“L'autonomia differenziata, che qualcuno chiama già autonomia privilegiata, rientra tra le tre riforme che considerate nella loro complessità danno un po' l'idea di quello che ha in mente il Governo Meloni per il futuro del Paese. La nostra Regione non ne uscirebbe bene”.
La presidente nazionale di Sinistra Italiana e assessore del Comune di Savona Gabriella Branca interviene sull'autonomia differenziata. “ Il premierato è una delle battaglie tipiche di Fratelli d'Italia – spiega Branca - l'autonomia differenziata è quello che da sempre si era proposta la Lega sotto varie modalità di diverso genere, invece la riforma del sistema giudiziario e nello specifico la divisione delle carriere è una battaglia di Forza Italia. Diciamo che queste tre riforme sono riforme che vanno a soddisfare tre partiti completamente diversi tra loro ma che trovano un riscontro l'uno nell'altro. Sono anche prese di posizione ideologiche molto forti”.
L'autonomia differenziata è definita nel decreto, strutturato in 11 articoli.
“In particolare l'autonomia differenziata è un progetto di legge che riguarda 11 articoli in cui sono indicati tutti i dettagli di attuazione – prosegue Branca - Chi sostiene questo tipo di Ddl ritiene che la riforma sarebbe necessaria per attuare il cosiddetto principio di sussidiarietà e quindi fare in modo che prende decisioni l'ente più vicino al territorio e che sarebbe più capace di recepire le richieste del territorio”.
“Secondo noi è un progetto che va a incidere profondamente l'assetto costituzionale del Paese perché va a incidere anche su quella che è l'organizzazione generale dello Stato, competenze di Stato, Regioni e enti locali, andando a cozzare il principio fondamentale della Costituzione dell'uguaglianza e solidarietà”.
Branca spiega poi i meccanismi della riforma e come si attuerebbe l'autonomia differenziata. “Questa riforma non nasce dal nulla ma da quella che ere la modifica fatta al titolo V della Costituzione nel 2001 – afferma - nell'articolo 117 vengo indicate le materie che sarebbero di competenza dello Stato, aprendo alla possibilità di dare possibilità alle Regioni di richiedere delle forme particolari di autonomia secondo determinate condizioni e in determinate materie, anche dal punto di vista legislativo ed economico”.
Le motivazioni di preoccupazione, anche guardando alla nostra Regione, secondo la presidente di Sinistra Italiana sono soprattutto le modalità di applicazione della riforma, oltre ai suoi contenuti.
“Quello che spaventa è la modalità – dichiara Branca - Viene introdotto un sistema di negoziazione tra Stato e Regioni in cui le Regioni prendono l'iniziativa e dicono allo Stato la materia di interesse, come salute, sport, scuola, istruzione. Viene indicato che questo trasferimento delle varie materie tra Stato e Regioni deve soddisfare comunque i famosi Lep, (servizi essenziali che, essendo connessi a diritti civili e sociali, devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale), e vengono indicati anche i criteri per andare a individuare questa definizione dei Lep. Poi, dovrebbe esserci la parte finanziaria necessaria per il passaggio, sul presupposto che le Regioni dovrebbero avere un residuo fiscale fiscale, un avanzo, che invece di dare allo Stato le Regioni terrebbero per gestire le materie che verrebbero affidate alle Regioni. Questo provoca una enorme disparità di trattamento tra quelle che sono le Regioni ricche quelle povere”.
“Già c'è una differenza enorme tra Regioni del Sud e del Nord e anche tra regioni del centro spiega Branca - I Lep, abbiamo dati dell'Istat che ci dicono cose pazzesche. Un indicatore del valore medio di spesa per una regione come la Lombardia e 280 euro al giorno, a Reggio Calabria 8 euro al giorno, la Liguria è una delle regioni che si attesta su un livello medio e che ha dal punto di vista delle strutture in generale perderebbe in maniera devastante, pur essendo al Nord e avrebbe un apporto economico e fiscale chiaramente deficitario”.
Un altro esempio è quello della sanità dei trasporti oppure della scuola. “Sul piano sanitario si darebbe potere alle Regioni di stabilire i prezzi delle prestazioni – conclude la presidente nazionale di Sinistra Italiana - o gli stipendi degli operatori sanitari venendo meno ad un Ccnl nazionale. Oppure se si prendono i trasporti nel passaggio da una regione all'altra potrebbero cambiar ele tariffe; le scuole, con l'autonomia potrebbero decidere di fare delle materie invece di altre. Non siamo nati come stato federale quindi è inutile fare paragoni con gli Usa, nati come stato federale e di dimensioni ben maggiori. Ancora per la scuola le scuole, con l'autonomia potrebbero decidere dii fare delle materie invece di altre. Tutte situazioni che creerebbero numerosi conflitti e ricorsi”.