Le associazioni ecologiste di Piemonte e Liguria si schierano contro la chiusura della Centrale del Latte di Alessandria manifestando la loro solidarietà ai lavoratori unitamente ad un appello agli industriali.
"AISA Sicurezza Ambientale Liguria, unitamente alle sezioni di Savona e di Alessandria di ATA PC, Associazione Tutela Ambiente e a Pro Natura Alessandria, seguono da mesi le vicende della Centrale del Latte di Alessandria - si legge in una nota - E' uno stabilimento caseario storico, che negli anni ha assorbito la Centrale del Latte di Savona, quella di Asti e quella di Viareggio, e che fornisce latte, formaggi e prodotti tipici di altissima qualità in Piemonte, Liguria, Lombardia e Toscana. Dopo quasi un secolo di vita, in questi giorni la Centrale viene dichiarata fallita. Le Associazioni ecologiste ritengono che la Centrale rappresenti un interesse strategico per gran parte del Nord Ovest italiano, poiché fornisce prodotti alimentari di largo consumo, anche per l'infanzia, e per questo la sua attività interessa direttamente la salute dei cittadini. La sua chiusura è un fatto gravissimo che causerà la scomparsa dai mercati di prodotti di qualità elevatissima e garantita".
"Si teme inoltre inoltre il rischio che arrivino sugli scaffali di negozi, supermercati e bar prodotti di dubbia provenienza ed ancor più dubbia qualità, perché la storia insegna che in questi casi c'è sempre qualche 'multinazionale' pronta a approfittarsene - si legge ancora nella nota - Le Associazioni ecologiste esprimono piena solidarietà ai lavoratori della Centrale, che hanno sempre garantito e protetto la qualità del prodotto e meritano di continuare a farlo. Lanciano inoltre un appello agli industriali del Nord Ovest perchè creino una cordata e non lascino morire un'importante eccellenza gastronomica italiana, i cui prodotti entrano ogni giorno nelle case e nella vita di tutti i cittadini".
Come noto, l'azienda vive una pesante crisi dovendo fare i conti con un debito superiore ai 2 milioni di euro. "Non sussisterebbero i presupposti per la continuità", come emerge da una nota del cda aziendale dopo "l'analisi della situazione vendite al 30 aprile 2024 e l'aggiornamento dell'esame delle manifestazioni di interesse ricevute". Nessun acquirente si è fatto avanti ed è stata chiusa la procedura della composizione negoziale della crisi.
Per l'azienda, nata nel 1953, la crisi si sarebbe aggravata nel febbraio scorso quando nessuno dei soci ha aderito all'aumento di capitale. Il cda ha quindi deliberato "l'interruzione dell'attività compatibilmente con gli impegni commerciali presi e con lo smaltimento delle scorte di prodotti a magazzino".
Sono una cinquantina di dipendenti della Centrale del latte e la distribuzione avviene in tutto il Piemonte, ma anche nella provincia di Savona e a Viareggio.