Ieri pomeriggio, lunedì 12 febbraio, un incontro emozionante con Padre Floriano ospite nella cantina dei Fieui di caruggi.
All’incontro ha partecipato anche il sindaco Riccardo Tomatis: “Voglio ringraziare Padre Floriano che costruisce strade che uniscono, non muri che dividono. In Madagascar le strade possono salvare delle vite, pensiamo ad esempio la loro importanza per arrivare in un ospedale o da un medico. Le strade possono unire le persone che senza non riescono ad incontrarsi, per questo il progetto di Padre Floriano la "strada della speranza" è particolarmente importante”.
“Siamo felici di aver accolto Padre Floriano nel nostro piccolo museo della Fionda. Come Fieui di caruggi abbiamo sempre cercato di aiutare molte realtà e abbiamo partecipato a progetti di solidarietà, speriamo di poter aiutare anche padre Floriano Strapazzon, missionario da sessant'anni in Africa - aggiunge Gino Rapa - Ringrazio anche il campione di motociclismo Maurizio Gerini da poco rientrato dalla Dakar e la giornalista sportiva, nonché pilota-collaudatrice, Francesca Gasperi per averci fatto incontrare questa straordinaria persona”.
Il sacerdote, appartenente all'ordine vincenziano, vive ed opera da moltissimi anni in una zona centrale del Madagascar, molto povera e isolata, lontana dai percorsi turistici. Il campione di motociclismo e il missionario, entrambi originari della valle Impero, hanno dato vita a un progetto ambizioso ed essenziale per la sopravvivenza delle popolazioni aiutate da Padre Floriano, un vulcano di idee e energia, nonostante l'età avanzata.
Afferma Padre Floriano: “Sono anziano, ma spero di riuscire a realizzare ancora molti progetti. Ho molti aneddoti da raccontare, ricordo di una donna che morsa da un coccodrillo ha impiegato dei giorni per riuscire ad arrivare in ospedale ed era felice e sorridente per aver solo perso un braccio, ma essersi salvata la vita. Ricordo di un uomo che non poteva arrivare dal nipote perché troppo lontano e in un territorio sena vie di comunicazione, e le avventure di una famiglia che voleva far battezzare il proprio figlio, ma si trovava in un villaggio distante. Le strade sono fondamentali, lo sono anche gli ospedali e le scuole, ma senza strade non si arriva da nessuna parte. Da qui il progetto che spero di riuscire a realizzare”.
Il progetto, ribattezzato The road of hope (La via della speranza) mira a costruire una strada che porti sviluppo e pace anche ai villaggi più sperduti.