Cronaca - 14 giugno 2024, 11:25

Marina di Alassio, assoluzione di Agnese e Cerutti: l'avvocato Boggio spiega l'impianto della difesa

I dettagli di una decisione che ha riformato completamente la sentenza pronunciata nel gennaio 2021, con cui il Tribunale di Savona aveva condannato i due funzionari per i presunti atti compiuti nei confronti di alcuni prestatori d’opera

Marina di Alassio, assoluzione di Agnese e Cerutti: l'avvocato Boggio spiega l'impianto della difesa

Marino Agnese e Giancarlo Cerutti, rispettivamente direttore ed ex presidente della Marina di Alassio assolti con formula piena “perché il fatto non sussiste”. Ieri la notizia su Savonanews (LEGGI ARTICOLO). È il difensore di Agnese, avvocato Massimo Boggio, a spiegare alla nostra redazione i dettagli di una decisione che ha riformato completamente la sentenza pronunciata nel gennaio 2021, con cui il Tribunale di Savona aveva condannato i due funzionari per i presunti atti compiuti nei confronti di alcuni prestatori d’opera. 

“Nella sentenza di primo grado, il giudice Laura De Dominicis aveva accolto in pieno la tesi della pubblica accusa, rappresentata dal pm Claudio Martini, riconoscendo che Agnese e Cerutti avrebbero illecitamente selezionato chi tra i prestatori d’opera poteva lavorare all’interno del porto e chi no, sottoponendo il loro ingresso alla necessaria autorizzazione della Marina di Alassio, limitando così arbitrariamente l’uso pubblico del demanio. Agnese era stato condannato a un anno e quattro mesi, Cerutti a quattro mesi”, spiega Boggio.

In appello, l’avvocato Boggio ha tra l’altro contestato l’iter argomentativo del giudice di prime cure, fondato sulla pretesa illegittimità del Regolamento della Marina di Alassio, che consente all’ente di sottoporre ad autorizzazione l’ingresso alla marina dei prestatori di servizi sulle imbarcazioni ivi ormeggiate. Tra i motivi d’impugnazione, la difesa ha eccepito tra l’altro “l’insussistenza della natura di pubblico funzionario del direttore della Marina di Alassio – prosegue il difensore di Agnese -. Infatti, anche a non voler condividere l’opinione secondo cui la Marina di Alassio non abbia natura giuridica di ‘soggetto pubblico’, l’attività di direzione di un porto turistico non persegue interessi pubblici, bensì meramente commerciali, come erano quelli oggetto di giudizio”. 

“È stato inoltre sostenuto come l’adozione del regolamento sia atto del Consiglio di Amministrazione dell’ente, non avendo dunque Agnese alcun potere di revoca o modifica del regolamento, limitandosi a darne doverosa applicazione – aggiunge -. Agnese aveva anche impugnato una modesta sanzione disciplinare davanti al giudice del lavoro presso il Tribunale di Savona che, annullando la sanzione, aveva rilevato l’evidente infondatezza delle affermazioni di una ex dipendente la quale, premesso di non avere buoni rapporti con Agnese, aveva affermato di aver chiamato, su ordine di Agnese, alcuni armatori assegnatari di posti barca nel porto di Alassio, per invitarli a non rivolgersi più a determinati artigiani per la manutenzione delle loro barche. I proprietari delle unità da diporto avevano smentito però di aver ricevuto telefonate dalla ex segretaria e comunque di non aver subito pressioni per interrompere i rapporti con detti artigiani”. 

La Corte d’Appello ha quindi accolto la richiesta di assoluzione per entrambi gli imputati, stabilendo che il fatto non sussiste. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 60 giorni.

Maria Gramaglia

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