“Se io agricoltore ho un cinghiale che mi devasta il campo, non posso aspettare quindici giorni prima di un intervento. Così facendo il mio raccolto muore e non rimane più niente da salvare,” spiegano così Marcello Grenna e Antonio Ciotta, Presidente e Direttore di Coldiretti Savona, la necessità di procedure più snelle e capacità di intervento anche in aree protette, in tempi brevi.
Queste solo alcune delle richieste fatte da Coldiretti alla Regione Liguria in data 10 luglio, all’interno di un piano Straordinario per cui si è chiesto l’intervento di Alessandro Piana, Presidente ad Interim di Regione Liguria. “Ci siamo confrontati in piazza, pubblicamente: abbiamo fatto sentire la voce degli agricoltori, sottolineando la piaga sociale che rappresentano i cinghiali per le nostre coltivazioni e dunque il futuro delle nostre aziende,” ha spiegato Grenna sul palco allestito per l’occasione sotto il Palazzo della Regione. “I cinghiali, anche nella provincia di Savona, sono ormai parte della vita di tutti i giorni. Li avvistiamo su strade, spiagge e litorali. Questa cosa è pericolosissima, anche perché la Liguria è una delle regioni peggiori d’Italia per quanto riguarda il contagio da peste suina, e la Provincia di Savona è una delle zone peggiori”.
Di fianco ai danni all’agricoltura, inoltre, - campi devastati, raccolti falcidiati, intere produzioni agricole a rischio e un costante assedio delle aree rurali – si è discusso dei problemi riguardanti i cittadini e i guidatori, i cui incidenti minacciano le strade sempre più.
Queste le motivazioni che hanno portato centinaia di agricoltori da tutta la Liguria a manifestare sotto il Palazzo della Regione, a Genova in Piazza De Ferrari. “Un problema che tocca agricoltura e cittadinanza: gli agricoltori non possono più stare inermi a guardare ciò che accade al lavoro di una vita”, concludono Grenna e Ciotta. Durante la mobilitazione è stata anche allestita un’esposizione con le produzioni devastate e i prodotti messi a rischio dall’avanzata senza freni dei cinghiali, così da riaffermare la necessità di potenziare le misure e gli interventi per diminuire in modo significativo, non domani, non in futuro, ma adesso.