Economia - 29 febbraio 2024, 15:04

Aumento dei casi di mesotelioma in Liguria, Piemonte, Lombardia e Abruzzo

L’ONA ottiene il riconoscimento per il caso Luigi Vitullo. Accreditata la rendita INAIL e liquidata la pensione INPS alla vedova

Aumento dei casi di mesotelioma in Liguria, Piemonte, Lombardia e Abruzzo

Amianto e mesotelioma: un tragico binomio della storia del mondo operaio italiano. L’amianto è un killer democratico: uccide sempre, comunque e dovunque. “È necessario quindi bonificare, a partire dalle scuole, ce ne sono quasi 2.500 ancora in Italia con amianto. Poi sono necessarie ulteriori procedure, non solo per i militari, in particolare per coloro che sono in servizio nella Marina Militare, ma anche nell’edilizia e nei settori più vari, come dimostra il caso di Luigi Vitullo, l’ultima più recente definizione giudiziaria che ha portato alla condanna dell’INPS all’accredito delle maggiorazioni contributive per amianto. Si, perché coloro che sono state vittime dell’amianto per motivi professionali, oltre alla rendita INAIL. È necessario quindi procedere sia con la bonifica, sia con la tutela sanitaria, sia con quella giudiziaria”, così l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA e legale della famiglia Vitullo. 

L’amianto uccide in modo indiscriminato, in particolare nelle regioni più industrializzate, come la Liguria, la Lombardia e il Piemonte. Queste sono le tre regioni a più alta incidenza di casi di mesotelioma, in particolare il mesotelioma pleurico. La Liguria è tristemente nota per i cantieri navali e per le basi della Marina Militare. In rari casi, come Antonio Dal Cin, finanziere eroe della battaglia contro l’amianto, la forza di volontà e il desiderio di combattere per la salute e per la dignità della persona umana ha per ora sconfitto la malattia, o meglio ne ha arrestato il decorso, evitando di soccombere. La stessa Paola Santospirito, che ha subito i danni dell’amianto, che ha respirato perché ha lavato le tute del marito Lgt Mastrovito Leonardantonio, in servizio nella Marina Militare Italiana, nell’Ammiraglia, Vittorio Veneto. In mare, la grande unità navale dispiegava le insegne tricolori e quelle del comando della flotta. 

Eppure, nella sua pancia montagne di amianto, tanto che ultimamente è stata dismessa. Ma la storia di Paola Santospirito, moderna eroina, che ha lottato per lei e per il marito nell’ONA, Osservatorio Nazionale Amianto, e nell’Osservatorio Vittime del Dovere, è la nuova Giovanna D’Arco della difesa della salute del personale civile miliare delle Forze Armate. Lo stesso Carlo Calcagni, Colonnello del Ruolo D’onore dell’Esercito Italiano, riconosciuto vittima del dovere, per effetto dell’esposizione a nanoparticelle di metalli pesanti e radioattivi. L’amianto colpisce sempre e dovunque. La storia più recente, tragica e drammatica, è quella di Luigi Vitullo, che muore di mesotelioma pleurico a 54 anni: operaio generico non riconosciuto. Interviene l’ONA che ottiene il riconoscimento prima della rendita INAIL e poi la rivalutazione della pensione di reversibilità con il coefficiente 1,5. 

L’INAIL ha costituito la rendita in favore della vedova, ora finalmente anche la condanna a carico dell’INPS, che dovrà ricostituire la posizione contributiva della vittima, e così ricostituire e riliquidare la prestazione di reversibilità della vedova. Circa € 12.000,00 l’anno, e quindi € 60.000,00 di arretrati nel 2019, e poi mese per mese, per il resto della vita della vedova (50enne). Tuttavia, l’INPS aveva ritenuto di non riconoscere l’esposizione ad amianto dell’operaio, anche dopo che in corso di causa l’INAIL aveva accreditato la prestazione, e riconosciuto la rendita. La battaglia giudiziaria è quindi proseguita a carico dell’INPS con un primo grado di rigetto che ha reso necessario dover ricorrere in Corte d’Appello, che ha accolto anche la domanda nei confronti dell’INPS che dovrà accreditare le maggiorazioni contributive, e dunque rivalutare i ratei di pensione, sia quelli passati con la liquidazione degli arretrati, sia quelli che saranno erogati mese per mese. 

La Corte d’Appello di L’Aquila condanna INPS ad accreditare le maggiorazioni amianto e a ricostruire la posizione contributiva del Vitullo morto all’età di 54 anni di mesotelioma pleurico epitelioide, dopo aver respirato polveri e fibre di amianto ininterrottamente per ben undici anni, dal 1976 al 1987. Condanna altresì l’Istituto al ricalcolo della pensione di indennità e alle suddette maggiorazioni in favore della vedova, che corrisponde a circa € 400,00 mensili di aumento, e quindi circa € 5.000,00 ogni anno, quindi con arretrati che dovranno essere determinati proprio dall’ente previdenziale, oltre al maggior importo che dovrà essere liquidato per i ratei futuri. L’INPS aveva cercato di negare i benefici di riqualificazione, ricostituzione della rendita di reversibilità, nonché le prestazioni aggiuntive del Fondo Vittime Amianto alla vedova Antonietta Cicchini (50 anni all’epoca della morte del marito).

Grazie all’azione legale dell’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), che ha presentato ricorso, giustizia è stata fatta. Alla vedova andranno i diritti spettanti in seguito alla tragica perdita del marito. Questa sentenza, un’amara vittoria legale per la vedova Cicchini, è l’ennesimo richiamo alle responsabilità delle Istituzioni nel garantire la protezione e il sostegno alle vittime dell’amianto. L’ONA continua ad essere a disposizione delle vittime dell’amianto con un servizio di consulenza tramite il suo sito o il numero verde 800 034 294.

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