"Nel Far West si metteva una taglia sui colpevoli; in Liguria la giunta regionale ha appena decretato una taglia sulle vittime, i cinghiali, e un premio per i colpevoli, i cacciatori".
Cosi commenta l'Osservatorio Savonese Animalista che prosegue: "Infatti, se è vero che ci sono troppi cinghiali, la colpa è dei cacciatori che li hanno liberati lo scorso secolo per aver tante prede; ed ora si diffonde tra di loro l’epidemia di peste suina e si spera di fermarla con le uccisioni a tappeto".
Secondo l’OSA, la giunta regionale e commissario alla peste suina sembra dimentichino la zoologia dei cinghiali se, per "depopolarli": "Promettono 80 euro a chi ucciderà 'una femmina adulta o subadulta'; ed infatti, se si uccide la femmina capobranco di un gruppo di cinghiali – che in condizioni normali è l’unica femmina che partorisce – il branco si disgrega ed ogni femmina (sue figlie e sorelle) va in calore, si accoppia e partorisce, con la moltiplicazione di nuove nascite. Se si uccide una delle femmine, tutte sottomesse alla capobranco, si hanno ben pochi risultati, perché non si è accoppiata, non è gravida né lo diverrebbe".
"Con le battute di caccia si movimentano i branchi, spaventati da cani e fucilate, che fuggono e moltiplicano i contatti con altri cinghiali e territori, incrementando la dispersione dell’epidemia, sia nei territori positivi alla PSA che in quelli non ancora raggiunti."
"Lasciare invece i cinghiali tranquilli, quindi che si muovano poco, che quelli infetti muoiano più o meno in pace (la mortalità è del 95%) e quelli sani abbiano meno probabilità di venire a contatto con i malati? - concludono dall'OSA - E contemporaneamente cercare di completare le recinzioni per dividere i territori infetti da quelli sani? In Belgio hanno risolto così, da anni".