Politica - 11 aprile 2024, 16:32

Depurazione a Pietra e in Val Maremola, Carrara: "Siamo rimasti a 40 anni fa: serve una svolta o non se ne esce"

Dal consigliere comunale di minoranza una serie di proposte: "Nuove e svincolate dalle logiche delle convenienze politiche che hanno determinato le scelte di questi ultimi anni"

Depurazione a Pietra e in Val Maremola, Carrara: "Siamo rimasti a 40 anni fa: serve una svolta o non se ne esce"

Mario Carrara, consigliere comunale di minoranza a Pietra Ligure, interviene nuovamente sul tema della depurazione.

"Le convenienze politiche e partitiche ci hanno fatto pervenire a questa situazione in cui siamo sostanzialmente rimasti a 40 anni fa: serve una svolta o non se ne esce - ha dichiarato l'esponente d'opposizione - 15 milioni di euro è il costo totale per risolvere tutte le questioni tuttora aperte sulla depurazione delle acque reflue nel territorio che va da Albenga a Pietra Ligure/Borgio Verezzi e che ha, in primis, la necessità di adeguare le potenzialità del depuratore di Borghetto S.Spirito ai nuovi carichi di liquami che ad esso dovessero essere conferiti e che non è in grado di sostenere. Dell'entità di questa enorme cifra si è venuti a conoscenza solo in via indiretta ed in modo del tutto fortuito dagli organi d'informazione, in seguito alla concessione dal PNRR di un contributo di 5 milioni e 600 mila euro. Tutta quest'ultima, rilevante cifra, da sola, tuttavia, non basterebbe per risolvere i problemi di collegamento col depuratore da parte di Albenga, a favore della quale, peraltro sono stati stornati già 4 milioni di euro dei 5,6 stanziati. Per cui il “residuo” di 1,5 milioni non basta certo per l'esigenza imprescindibile di potenziare il depuratore borghettino, senza l'adeguamento del quale il conferimento di nuovi liquami provenienti da Albenga e Pietra provocherebbe senz'altro conseguenze ambientali gravi per quella città, sia per il suo mare, che per la qualità dell'aria".

"E il collegamento tra Pietra Ligure ed il depuratore di Borghetto, a questo punto, che fine fa? - continua Carrara - In questi anni abbiamo assistito a prese di posizione dei Sindaci del territorio pietrese che, manifestando indignazione per la lentezza con cui questo argomento veniva affrontato, hanno più volte minacciato azioni legali nei confronti delle società gerenti i servizi idrici, accusate di inadempienza. Più volte, sui giornali, i Sindaci, capeggiati da quello di Pietra Ligure, Luigi De Vincenzi, minacciavano “sfracelli” di tipo legale e giudiziario. Roboanti erano state le dichiarazioni circa l'affidamento ad un legale di gran fama, il professore universitario avv. Cuocolo, nel 2021, affinché studiasse ed esperisse ogni azione a tutela delle comunità rappresentate. Di tutto questo “bau bau”, però, non se ne fece poi nulla, perché gli stessi Sindaci nell'Aprile del 2021, si accordarono con le società dei servizi idrici stilando un “Protocollo d'intesa”, molto impegnativo e dettagliato, secondo il quale, “scritto nero su bianco”, le stesse società che valutavano il costo del collegamento tra Pietra e il depuratore di Borghetto in 5 milioni di euro, si impegnavano formalmente, finalmente, a realizzarlo. Come ottenere quei soldi? Sempre “scritto nero su bianco”, 3,5 milioni aumentando del 53%, da subito, il prezzo delle bollette dell'acqua, vincolando, quindi, gli aumenti delle bollette alla realizzazione dell’opera pubblica. Poi, accendendo un nuovo mutuo di 1,5 milioni. Totale: 5 milioni (lett.”g” premesse e nn. 3,4,5 dispositivo Protocollo d'intesa). Tutte queste cose “impegnative” e “vincolanti” sono state approvate e formalizzate dal Comune di Pietra Ligure con delibere della Giunta comunale presieduta da De Vincenzi". 

"E che fine ha fatto tutto quanto? I 3,5 milioni di euro incassati dall'aumento delle tariffe, la Servizi Ambientali, anziché tenerli fermi in “cassa” come “base finanziaria” per l'opera a cui erano vincolati e per cui i Comuni li avevano consentiti, sono stati utilizzati per sistemare i propri conti gestionali interni - osserva ancora il consigliere comunale - E, quindi, si sono “dissolti”. Ed il mutuo di 1,5 milioni non è stato mai acceso per l'indisponibilità del sistema bancario a concederlo ad una società in deficit. Quindi, da tutto quell'ambaradan, di dichiarazioni trionfalistiche sui giornali, alla fine cosa ne è conseguito? Niente! Qualcuno ha letto una dichiarazione di De Vincenzi che s'indigna o che minaccia un'azione legale perché le tariffe dell'acqua che lui stesso, con gli altri, aveva concesso fossero aumentate del 53% per fare l'opera, sono state, invece, impiegate per altro? Eppure lo stesso Protocollo d'intesa all'art. 14, prevede espressamente che: “i Comuni sottoscrittori si riservano di far valere le eventuali responsabilità delle altre parti firmatarie, anche sotto il profilo risarcitorio, qualora non sia dato integrale adempimento al Protocollo nei modi e nei termini esposti”. Più chiaro di così... Ma non ha detto e fatto niente. Qualcuno ha sentito che quell'incarico dato al Prof. Avv Cuocolo abbia sortito qualche “atto giudiziario” concreto nei confronti delle società idriche inadempienti, specie viste tutte le loro inadempienze? Nulla. Dopo 5 anni di nessun risultato, emerge chiaro che le prese di posizione sui giornali erano più che altro propagandistiche, nei confronti della gente, per poter giustificare il “nullismo” e dire: “Vedete, noi ci stiamo impegnando, stiamo facendo molto, ma non riusciamo perché gli altri sono cattivi….”. In realtà, fare tanto sciaratto di propaganda, per non fare ed ottenere niente. Altro che “azioni a tutela delle comunità rappresentate”. Le quali si trovano, invece, solamente a pagar l'acqua il 53% in più,  senza che De Vincenzi e gli altri abbiano eccepito nulla. Anzi sono stati ben zitti. E se queste cose non le avessimo divulgate noi, nessuno le avrebbe mai sapute". 

"Invece, De Vincenzi ha parlato e “straparlato” quando in Consiglio comunale, chiamato a supportare la richiesta di chiedere a Servizi Ambientali di sospendere di caricare in bolletta i costi della depurazione che per il 70% del territorio pietrese non viene fatta, ha, invece, dichiarato che “la depurazione bisogna pagarla anche se non viene fatta” dicendo una cosa non solo ingiusta, ma anche illegale perché in contrasto con la giurisprudenza della Corte Costituzionale e della Cassazione. Non solo, ma in quel contesto ha anche detto che a Pietra la depurazione veniva fatta dall'impianto di stacciatura esistente in via Crispi, che non è un depuratore, ma solo una sorta di “trituratore” e che si doveva pagare per quello. Rimane un mistero, visto che non essendo mai stata fatta una nuova adeguata tubazione di collegamento con il depuratore di Borghetto, Pietra Ligure abbia potuto conseguire la bandiera blu, visto che la stragrande parte dei suoi liquami triturati va a finire nel Mar Ligure nella condotta di fronte al pontile a mare. Rimane un mistero soprattutto perché da un dato emerso da una nota ufficiale dell'Arpal, ottenuta in seguito ad “accesso agli atti”, in riferimento allo stesso impianto di stacciatura di via Crispi, chiamato burocraticamente “stazione di pretrattamento” leggiamo: “Nel periodo 2018- 2022 Arpal non ha eseguito sopralluoghi e campionamenti presso tale stazione”. Ci chiediamo come sia possibile che un impianto di pretrattamento non collegato col depuratore per il 70% del territorio servito e che, quindi, scarica direttamente in mare, non sia controllato e monitorato continuamente, ma, addirittura, non lo sia stato mai per un periodo così lungo. Cosa ci va a finire in mare, se non i liquami non depurati biologicamente ma soltanto triturati e lavati? Per ottenere la bandiera blu perché, anziché sul confine con Loano, i prelievi non vengono fatti di fronte alla foce del torrente? E perché, nonostante sia, ormai, palese per tutti, che i cittadini utenti hanno diritto ad ottenere i rimborsi della depurazione che continuano a pagare ingiustamente, nessuna istituzione comunale è mai venuta in loro sostegno ed appoggio?".

"Ci chiediamo, alla luce di tutto quanto scritto, se abbia ancora senso “incaponirsi” nell’insistere a voler collegare il territorio di Pietra Ligure, Borgio Verezzi e Val Maremola al depuratore di Borghetto S.Spirito, coi costi proibitivi che comporta e che si dimostrano insostenibili e che faranno durare ancora per chissà quanti anni questa situazione, e non, invece, perseguire strade “alternative”. Una potrebbe essere quella di unirci per potenziare, rimodernare ed adeguare il depuratore biologico di Borgio ed il suo scarico a mare allontanandolo il più possibile dalla linea di costa, collegandoci ad esso: una soluzione del genere avrebbe costi più contenuti, sostenibili, rapidi e non dovrebbe essere più soggetta a troppe mediazioni, specie politiche, ma ad un accordo tra un nucleo ristretto di Comuni. Un'altra, potrebbe essere quella di verificare la possibilità di realizzare per Pietra Ligure un depuratore biologico di concezione nuovissima, con trattamenti di depurazione svolti in vasche sottomarine, chiamato MUDS  di concezione ecologica, di impatto inesistente, e che ci risulta sia già in funzione a Laigueglia, dando ottimi risultati a quella città". 

"Sono proposte e idee. Nuove e svincolate dalle logiche delle convenienze politiche che, ormai è chiaro, sono quelle che hanno determinato le scelte di questi ultimi anni e, con condizionamenti e coperture, hanno determinato oggi, nel 2024, il fatto che pervenissimo ad una situazione vergognosa, ingarbugliata ed apparentemente irrisolvibile come questa. In cui, per Pietra Ligure e Val Maremola siamo ancora sostanzialmente alla situazione di quarant'anni fa. Per cambiare atteggiamento serve una svolta, sennò si continuerà ad andare avanti così" ha concluso infine il consigliere Carrara. 

Redazione

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