ruolo dell'Occidente e della Nato, non solo in questa parte dell'Est Europa, ma anche nelle Primavere arabe o a Gaza e in Cisgiordania. "In Egitto si è puntato a fare cadere Mubarak – ha detto Travaglio – andando al voto. Hanno vinto i Fratelli Musulmani. Non andavano bene e allora ci hanno messo Al Sisi; A Gaza e Cisgiordania, nel 2006, avevano vinto i Fratelli Musulmani ma non andavo bene neanche quelli". 

Per l'Ucraina Travaglio ha riporcorso i fatti che hanno portato alla sollevazione di piazza Euromaidan, il ruolo di sottosegretario al dipartimento di Stato Victoria Nuland, protagonista e artefice della politica statunitense in Ucraina, la caduta di Yanukovic, l'elezione di Poroshenko, che firma la la legge per introdurre nella Costituzione ucraina gli obiettivi di integrazione nella Nato e nell'Ue e la sua politica aggressiva nel Donbass, e poi Zelesnki.

"Putin è l'aggressore del febbraio 2022 - ha spiegato Travaglio – ma da otto anni gli aggressori erano i governi dell'Ucraina contro la popolazione russa e russofona del Donbass". Poi la guerra e quella che poteva essere una pace , dopo poco meno  un mese di conflitto. "Una pace poteva esserci – ha proseguito Travaglio – quando Erdogan e Bennet, come intermediari, avevano proposto l'accordo: ritiro della Russa, autonomia del Donbass, autonomia dell'Ucraina che non sarebbe entrata nella Nato e sarebbe stata disarmata. L'accordo non è stato firmato perchè Boris Johnson è andato a minacciare Zelensky perché non firmasse l’accordo che avrebbe risolto il problema 500mila morti fa“. L'accordo prevedeva inoltre che la Crimea restasse alla Russia.

Poi il caso di Israele raccontato nel libro; la diaspora in seguito alla cacciata da parte dei romani, le successive dominazioni e di persecuzioni, fino alla fine dell'Ottocento quando il Sionismo teorizza e organizza il ritorno a casa. C'è la spartizione della Palestina da parte dell'Onu, nel 1947 in due stati: uno ebraico e uno arabo-palestinese. Ma nasce solo il primo. Le classi dirigenti arabe si giocano i palestinesi alla roulette russa delle guerre (quattro) e del terrorismo, e perdono sia le guerre sia i territori. Dopo Rabin e Sharon, in Israele inizia la lunga e "buia" era di Netanyahu che sabota il processo di pace con sempre nuovi insediamenti ebraici in Cisgiordania.

Elena Romanato

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