Attualità - 17 luglio 2024, 13:13

Albenga ricorda le piccole vittime dell’Annamaria: 77 anni da quel tragico pomeriggio

Il sindaco Riccardo Tomatis: “Ma pensiamo anche a chi è sopravvissuto, grazie a tante persone che non esitarono a buttarsi in mare. Albenga ha un grande cuore, nei momenti difficili non si tira mai indietro”

Albenga ricorda le piccole vittime dell’Annamaria: 77 anni da quel tragico pomeriggio

Foto dalla pagina Facebook del Comune di Albenga

77 anni da quel drammatico giorno quando persero la vita 44 bambini: ieri, 16 luglio, ad Albenga, la commemorazione dell'affondamento della motobarca Annamaria.

“Erano là, ritti, vicini vicini, tutti stipati sul barcone solo un momento prima; tanti berrettini bianchi che cantavano felici, e ora, sott’acqua, aprivo gli occhi e vedevo quegli stessi berrettini bianchi, a grappoli, adagiati, che punteggiavano il fondale marino, avvinti l’uno all’altro, oppure alle vesti della loro assistente, in un ultimo disperato tentativo di salvezza… Non dimenticherò più”. (dal sito crocebianca.it)

Annamaria, un nome dolcissimo che ad Albenga purtroppo si accosta a una tristissima pagina di storia cittadina: il naufragio della motobarca che portava proprio quel nome che sa di mamma, come a rappresentare tutte le mamme che piansero la morte dei loro figlioletti vittime di quella tragedia.

Accadde alle 17 circa del 16 luglio 1947: da Loano salpò la motobarca Annamaria con 81 bambini, tutti maschi di età compresa tra i 4 e gli 8 anni, e alcune educatrici. Direzione: Isola Gallinara.

I piccoli, provenienti da Milano e Verona, erano ospiti della Colonia della Solidarietà di Loano, istituita a favore dei reduci e dei partigiani. Con vocine gioiose intonavano canzoncine e lanciavano urletti di felicità alla vista della bella isoletta, ormai tanto vicina da poterla quasi toccare. L’Annamaria carica, troppo carica di bimbi, così carica da stentare ad emergere dall’acqua, distava soli 100 metri dalla riva in Regione Burrone, ad Albenga, dove alcuni ragazzi sulla spiaggia, attirati dalle loro vocine, si alzarono per andare a fare un cenno di saluto a quelle testoline con i cappellini bianchi.

I ragazzi si sbracciavano ricambiati dalle voci festose dei bimbi, quando un rumore squarciò la festa e spense tante vite, quella di 44 bambini e 3 educatrici, per la precisione. La barca fece un accenno di impennata e poi ricadde su sé stessa, avendo urtato violentemente un palo che sosteneva lo scarico delle fogne cittadine, che sporgeva a pelo dell'acqua. Il natante imbarcò subito acqua e in poco tempo affondò. Terrore, panico: i bambini si buttavano o cadevano in acqua, ma nessuno di loro sapeva nuotare. A riva, Giorgio, Ettore, Luigi e Domenico, increduli, spensero il sorriso e, senza esitazione, si buttarono in acqua. Con tutta la forza che avevano, raggiunsero il relitto e i bimbi ancora in vita si aggrapparono a loro in cinque, sei per volta.

Per i quattro giovani cominciò un estenuante e valoroso salvataggio, fatto di viaggi avanti e indietro per portare più bambini possibile in salvo sulla riva. Nel frattempo, le voci in merito alla tragedia che si stava consumando a pochi metri dalla spiaggia arrivarono alle vie cittadine e tutti fecero il possibile per soccorrere i piccoli naufraghi. Albenga rispose commossa, con un cuore grande: dopo i quattro ragazzi, altri contribuirono al salvataggio, comprese le ambulanze della Croce Bianca e gli automezzi dei Vigili del fuoco che arrivarono con prontezza per portare il loro contributo. Si salvarono 37 bambini. Per gli altri 44 e 3 educatrici, non ci fu nulla da fare.

Ieri ad Albenga alle 17, in occasione del 77esimo anniversario del naufragio dell’Annamaria, l’Amministrazione Comunale e la seziona ingauna della Croce Bianca  hanno commemorato la tragedia, con la deposizione di fiori presso il monumento dedicato alle vittime. Erano presenti le autorità locali e anche il commosso attuale presidente della Croce Bianca di Albenga Dino Ardoino, che fu testimone della tragedia. Un evento che segnò sicuramente la sua vita, tanto che da quel giorno dedica il suo tempo e il suo impegno a soccorrere il prossimo, sentimento che è alla base dell’operato di tutti i militi.

“Difficile pensare a 44 bambini più le educatrici che hanno perso la vita in quel pomeriggio, che doveva essere un momento di gioia – dice il sindaco Riccardo Tomatis nel suo discorso durante la commemorazione-. Negli anni mi sono documentato, ho letto molto in merito. Quei bimbi ridevano, scherzavano, salutavano, avevano tutti un cappellino bianco in testa e in un attimo sono passati dalla felicità all’orrore di quei momenti. C’è un articolo di Buzzati, inviato del Corriere della Sera, che dice ‘in quei gironi, tutto il dolore del mondo era concentrato su Albenga’ e questa frase racchiude veramente qual era il sentimento della nostra città in quel momento”.

“Difficile dare una spiegazione a ciò che è successo, ma non pensiamo solo ai 44 bambini che purtroppo hanno perso la vita, pensiamo anche a tutti gli altri che sono stati salvati da giovani albenganesi che non ebbero il minimo timore nel buttarsi in acqua, anche a costo di mettere a repentaglio la propria vita per riportare a terra molti di quei bambini – continua -. E poi, pensiamo alla nostra città che dimostrato la sua generosità, il suo cuore, come sempre nei momenti difficili. Molte famiglie donarono gli abiti della prima comunione dei propri figli per vestire le piccole salme, tutte ricoverate nella sede della Croce Bianca. Quel momento fu cruciale e si può dire che la vera Croce Bianca ad Albenga sia nata in quel momento, realtà di cui oggi Albenga e tutto il territorio non può fare a meno. Albenga ha un grande cuore, nei momenti difficili non si tira mai indietro”, conclude il primo cittadino di Albenga.

Maria Gramaglia

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