Politica - 18 luglio 2024, 16:17

Inchiesta corruzione in Liguria, per la terza volta Toti fa i conti con il “pericolo di reiterazione di reato”

Intanto emergono nuovi dettagli in merito a un nuovo possibile finanziamento illecito operato da Maurizio Rossi, editore di Primocanale, a favore della lista Noi Moderati - Italia al Centro con Toti

Inchiesta corruzione in Liguria, per la terza volta Toti fa i conti con il “pericolo di reiterazione di reato”

A 71 giorni dall’arresto e a una settimana dal “no” del Riesame alla revoca dei domiciliari, Giovanni Toti fa nuovamente i conti con quel “pericolo attuale e concreto che l’indagato commetta altri gravi reati della stessa specie”. O, per meglio dire, del pericolo di reiterazione di reato, messo nero su bianco anche nell’ordinanza di custodia cautelare che la Guardia di Finanza gli ha notificato questa mattina alle 11.15 nella sua casa di Ameglia.

Tali esigenze cautelari sono desumibili, essenzialmente, dalle modalità stesse della condotta e dalla personalità dell’indagato - si legge ancora nel documento - così come emergente anche dai comportamenti accertati nell'ambito della presente indagine che hanno già condotto alla pronuncia in data 6 maggio 2024 dell'ordinanza cautelare applicativa degli arresti domiciliari”.

E poi: “La predetta misura cautelare è stata applicata al presidente della Regione Liguria in relazione a due gravi episodi di corruzione strettamente connessi con il reato di finanziamento illecito per cui si procede e per il quale è stata richiesta la nuova misura cautelare. Dagli atti di indagine è emersa una consolidata sistematicità del meccanismo corruttivo, reiterato con allarmante abitualità in un notevole arco temporale e nell'ambito dei rapporti con due diversi imprenditori (Spinelli e Moncada)”.

Per la Procura, quindi, quello di Toti sarebbe un modus operandi messo in atto in due occasioni e con due imprenditori, questa volta anche con la ‘sponda’ dell’editore di Primocanale, Maurizio Rossi, anche lui indagato.

Nelle carte, inoltre, si legge che “gli accertamenti della Guardia di Finanza hanno fatto emergere indizi su un'ulteriore ipotesi di finanziamento illecito operato da Maurizio Rossi a favore della lista Noi Moderati - Italia al Centro con Toti (partecipante alle elezioni politiche del 25 settembre 2022) con il medesimo escamotage e in relazione al quale sono ancora in corso approfondimenti investigativi”.

E ancora: “Maurizio Rossi, in occasione della competizione elettorale politiche del 25 settembre 2022, avrebbe erogato un ulteriore finanziamento rappresentato da 1598 passaggi elettorali pubblicitari (video denominato ‘Noi Moderati - Italia al Centro con Toti’) sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo, del valore di circa 23.970 euro in modo occulto e cioè senza alcuna delibera da parte dell'organo sociale competente, senza una regolare iscrizione a bilancio e senza procedere ad alcuna dichiarazione congiunta. Ed esattamente come quanto accaduto nel capo oggetto di contestazione, Maurizio Rossi, al fine di poter giustificare la pubblicità per la lista Noi Moderati - Italia al Centro con Toti, Rossi avrebbe stipulato con il Comitato Giovanni Toti Liguria un contratto per la proiezione di un totale di 30 passaggi di una clip sul maxischermo di Terrazza Colombo, al prezzo complessivo di 450 euro (costo unitario per singola clip pari a 15 euro cadauna), ma, realtà, a fronte dei 30 passaggi previsti e contrattualizzati, ne sarebbero stati effettuati 1598 per un valore economico complessivo pari a 24.420 euro”.

È evidente, anche alla luce dei recenti sviluppi investigativi, la permanenza e attualità del pericolo che l'indagato possa reiterare analoghe condotte, peraltro ritenute pienamente legittime e corrette dal predetto - si legge ancora nel documento - tenuto conto anche del fatto che nel 2025 sono calendarizzate le elezioni regionali e che la campagna per la raccolta dei fondi è già iniziata. Tale pericolo si configura vieppiù concreto ove si consideri che il predetto continua tuttora a rivestire le medesime funzioni e le cariche pubblicistiche, con conseguente possibilità che le stesse vengano nuovamente messe al servizio di interessi privati in cambio di finanziamenti. I recenti e ultimi sviluppi investigativi rendono nuovamente attuali anche le esigenze cautelari stante il pericolo di inquinamento probatorio in ragione del pericolo che l'indagato, ove non sottoposto ad alcun vincolo cautelare, si ponga in contatto con altri indagati per elaborare una strategia comune o che, sfruttando l'influenza derivante dalle funzioni svolte, contatti altre persone in grado di fornire circostanze utili ai fini di una conveniente ricostruzione delle nuove condotte criminose emerse”.

Alla luce di quanto in precedenza esposto - conclude l’ordinanza del Gip - si ritiene che, tenuto conto della gravità delle condotte, e della conseguente strumentalizzazione della propria funzione pubblica per il perseguimento di interessi personalistici, sia proporzionata alla gravità dei fatti e adeguata in relazione al grado elevato di esigenze cautelari da soddisfare sopra divisate, la misura cautelare richiesta dal PM degli arresti domiciliari, con divieto di comunicare con persone diverse da congiunti o familiari conviventi come unica misura adeguata a svolgere una efficace funzione cautelare, dovendo ritenersi del tutto inadeguata l'applicazione di altre misure cautelari, nonché proporzionata alla notevole gravità dei fatti”.

La nuova ordinanza di custodia cautelare, mette a serio rischio gli incontri che Toti aveva in agenda per domani con il vicepremier Matteo Salvini e per sabato con l’assessore regionale Marco Scajola. Al momento, in attesa dell’interrogatorio di garanzia, non è possibile confermarli a patto che il presidente non venga ascoltato nel pomeriggio di oggi.

Pietro Zampedroni

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