Attualità - 19 giugno 2024, 10:07

“Ün cartellu in tutte e buteghe che parlan u dialettu”. L'appello di un commerciante per tutelare il dialetto savonese (VIDEO)

“U dialettu u l'è na lingua, per piacé, nun perdèmmu a nostra bella lingua”, Giovanni Ighina incoraggia i colleghi e le istituzioni, Comune e scuole, a mobilitarsi per difendere la cultura locale

“Ün cartellu in tutte e buteghe che parlan u dialettu”. L'appello di un commerciante per tutelare il dialetto savonese (VIDEO)

Giovanni Ighina, della cartoleria Paola in Corso Tardy e Benech a Savona, ci tiene alla tradizione e a salvare il dialetto savonese. Tempo fa aveva affisso all'ingresso del suo negozio un cartello.

"In te sta bitega se parla u dialettu", diceva, per incentivare all'uso del dialetto e per solleticare "l'orgoglio savonese" a preservare la tradizione locale.

Ora fa un ulteriore passo e invita i colleghi che nei loro negozi parlano anche il dialetto, a fare lo stesso, per creare una sorta di rete e difendere la lingua locale. E lo fa lanciando un appello, rigorosamente in dialetto, rivolgendosi anche al Comune a quelle istituzioni che hanno il compito di preservare il dialetto savonese, come la Campanassa ma anche alle scuole e al Comune.

“Sono di nuovo qui – dice Ighina – e chiedo ai miei colleghi ai negozi agli uffici anche alle amministrazioni pubbliche dall'Asl al Comune, specialmente il Comune di mettere degli sportelli dove si parla anche dialetto così alle persone anziane mette meglio. I negozianti mettano fuori un cartello come il mio, se vogliono glielo faccio io, così le persone anziane vengono e parlano dialetto”.

“E solo a sentire parlare dialetto forse i piccoli imparano qualcosa e il dialetto non si perde. Se il Comune ci desse una mano saremmo contenti e le associazioni anche. Se la Campanassa uscisse un po' dalla sua torre, se scendesse un po' nelle strade a parlare con i giovani, invece che parlare sempre tra anziani, sarebbe meglio”.

“E poi il dialetto è una lingua – conclude Ighina - ha la grammatica è bello, parliamo di nuovo dialetto. E le scuole, ci sarebbero tanti nonni disposte ad venire nelle scuole a insegnare il dialetto ai bambini. Per piacere non perdiamo la nostra bella lingua”.

Elena Romanato

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