Cresce del 2,41% l'occupazione in Liguria nei primi tre mesi dell'anno in corso rispetto al medesimo periodo nel 2023, secondo i dati riportati dall'Istat nelle scorse ore. Se nel primo trimestre dell'anno scorso gli occupati erano 612mila, di cui 272mila donne e 340mila uomini, nel 2024 gli occupati sono infatti saliti a 627.283, un aumento di 15.011 unità (345mila maschi e 282mila donne).
A far da contraltare è però il paragone con l'ultimo dato disponibile, ovvero quello del trimestre precedente, ossia di fine 2023, quando gli occupati in Liguria erano 643mila, pari a un calo di 15.775 occupati pari al -2,5%.
Scendendo nel dettaglio rispetto ai 612mila occupati nel 2023 i dipendenti erano 467mila (217mila donne e 250mila maschi) e gli indipendenti 145mila (55mila donne e 90mila uomini); ora sono invece rispettivamente 479 mila (228 mila donne e 251mila maschi) e 149mila (54mila donne e 94mila uomini).
Guardando il dato secondo la tipologia di impiego, crescono gli addetti nel settore "commercio, alberghi, ristoranti" con un aumento di 10mila unità raggiungendo quota 147mila; si registra invece un segno meno nel settore dell'industria che nel primo trimestre 2024 perde 3.143 occupati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi a 132.324 occupati totali. Molto male, sempre in questo comparto, le costruzioni che scendono a 39.046 occupati e dove gli occupati dipendenti diminuiscono di un terzo (-10.294). I servizi invece crescono raggiungendo quota 485.999 occupati.
Insomma, un andamento altalenante che, secondo il segretario generale di Cgil Liguria, Maurizio Calà, è frutto "di una precarietà sempre più accentuata: ormai tra i nuovi assunti 80 su 100 sono precari" e quindi "il dato dell’occupazione non rileva più una condizione di serenità e sostenibilità economica per lavoratrici e lavoratori che spesso sono sottopagati, subiscono part time involontari o contratti di lavoro di pochi giorni".
Una situazione che "resta da monitorare con grande attenzione", gli fa eco il segretario generale di Cisl Liguria Luca Maestripieri, per il quale "a fronte di un leggero aumento rispetto al periodo gennaio-marzo 2023, non va sottovalutato il confronto con i dati degli ultimi tre mesi del 2023, così come deve fare riflettere la perdita di 3mila addetti in un settore cruciale per l'economia del territorio come il manifatturiero, diretta conseguenza delle tante crisi industriali tuttora irrisolte".
Motivo di soddisfazione per quest'ultimo è invece l'aumento del numero di lavoratori dipendenti nel settore turistico, "frutto di un patto regionale che abbiamo fortemente voluto sin dalla sua prima edizione e che dovrebbe rappresentare un esempio da esportare in altri settori".
Eppure proprio intorno a questo comparto più sovente si finisce per affrontare il tema della precarietà, sul quale la Cgil è impegnata a raccogliere le firme per poter presentare un quesito referendario specifico che cancelli la liberalizzazione dei contratti a termine per limitare l’utilizzo a causali specifiche e temporanee.
"I dati del resto parlano chiaro - aggiunge Calà – il settore che cresce maggiormente è quello dei servizi, comparto dove tradizionalmente il precariato è la forma più diffusa di reclutamento. Ormai i tre quarti di chi vive in Liguria è occupato nei servizi, mentre il settore industria e soprattutto le costruzioni perdono terreno: puntare tutto su un unico comparto va a scapito del valore aggiunto che esprimono i settori produttivi tradizionali e rappresenta una forma di miopia politica e una deriva pericolosa che denunciamo da tempo".