Politica - 31 maggio 2024, 13:58

Branca sulla riforma della Giustizia: "Non si bada al contenuto e soprattutto alla sostanza"

La responsabile nazionale Giustizia e Legalità di Sinistra Italiana interviene sul disegno di legge costituzionale approvato dal Governo

Branca sulla riforma della Giustizia: "Non si bada al contenuto e soprattutto alla sostanza"

“Il testo approvato dal Governo composto da 8 articoli, non risolverà alcuno dei gravissimi problemi che da anni affliggono questo fondamentale settore dello Stato, ma appaga l’afflato ideologico degli eredi di Berlusconi, sventolato come una bandiera, dopo il francobollo, l’intitolazione di vie ed il suo nome sulle schede elettorali”.

Così Grabriella Branca responsabile nazionale Giustizia e Legalità di Sinistra Italiana interviene sul disegno di legge approvato all'unanimità dal Governo Meloni sulla riforma della giustizia.

“Tutto si risolve in una specie di redde rationem contro i magistrati che per anni ha ossessionato il leader di Forza Italia – dice Branca - nell’affannosa ricerca di una facile uscita dai processi che doveva affrontare ed oggi diventa il vessillo post mortem del capo”.

“Con questo Disegno Legge – prosegue - viene stravolto uno dei pilastri fondamentali della nostra Carta Costituzionale. Eppure, per approvarlo, al Consiglio dei Ministri sono bastati poco più di 10 minuti: non si bada al contenuto e soprattutto alla sostanza, come per esempio alla durata dei processi ovvero alle misure che sarebbero essenziali come implementare il numero dei magistrati, organizzare in modo moderno ed efficiente il processo, a strutturare gli organici rispetto alle nuove frontiere dell’IA ed alle sfide del telematico”.

“Nordio afferma che finalmente si vara la separazione delle carriere dei magistrati -prosegue Branca -  ma omette di dire il fatto che fin dalla riforma del 2006 e quella Cartabia del 2022, entrambe avevano inciso in modo determinante sulla possibilità per il magistrato di transitare dal settore requirente al giudicante. Anche l’affermazione del presunto via libera da parte del Quirinale appare, oltre che poco elegante dal punto di vista istituzionale, del tutto inveritiero”.

“Se poi si riflette sul fatto che il DDL compone il trittico, unitamente a premierato e autonomia differenziata, che inciderà in modo esiziale sull’architrave costituzionale, non si può che ritenere grave il momento istituzionale che stiamo attraversando. Questo patto, che lega ed appaga ciascuno dei tre partiti di destra al Governo, disarticola l’intero impianto costituzionale a partire dal sacrosanto principio di suddivisione dei poteri, con conseguenze ed effetti che si ripercuoteranno sui cittadini in modo severo”.

“Ma nella narrazione ideologica, soprattutto in tempo di elezioni- conclude -  non c’è posto per le valutazioni istituzionali e giuridiche e per affrontare seriamente un ammodernamento dello Stato”.

Redazione

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