Attualità - 08 marzo 2024, 11:00

Un viaggio nel Roero per ammirare il MIDA e l’arte al femminile tra i vigneti

Tutti luoghi che incantano, per la loro magia. Proprio come una donna

In foto la Big Bench n. 47, presso la Collina Giaconi di Madonna dei Cavalli, a Canale; il MIDA, Museo Internazionale delle Donne Artiste, a Ceresole d’Alba e tubo di cemento decorato tra i vigneti di Guarene

In foto la Big Bench n. 47, presso la Collina Giaconi di Madonna dei Cavalli, a Canale; il MIDA, Museo Internazionale delle Donne Artiste, a Ceresole d’Alba e tubo di cemento decorato tra i vigneti di Guarene

Segni particolari? Sono belle. Colline che si dipanano all’orizzonte come dolci seni di Madre Natura, un territorio che regala meravigliose suggestioni attraverso un patrimonio variegato e stimolante, proprio com’è l’universo femminile. Mai come in questi ultimi anni, se dici Roero, dici donna. E questo approccio si svela tra arte e cultura, esperienze uniche e destinazioni originali dove vivere tutta l’emozione delle prime volte.

Madonna dei Cavalli e Big Bench

Che meraviglia Madonna dei Cavalli, una borgata del Roero, vicina a Canale. Piccina e carinissima, potete passarci la domenica o fare un pic-nic con tutta la famiglia. Il bello è che si può raggiungere con un po’ di trekking. Tra una salita e una discesa scopriamo anche dei luoghi top per scattare foto instagrammabili, come la panchina gigante n. 47 presso la collina Giaconi che fa parte del circuito della Big Bench Community Project (BBCP) del designer americano Chris Bangle.

L’attrazione, voluta da Andreina Tarasco (autrice del libro “Soffio di vento” edito da Clavilux Edizioni e membro dell’associazione Roero Rosa) e dall’azienda agricola Fabrizio Pinsoglio domina il paesaggio dalla perfetta terrazza naturale posta sulla valle che dalla frazione Valpone conduce alla borgata.

Quando a fatica (tranquilli, si scherza: è facilmente arrampicabile) riuscirete a salirci vi sembrerà di essere microscopici. Non potete non riconoscerla: è contraddistinta dal colore rosa che la fa risaltare anche da lontano. Anche agli occhi più esigenti.

Una volta seduti, si potrà godere la clamorosa vista dall’alto e la vertigine della sua prospettiva. Ogni dettaglio colpisce e cattura: la sagoma di un albero, il profilo di un campanile lontano, l’orizzonte dominato dal Monviso, il gioco delle nuvole, un tramonto infuocato sulle colline. Il resto del mondo fa da sempre lunghi viaggi per venire a contemplare ciò che noi abbiamo tutti i giorni sotto i nostri occhi.

Prati, fiori, campi coltivati con cura, poche case e ancora meno abitanti. Quindi, se cercate la movida, anche no. Se invece vi ispira l’idea di una bella esperienza tra natura e pace, a Madonna dei Cavalli e nel Roero l’avete trovata.

Il Centro Ascolto Roero Rosa

Rosa, rosa e ancora rosa. Il colore iconico delle donne, ma anche del Roero, dove è attiva un’Associazione che scalda il cuore. Il Centro Ascolto Roero Rosa è nato a Canale nel 2018 in forma completamente volontaria da un gruppo di donne dal diritto di contare: Anna Errera, Vera Pavone, Mariateresa Ossola. Tra loro, c’è pure Andreina Tarasco, che aggiunge: «Dal 2018 aiutiamo le persone che stanno affrontando la malattia e anche quelle che stanno loro accanto. Insomma, facendo del bene e creando momenti di aggregazione riusciamo a aiutare il territorio».

Prima, in ordine di tempo, la Camminata Rosa che ogni anno fa il pieno di iscrizioni e poi concerti, spazi culturali e occasioni di condivisione. Nessun infinito e oltre, come direbbe Buzz Lightyear, ma un’esperienza di prossimità, che fa venire gli occhi a cuoricino.

Lo spirito è quello di dare una mano a chi è in difficoltà, con la consapevolezza di chi ha lottato e vinto la sua battaglia come Andreina: «La mia avventura è iniziata nel 2018, quando, dopo esser uscita dal percorso cancro, diagnosticato nel 2014, ho pubblicato il libro “Soffio di vento” (edizioni Clavilux), che è stato presentato al Salone del libro di Torino e, grazie al senatore Marco Perosino, in locali del Senato a Roma».

Ma non è tutto! Insieme al libro, Andreina Tarasco ha portato in dote al territorio la big bench n. 47, che fa parte del circuito della Big Bench Community Project (BBCP) di Chris Bangle. Gesti importanti, sempre colorati di rosa: «La panchina gigante è posizionata alla cima di un vigneto di mio marito Fabrizio, a Madonna dei Cavalli. Come sempre, dopo un periodo difficile nascono nuove cose». Un modo per dire che sì, c’è speranza per tutti.

Museo Internazionale delle Donne Artiste

È un museo straordinario, quello che vi aspetta a Ceresole d’Alba, all’interno della chiesa della Madonna dei Prati. Si tratta del MIDA (Museo Internazionale delle Donne Artiste), con sezioni dedicate all’emancipazione femminile espresse attraverso dipinti, disegni, sculture, ceramiche, installazioni, video, fotografie e opere grafiche.

La collezione annovera lavori di altissimo spessore, che portano la firma di Marina Abramovic, Carla Accardi, Maya Kopitzeva, Xiao Lu, Françoise Gilot, Rabarama, Annie Leibovitz, Marlene Dumas, Yoko Ono, Berthe Morisot, Beverly Pepper, Suzanne Valadon e molte altre. Vi è anche un tributo a Frida Kahlo, vista attraverso le immagini di grandi fotografe del suo tempo, che accompagnano i visitatori in un mondo assai colorato. Un po’ come la vita di Frida: un mix di passioni, dispiaceri e tavolozze dalle mille sfumature.

L’arte al femminile tra i vigneti di Guarene

Le foglie delle viti mosse dal vento primaverile sembrano onde che increspano il grande mare verde delle colline del Roero. Non solo uva: alla testa dei filari si possono nascondere anche piccole opere d’arte.

Ne sono esempio i tubi di cemento decorati con fiori stilizzati, frutto dell’estro di Elisabetta Lora, coltivatrice diretta presso l’azienda agricola di famiglia, a Guarene, perfettamente integrate con il paesaggio circostante.

Siamo abituati a pensare alla città come il luogo dell’arte e della cultura per eccellenza, dove la creatività trova spazio tra i musei e le librerie del centro. Eppure, c’è chi come lei ha fatto della natura il luogo della propria arte, ricambiando, a modo suo, ciò che la terra le ha dato negli anni.

L’idea è semplice, come ci spiega la stessa Elisabetta: "In ogni città e paese c’è qualcosa che li contraddistingue, ultimamente si nota un po’ di arte anche nelle nostre campagne, infatti c’è chi mette in risalto i propri terreni con i pastelli colorati, con le panchine, con le altalene. Prendendo spunto da ciò, ho cercato qualcosa che fosse inutilizzato da tempo, per dargli una nuova vita".

Aggiungendo: "Fu così che iniziai la ricerca di vecchi tubi di cemento abbandonati, conosciuti in piemontese con il nome di “bunsa”, che in passato venivano usati per raccogliere l’acqua piovana che serviva per preparare il verderame da dare alle colture. Decisi di capovolgerli, per poi dipingere ognuno di questi tubi di cemento in base alla coltura del terreno, disegnando albicocche e grappoli d’uva, rossa o bianca, personalizzandoli con il mio nome e quello di mia sorella, cambiando tonalità di sfondo per mettere in risalto il colore dei frutti raffigurati".

Ma non è finita qui. «Al momento nei terreni di nostra proprietà, nel comune di Guarene, ce ne sono cinque posizionati, ma chissà che non ne spuntino altri» conclude Elisabetta.

Insomma, guai a dire che nel Roero ci sono sempre le stesse cose da vedere. Sì, perché dal pian alto fino alle dolci colline di cose carine e originali ce ne sono davvero tante. Tutti luoghi che incantano, per la loro magia. Proprio come una donna.

Silvia Gullino

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