Sanità - 28 marzo 2024, 14:47

Albenga, i lavoratori della clinica San Michele preoccupati: “80 famiglie rischiano il posto”

Le preoccupazioni in seguito alla notizia del progetto di inserimento nell’ospedale Santa Maria di Misericordia di 60 posti letto per la riabilitazione funzionale, attività già svolta della San Michele da decenni

Albenga, i lavoratori della clinica San Michele preoccupati: “80 famiglie rischiano il posto”

I lavoratori e i collaboratori della Clinica San Michele di Albenga sono fortemente preoccupati per la notizia riguardante il partenariato pubblico-privato dell’ospedale Santa Maria di Misericordia. Nello specifico, il progetto prevedrebbe l’inserimento di 60 posti letto per la riabilitazione funzionale, attività già svolta della San Michele da decenni. 

Abbiamo chiesto un appuntamento sia al sindaco di Albenga che al prefetto di Savona per andare a fondo e capire cosa succederà a 80 famiglie del territorio, dal momento che, da quanto trapelato, il progetto prevede l’assegnazione ai nuovi gestori di 60 posti di riabilitazione funzionale - spiega Laura Vaccarezza, che si fa interprete delle preoccupazioni di molti lavoratori e collaboratori della Clinica San Michele -. Il timore fondato è che vengano sottratti alla nostra struttura, che è presente sul territorio da 60 anni”.

La maggior parte della nostra attività riguarda la riabilitazione - prosegue Vaccarezza -. Perché fare un doppione di quello che già c’è. La Clinica San Michele è ad Albenga, che bisogno c’è di avere questa attività anche al Santa Maria di Misericordia? Chiediamo a chi di competenza di spiegarci qual è il disegno, la logica di questa decisione”.

Sono circa 80 complessivamente i lavoratori e le lavoratrici presso la San Michele attanagliati dai dubbi e dagli interrogativi di questa operazione. “L’ospedale viene dato ai privati, che è dei cittadini, costruito con dei lasciti di albenganesi. Ci sono altre specialità che potrebbero essere incluse e che mancano, perché proprio la riabilitazione? Non pensiamo ci sia una tale necessità di letti per la riabilitazione da fare un doppione”.  Secondo i lavoratori, le risorse dovrebbero essere impiegate in attività quali un pronto soccorso aperto 24h/24 o altri settori totalmente mancanti, infatti.

Temiamo che il futuro nostro e delle nostre famiglie possa diventare nuovamente incerto, risvegliando in noi spiacevoli ricordi di situazioni già vissute - sottolinea -. Tutto questo ci scoraggia ancora di più, considerando il grande impegno e lavoro, che noi e l’azienda continuiamo a fare, a favore dei cittadini liguri, anche se non ci viene adeguatamente riconosciuto dalle autorità, né economicamente né moralmente”.

Ci chiediamo davvero quali siano le logiche che muovono la scelta di avviare duplicati di attività che non potranno che essere concorrenti con la nostra, soprattutto considerando che verranno spesi soldi pubblici che dovrebbero essere prioritariamente destinati a servizi mancanti”, conclude Laura Vaccarezza.

Maria Gramaglia

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