La Liguria si presenta in Sud America partecipando alla “MEI Experience Room – Le mie radici sono qui”, l’esperienza multimediale immersiva sull’emigrazione italiana ideata e realizzata dalla Fondazione MEI – Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana in occasione del tour mondiale della nave Amerigo Vespucci. Fino al 20 aprile, tra i vari contenuti che permettono ai visitatori di rivivere le esperienze degli italiani emigrati in Sud America, spiccano anche gli incantevoli scorci dei borghi liguri, territori dell'entroterra da cui tanti, tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, sono partiti per cercare la fortuna oltre oceano. Proprio ai loro “pronipoti” è dedicata l’Experience Room, in mostra al Centro Culturale Kirchner di Buenos Aires. L’iniziativa,sostenuta anche dalla Regione Liguria, si inserisce nel quadro dell’anno delle Radici promosso dal MAECI e di cui la regione è parte attiva con diverse iniziative. Il Ministero degli Affari Esteri ha infatti deciso di dedicare il 2024 agli oriundi sparsi per il mondo, potenziali turisti di “ritorno” per un viaggio alla scoperta dell’origine della propria famiglia e, appunto, delle proprie radici.
“Siamo entrati nel vivo delle iniziative previste per il 2024, dichiarato dal Ministero della Cultura e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale 'Anno delle Radici' – commenta Augusto Sartori, assessore regionale al Turismo –. Il legame tra Argentina e Liguria è speciale, direi quasi unico. Verso quella nazione all'inizio del secolo scorso, infatti, si recarono la stragrande maggioranza degli emigrati liguri, soprattutto provenienti dai borghi dell'entroterra, alla ricerca di un futuro migliore. Le splendide immagini dei nostri borghi, che i visitatori del Centro Culturale Kirchner di Buenos Aires potranno ammirare, saranno senza dubbio da stimolo per i discendenti nati e cresciuti in Argentina a tornare avisitare i luoghi delle loro antiche radici”.
La camera immersiva narra le storie dell’emigrazione italiana e presenta e sostiene il “sistema Italia”, grazie al coinvolgimento attivo non solo di Regione Liguria ma anche del Ministero degli Esteri, Ministero della Difesa, Rai Italia, Ita Aiways, Camere di Commercio estere, Comune di Genova e numerose società calcistiche. L’iniziativa è patrocinata dal Genoa Cricket and Football Club. Dopo l’Argentina, MEI Experience Room seguirà le altre tappe della nave Vespucci in Sud America e sino a Los Angeles, senza trascurare una tappa in Brasile per il 150esimo anniversario dell’emigrazione italiana in quel Paese. Ultima tappa del viaggio sarà Genova.
“Mostrare i tesori del MEI a chi quelle storie le ha magari solo sentire raccontare, significa molto per noi e confidiamo anche peri milioni di italo discendenti che lì vivono la propria vita – spiega il presidente della Fondazione MEI, Paolo Masini -. Abbiamo scelto, non a caso, di lanciare simbolicamente dall’Argentina la nostra campagna di comunicazione che a breve partirà anche in Italia. Un insieme di novità che ci consentiranno di sviluppare ancora più in profondità la più grande storia popolare e collettiva del nostro paese che insieme a tanti partner stiamo costruendo. Tra questi la Regione Liguria che con noi ha creduto in questa scommessa”.
Il MEI – Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana – è nato dall’accordo tra il Ministero della Cultura, la Regione Liguria e il Comune di Genova con la volontà di raccontare molteplici aspetti del fenomeno migratorio italiano dall’Unità d’Italia a oggi. Il riallestimento multimediale è visitabile all’interno della Commenda di San Giovanni di Pré di Genova, ristrutturata per l’occasione, e vive in stretta relazione con il Mu.MA – Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni e il Galata Museo del Mare. Un museo innovativo e multimediale, dove i visitatori possono interagire con spazie oggetti e vivere esperienze immersive grazie allo stato dell’arte della tecnologia. Proprio da Genova milioni di italiani sono partiti verso le Americhe, l’Africa, l’Asia, l’Australia e l’Europa lasciando tutto per un viaggio, spesso, senza ritorno. Il MEI nasce per ricordare questi migranti, raccontare le loro storie e i motivi della partenza dal punto di vista umano, storico, sociologico.