Politica - 29 giugno 2024, 09:29

Giunta di Millesimo, la minoranza scrive al Prefetto: "Non rispettata la parità di genere"

"Non intendiamo restare in silenzio e in prima istanza procediamo nella richiesta di Accesso agli Atti compresi eventuali dinieghi delle candidate donne"

Giunta di Millesimo, la minoranza scrive al Prefetto: "Non rispettata la parità di genere"

In consiglio comunale lo scorso giovedì il sindaco di Millesimo Francesco Garofano ha comunicato la giunta composta da Alessandra Garra, Giovanni Pucciano, Alessio La Placa e Roberto Scarzella e il gruppo di minoranza "Progetto Millesimo", tramite il capogruppo, il consigliere Aldo Picalli ha scritto una lettera al Prefetto Carlo De Rogatis contestando le nomine che non tengono conto della parità di genere.

"Come abbiamo appreso dagli organi di stampa nei giorni scorsi e nella seduta del Consiglio Comunale in oggetto dal Sindaco stesso, la composizione della sua Giunta sarà formata da quattro uomini e una sola donna non rispettando la normativa sulla cd “parità di genere”. L'art 1, comma 137 della legge n. 54/14 (c.d. legge Delrio) ha introdotto il principio per cui "nelle giunte dei Comuni con popolazione superiore a 3000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40%, con arrotondamento aritmetico" - puntualizza Picalli inviando la missiva anche alla Consigliera di Parità Laura Amoretti della Regione Liguria e al Difensore Civico regionale Francesco Lalla - Sul principio di parità tante sono le relative norme, previste in diverse fonti nazionali e comunitarie ma sembra alquanto chiara e senza possibilità di facili 'deroghe' come ha dichiarato il sindaco. Nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a tremila abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico. Fatti due conti, è facile capire che su cinque componenti almeno due devono essere di sesso femminile".

"La legge dice di più: per i comuni con popolazione superiore ai tremila abitanti prevede una percentuale precisa a garanzia della parità di genere, pari al 40% con anche l’arrotondamento aritmetico, che va intesa nel senso che, nel computo della percentuale, si deve tenere conto anche del primo cittadino, in quanto componente della giunta. Questo aspetto del conteggio che deve comprendere anche il sindaco l’ha già abbondantemente chiarito il Ministero dell’Interno con la circolare n°6508 del 24 aprile 2014. E la circolare non si ferma a ciò perché precisa anche che gli atti adottati in regime di mancato rispetto delle cosiddette quote rosa sono da ritenersi non validi. A rinforzare questo parere c’è poi una serie di sentenze dei tribunali amministrativi con casi anche eclatanti - continua il consigliere di opposizione - Al sindaco spetta ristabilire la parità di genere; di certo una giunta con una sola donna su cinque componenti non può stare in piedi. O si manda a casa anche un uomo o si affida l’assessorato vacante a una donna. Tertium non datur (non c’è una terza alternativa). Se, naturalmente, non può escludersi a priori l'effettiva impossibilità di assicurare nella composizione della Giunta comunale la presenza dei due generi, tale impossibilità deve essere adeguatamente provata sia mediante la effettuazione di un'accurata e approfondita istruttoria, sia con una puntuale motivazione del provvedimento sindacale di nomina degli assessori, che specifichi le ragioni che hanno impedito il rispetto della suddetta normativa in materia di parità di genere nella composizione delle Giunte. (Sul punto T.A.R. Puglia Lecce, Sez. I, 08/01/2020, n. 13). Ancora, la prova della impossibilità non può essere individuata con riferimento alla mancanza di soggetti di genere femminile disposti ad assumere le funzioni di Assessore comunale (Consiglio di Stato n. 4626/2015) in quanto, in questo caso, "spetta al Sindaco svolgere un'ulteriore attività volta ad acquisire la disponibilità di soggetti femminili, anche esterni, motivando adeguatamente l'eventuale impossibilità di adeguamento alla legge (T.A.R. Calabria Catanzaro sentenza n. 3/2015".

"Per questo ritengo indispensabile e urgente un Suo intervento al fine di garantire il rispetto della normativa, ad oggi ignorata. Anche se la nomina degli assessori è un atto strettamente fiduciario e discrezionale, naturalmente, se emanato in violazione della disposizione normativa in commento può essere impugnato nelle sedi opportune - prosegue Aldo Picalli - Da cittadino e consigliere e capogruppo di opposizione del Comune di Millesimo, infatti, sento e sentiamo il dovere di vigilare sul rispetto delle normative da parte dell’Amministrazione. I cittadini hanno il diritto di essere amministrati da una Giunta formatasi nel pieno rispetto delle norme e dei principi costituzionali e comunitari, in primis il principio della parità di genere. Per questa ragione, alla luce della conferma data dalla ufficialità della nomina degli assessori, non intendiamo restare in silenzio e in prima istanza procediamo nella richiesta di Accesso agli Atti compresi eventuali dinieghi delle candidate donne".

Redazione

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