Attualità - 30 marzo 2024, 08:00

Gianluca Savoini, il caso Metropol nel suo libro presentato a Garlenda: "Chi fa male all'Europa non sta a Mosca, ma a Bruxelles"

Il libro dal titolo "Da Pontida al Metropol. La lunga guerra internazionale dei poteri forti contro la Lega" è edito da Signs Books Edizioni e ha la prefazione di Francesco Borgonovo, vicedirettore del quotidiano La Verità

Intervista a Gianluca Savoini, protagonista del caso Metropol: "Chi fa male all'Europa non sta a Mosca, ma a Bruxelles"

Fotoservizio di Silvio Fasano

Gianluca Savoini, protagonista del celebre "caso Metropol", che tenne banco per anni sui media internazionali e che finì con un’archiviazione dell’indagine senza alcun rinvio a processo, ieri è stato ospite de "I Giovedì d'Autore" al Golf Club di Garlenda per presentare il suo libro "Da Pontida al Metropol. La lunga guerra internazionale dei poteri forti contro la Lega" (Signs Books Edizioni) con la prefazione di Francesco Borgonovo, vicedirettore del quotidiano La Verità. Savonanews lo ha incontrato per un’intervista poco prima dell’evento.

Gianluca Savoini, perché questo libro?

Nasce con l'intento di chiarire i fatti che hanno circondato il cosiddetto "Russia Gate", in cui sono stato coinvolto per diversi anni. Ho sentito molte voci su di me, sulla mia figura e sulla mia esperienza politica e ho voluto mettere dei punti chiari. La mia storia, sia personale che politica, è sempre stata trasparente. Sono stato attivo nella Lega dal 1992 e ho svolto varie funzioni, ma alcune persone hanno cercato di dipingere la mia figura in modo distorto, senza sapere bene chi fossi.

Come ripercorre le varie fasi della vicenda del caso Metropol, con quale approccio?

Siamo stati condannati prima ancora di capire cosa stesse succedendo. La situazione è stata ingigantita dalla stampa, con l'obiettivo di colpire la Lega e Salvini. Nel libro chiarisco il mio ruolo e l’estraneità di Salvini. Sono stato coinvolto in questa vicenda per altre ragioni, legate alla mia associazione Lombardia-Russia, e avevo deciso di dimettermi da portavoce di Matteo Salvini preventivamente per evitare confusioni. A Salvini interessava avere rapporti con la Russia, come tutti i partiti sovranisti d'Europa all’epoca; quindi, venni nominato da lui responsabile per i rapporti con la Russia. A quel punto organizzai incontri ufficiali, formali, alla luce del sole con le istituzioni russe, con ministri piuttosto che deputati, organizzazioni, università, dove si andava a parlare di non vedere la Russia come un nemico, di cercare di aiutare le aziende italiane in difficoltà per le sanzioni, la lotta comune contro il terrorismo internazionale. Parlavano del continente Eurasia, un grandissimo continente e si capisce benissimo che avrebbe distrutto la competitività dell'altra grande superpotenza, che ha voluto diventare la gendarme del mondo. Il titolo è da Pontida al Metropol, perché ripercorro la mia vita all'interno del movimento Lega Nord negli anni 90 con Bossi, dove mi occupavo di politica internazionale, arrivando al Metropol. Ma cosa vuol dire? Il Metropol è stata la chiave di volta del significato di come l'idea mondialista, l'idea di creare un unico supermercato globale doveva vincere assolutamente, se qualcuno si fosse messo di traverso avrebbe dovuto essere spazzato via, con le buone o con le cattive. In questo libro si parla di tutto l’excursus storico che parte dal crollo del muro di Berlino, i primi tempi della Lega, fino ad arrivare al Metropol, perché io sono finito sui giornali di tutto il mondo. Il caso non è stato rinviato a giudizio, ma hanno archiviato, perché non c'era nulla, nulla poteva essere.

Sono arrivate le auspicate scuse?

No, assolutamente da parte di nessuno.

Sulle politiche internazionali dell'attuale maggioranza in governo mi può dire qualcosa? Cosa ne pensa?

Purtroppo, quando si è colonie, se arrivi al governo, fai quello che ti dice il colonizzatore, altrimenti non sei al governo. L'ho visto con i miei occhi quando la Lega di Salvini era il primo partito in Italia, era al governo con Conte. Alla fine, la Lega è stata normalizzata. Doveva essere normalizzata, perché certe teorie, certe idee, certi contatti internazionali non s’hanno da fare. Perché se li fai, ti creano problemi. Adesso è così. Poi la storia cambia. La storia si è messa in moto. Al mondo siamo un miliardo di persone che ci costringono a pensare in certa maniera. Molti non la pensano così, ma non si può dire. E gli altri sei miliardi ci guardano, non dico con odio, ma sicuramente con una certa avversione, dopo tutto quello che è stato combinato dall'Occidente: l'esportazione delle democrazie con le armi, le bombe intelligenti. Quando dicono che Putin ha portato la guerra in Europa con l'Ucraina, proprio in questi giorni è il 25esimo anniversario dei bombardamenti di Belgrado da parte degli aerei americani. Ma ce lo ricordiamo o no chi ha portato la guerra in Europa per la prima volta dopo la Seconda guerra mondiale? Non la Russia, su Belgrado, con bombe sui civili.  Io andai a Belgrado, ricordo bene che le bombe intelligenti fecero migliaia e migliaia di morti civili e non era una guerra. Quindi, prima di dare lezioni di comportamento… la Russia può fare degli errori come tutti, ma questi che si ergano a fare i maestrini di libertà, di democrazia, ma cosa hanno combinato? Siria, Afghanistan, Libia, Belgrado, Vietnam prima. Se guardiamo tutto l’excursus storico di chi vuole fare il democratico assoluto nel mondo... Allora, esiste un unico governo centrale al di sopra della politica e dei parlamenti, che non servono più a nulla, se non a fare le leggi nazionali. Ma sulle questioni veramente apicali, quindi quelle di politica estera, dei patti di alleanze, di decisioni internazionali, questo non lo decide l'Italia, ma l'Europa decide che cosa bisogna fare. Ma non è un'Europa dei popoli, quella che voleva la Lega da sempre, questa è l'Europa delle banche e degli interessi di pochi oligarchi europei e internazionali che non sono russi, sono oligarchie europee.

Nato ad Alassio nel 1963, Gianluca Savoini è laureato in Scienze Politiche all'Università di Milano ed è giornalista professionista. Ha lavorato per diverse testate, tra le quali Il Corriere Mercantile di Genova, Il Giornale di Indro Montanelli, L'indipendente di Vittorio Feltri e la Padania. È stato responsabile comunicazione del ministro del Lavoro Roberto Maroni, direttore ufficio stampa del Consiglio regionale della Lombardia, vicepresidente del Comitato regionale per la comunicazione di Regione Lombardia, consulente comunicazione del presidente di Ferrovie Nord Milano. Esperto di geopolitica, Savoini ha effettuato reportage e interviste nazionali e internazionali ed è presidente dell'Associazione culturale Lombardia Russia. È stato anche portavoce del segretario della Lega Matteo Salvini.

Maria Gramaglia

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