"Il territorio non deve essere 'abusato', ma curato e mantenuto attraverso investimenti e attività di prevenzione che sarebbero utili anche ad aumentare l'occupazione sul territorio. È ora di smetterla di impegnare risorse per progetti che non servono e che rischiano addirittura di mettere ulteriormente in difficoltà le comunità del savonese e deturpare l'ambiente", afferma Andrea Pasa, segretario generale della Cgil Savona, che prosegue: "L’assenza di un’efficace politica di manutenzione e prevenzione, l’azione incontrollata dell’uomo e i cambiamenti climatici hanno reso la situazione ancor più critica mettendo a repentaglio il nostro fragile territorio e le popolazioni che lo abitano".
"Il Pnrr prevede 2,49 miliardi di euro per interventi contro il dissesto idrogeologico. In Liguria, i progetti di contrasto al dissesto ammontano a 31.640.154,18 euro, suddivisi in investimenti per nuovi progetti: 20.861.457,13 euro (numero di nuovi progetti 8) e investimenti per progetti in corso: 10.778.697,05 euro (numero di progetti in corso 4). La Liguria si attesta al quint’ultimo posto in Italia per fondi e progetti dedicati al dissesto idrogeologico, eppure è tra le regioni che rischiano di più".
"In provincia di Savona sono circa 7 milioni di euro suddivisi tra i due progetti più grandi del comune di Albenga, con l’intervento strutturale urgente di sistemazione dell’argine del fiume Centa con un costo totale di 2.600.000,00 euro, di cui Pnrr 1.500.000,00 euro, e il progetto nel comune di Celle a difesa dell’abitato, delle spiagge e delle attività produttive connesse con un costo totale previsto di 4.700.000 euro e un totale finanziamento pubblico previsto di 4.700.000 euro. Infine, ci sono i progetti più piccoli nei comuni di Osiglia, Albissola Superiore e Piana Crixia che complessivamente ammontano a circa 1 milione di euro".
"Mentre la politica locale e regionale non mette in campo politiche a favore del territorio, in queste ore si contano i danni delle tante, troppe, frane e smottamenti che mettono e metteranno in difficoltà migliaia di cittadini, lavoratori, studenti, pendolari e imprese di tutta la provincia, con la chiusura di numerose strade su tutto il territorio che 'spaccano' ancora una volta la provincia da levante a ponente. Difficoltà ordinarie causate da una rete infrastrutturale deficitaria da oltre 40 anni", prosegue.
"L’Italia ha un rischio idrogeologico molto elevato, anche se di dissesto idrogeologico si parla poco e di solito solo nei giorni successivi ai danni del maltempo. La consapevolezza dei rischi, che sembra diffondersi nel momento in cui certi eventi si verificano, contrasta con i periodici condoni edilizi, rispetto a un tema, quello dell’abusivismo appunto, che legato anche alla responsabilità delle amministrazioni e alla necessità di intensificare i controlli e applicare correttamente le sanzioni, è causa del degrado del nostro patrimonio comune".
"Eppure, anche di fronte alla distruzione e alla perdita di vite umane, non si apre mai una seria riflessione che tenga conto della connessione stretta fra quello che è successo e il cambiamento climatico. Il Pnrr stanzia oltre 2 miliardi per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico con l’obiettivo dichiarato di ridurre gli interventi di emergenza e di intervenire in modo preventivo attraverso un programma ampio e capillare di interventi strutturali di messa in sicurezza del territorio e di riduzione del rischio di allagamento e di interventi di manutenzione, eppure ad oggi poco o niente è stato fatto".
"Nel 2021 la Cgil ha lanciato la proposta di una 'Legge Quadro per la riduzione dell’impatto delle calamità naturali, la qualità nelle ricostruzioni e la salvaguardia dai rischi', indicando alcuni contenuti per la fase di salvaguardia e adattamento ai rischi, per le ricostruzioni e il rilancio. Per la Cgil, è necessario un cambio culturale, ancora assente nel nostro Paese, e una maggiore cultura del rischio che non sia solo quella del 'giorno dopo'. Spesso, e soprattutto nell’ultimo periodo, si sente dire che la manutenzione del territorio e la prevenzione del dissesto idrogeologico sono la più importante 'opera pubblica' di cui il paese ha bisogno. Malgrado ciò, continuiamo a registrare ritardi e timidezze nell’affrontare il tema in modo concreto e soprattutto efficace soprattutto in provincia di Savona, territorio già 'provato' dalla presenza di infrastrutture insufficienti ed obsolete".
"Come Cgil Savona, riteniamo sia prioritario che ad iniziare dal territorio - comuni e provincia – si ponga al centro delle politiche pubbliche un'attenzione nuova alla gestione del territorio diversa da quella messa in campo fino ad oggi, pretendendo azioni concrete da Regione e Governo", conclude Pasa.