«Il tempo della pazienza è finito: basta confusione e polemiche. Noi chiediamo subito una legge chiara ed applicabile, quella che chiamiamo “Legge Meloni”. Senza questo passo centinaia di posti di lavoro sono a rischio e con le aziende rischia di andare in fumo anche il simbolo della vacanza italiana. Ciò è inammissibile».
Dopo l'ultima doccia gelata per gli imprenditori del settore balneare arrivata nel vortice giuridico in cui è coinvolta l'applicazione della direttiva Bolkenstein nel nostro Paese, con la sentenza degli scorsi giorni arrivata dal Consiglio di Stato che di fatto obbliga le amministrazioni a disapplicare eventuali deroghe alle concessioni previste a tutto il 2024, è il presidente di Confcommercio Savona Enrico Schiappapietra, nel suo ruolo di vicepresidente vicario del Sib (Sindacato Italiano Balneari) a prendere posizione.
«Quel che stupisce - afferma - è che, nello stesso giorno e nella stessa sezione e con lo stesso presidente, il Consiglio di Stato ha emesso due sentenze contraddittorie tra loro. A questo punto pretendiamo chiarezza. L’Unione Europea chiede più concorrenza, non chiede di sostituire gli attuali gestori e le famiglie dei balneari, che da anni investono e lavorano per offrire un modello di vacanza che è vincente, oltre che uno dei simboli del Paese».
«Il settore balneare vale il 60% del turismo italiano» aggiunge il presidente della Confcommercio provinciale, ricordando come il dato aumenti «ulteriormente nella nostra Liguria e nel Savonese: qui si contano 4 mila aziende, di cui mille stabilimenti balneari. Parliamo anche di chioschi, ristoranti, alberghi che hanno le concessioni, tutte le attività economiche che operano sul demanio marittimo. Corrispondono a centinaia di famiglie e posti di lavoro».
Un lavoro che per la stagione attuale è, peraltro, già stato avviato da centinaia di attività anche nei comuni che hanno concesso le deroghe per l'anno in corso. Ora messi in dubbio dall'ultima sentenza: «Lettini e ombrelloni sono già sulle spiagge savonesi, molti stabilimenti hanno già aperto e questa confusione è un danno incredibile. Serve chiarezza e serve subito. Ci vuole una legge nuova e occorre promulgarla in tempi rapidissimi. Noi lo rivendichiamo da tempo, ora chiediamo al Governo di intervenire».
A supporto della tesi lo scorso 11 aprile i balneari hanno manifestato in piazza a Roma, chiedendo proprio risposte, oltre a una legge.
Dal Savonese era partita una nutrita delegazione, che oggi torna ad auspicare una svolta entro giugno per salvare almeno questa stagione estiva.