Cronaca - 10 luglio 2024, 19:30

Applausi "rumorosi" in piazza della Concordia ad Albissola, il Comune perde anche in Corte di Cassazione

L'amministrazione albissolese aveva fatto ricorso dopo la sentenza del Tribunale di Savona e della Corte d'Appello che li aveva condannati a limitare il numero degli spettacoli rumorosi e a concentrare le operazioni di allestimento/smantellamento non più a fine spettacolo

Applausi "rumorosi" in piazza della Concordia ad Albissola, il Comune perde anche in Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d'Appello e del Tribunale di Savona che aveva visto condannato il Comune di Albissola Marina a risarcire con 12mila 200 euro i due proprietari dell'appartamento di piazza della Concordia.

Respinto così l'ulteriore ricorso dell'amministrazione albissolese dopo che nel Palazzo di Giustizia savonese e in Appello i titolari dell'abitazione lo scorso settembre 2017 e nel 2020 avevano vinto la causa in merito alla diatriba nata per l’eccessivo rumore prodotto dagli spettacoli allestiti durante l’estate nella piazza presente nel cuore del paese.

La sentenza aveva enunciato regole importanti di valenza generale che potevano così essere applicate anche in altre situazioni analoghe. La querelle tra le due parti era sfociata, a luglio del 2017, in una protesta “silenziosa”, in cui il pubblico aveva ironizzato sulla faccenda esibendo cartelli con riportata la scritta “applausi”. 

Ma la questione era ben più profonda e ampia del semplice rumore prodotto dal battito delle mani, in quanto erano entrati in gioco diritti costituzionali e riconosciuti come inviolabili dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo: il diritto «al normale svolgimento della vita familiare – aveva recitato la sentenza del Tribunale di Savona – all’interno della propria abitazione e il diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiane».

In seguito a perizie, era risultato che il rumore misurato (sia durante gli spettacoli, sia durante le operazioni di montaggio e smontaggio del palco) all’interno dell’appartamento, era dalle 3.5 alle 10 volte superiore al valore limite di tollerabilità (3 decibel oltre il rumore di fondo).

Un frastuono così alto «da impedire – si legge nella sentenza – una normale conversazione». L’esposizione a un rumore di questa portata, oltre a ledere diritti costituzionali e inviolabili dei residenti, rende quindi inadeguata l’abitazione allo svolgimento della vita personale e familiare, causando inoltre «frustrazione – si legge sempre nella sentenza - per l’impossibilità di ottenere una risposta al proprio disagio, in assenza di risposte adeguate da parte dell’ente preposto alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini».

I proprietari infatti si erano negli anni lamentati con il Comune chiedendo una riduzione della rumorosità, ma inutilmente, per cui si rivolsero all'avvocato ed hanno fatto causa al Comune.

Il Tribunale di Savona aveva condannato il Comune a limitare il numero degli spettacoli rumorosi (non più di cinque al mese, mentre prima erano una quindicina, e con termine entro le 23) e a concentrare le operazioni di allestimento/smantellamento del palco tra le 9 e le 14 e tra le 16 e le 20 e non più a fine spettacolo come in precedenza avveniva; inoltre ha condannato il Comune a risarcire i danni e pagare le spese legali e peritali.

Luciano Parodi

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