“Se davvero si vogliono aiutare le donne, anziché agire sulla Legge 194, sarebbe fondamentale agire su due aspetti: quello socio economico legato al lavoro e quello sanitario potenziando i consultori”.
Così Mariapia Scandolo segretaria Cgil Liguria a commento del dibatto sull’entrata nei consultori di associazioni antiabortiste.
Per la Cgil occorre intervenire sulla precarietà del lavoro che incide fortemente sulle donne, soprattutto le più giovani, spesso costrette al part time involontario e retribuite con salari più bassi rispetto ai colleghi maschi, condizione alla quale si aggiunge l’aggravio del peso del lavoro di cura in famiglia.
“Questo è un Paese libero dove ognuno può esprimere le proprie posizioni e alla Regione chiediamo che i consultori non diventino luoghi dove professare ideologie di qualunque segno, ma che, al contrario, vengano potenziati con personale specializzato dove le donne, in un momento così delicato, possano affidarsi con tranquillità al sostegno pubblico, rispettate nella loro scelta”.