Cronaca - 28 maggio 2024, 18:36

Presunta frode, gestione e smaltimento illecito di rifiuti: sei i rinviati a giudizio

Al centro il ponte di Murialdo. Era crollato nel 2019

Presunta frode, gestione e smaltimento illecito di rifiuti: sei i rinviati a giudizio

Sono sei i rinviati a giudizio per concorso in frode in pubbliche forniture e gestione illecita di rifiuti, oltre alla contestazione della responsabilità amministrativa.

Al centro il ponte di Murialdo in località Fucine e andranno a processo l'amministratore della società appaltatrice, due dipendenti della ditta appaltatrice, il direttore dei lavori e i due titolari di una ditta incaricata a provvedere allo smaltimento.

Partendo dalla segnalazione presentata dall'ex sindaco del comune di Murialdo per la presunta illecita gestione dei rifiuti derivanti dalla demolizione del vecchio ponte, crollato nel 2019 a seguito di un evento alluvionale e che sarebbero stati interrati nelle sponde e nell’alveo del fiume, i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Calizzano avevano avviato le attività di indagine.

Fin dai primi accertamenti, i militari avevano riscontrato la presenza di detriti da demolizione lungo le sponde del Bormida nella sezione occupata dal ponte.

La Procura della Repubblica di Savona aveva quindi delegato le indagini al Nucleo investigativo del Gruppo Carabinieri Forestale di Savona ed i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Calizzano, insieme al personale dei Vigili del Fuoco. 

Questi ultimi, impiegando i propri mezzi per il movimento terra, avevano reso possibile riscontrare il “tombamento” della totalità dei rifiuti derivanti dalla demolizione del vecchio ponte, sia lungo le sponde sia nell’alveo del Torrente Bormida.

L’attività d’indagine, coordinata dall’autorità giudiziaria per risalire ai responsabili della gestione e dello smaltimento illecito dei rifiuti, svolta dal Nipaaf e della Stazione CC Forestale di Calizzano con il supporto di altri militari della linea forestale, avevano richiesto perquisizioni e sequestri presso società con sede in Piemonte, Emilia Romagna e Veneto.

A conclusione dell’indagine, i Carabinieri Forestali avevano accertato, oltre ai reati ambientali, anche l’appropriazione di parte delle risorse destinate, nell’ambito dell’appalto di complessivi 1 milione 400mila euro, allo smaltimento dei rifiuti.

Luciano Parodi

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