L'Italia si confronta con una realtà sanitaria in continua evoluzione, segnata da un significativo aumento delle diagnosi oncologiche, stimato in 395.000 nuovi casi, con una predominanza maschile (208.000 uomini contro 187.000 donne). Questo trend ascendente, rilevato rispetto ai 376.600 casi del 2020, mette in evidenza un incremento di 18.400 diagnosi in tre anni, post-pandemia. Fra i tumori più diffusi, si evidenziano il carcinoma mammario, il colon-retto, il polmone, la prostata e la vescica, con previsioni di un aumento annuo del 1,3% negli uomini e dello 0,6% nelle donne nei prossimi vent'anni.
In parallelo a questa sfida, l'oncologia italiana celebra progressi significativi, testimoniati dall'evitamento di 268.471 morti oncologiche tra il 2007 e il 2019, grazie alle innovazioni terapeutiche e alle strategie di prevenzione. La ricerca, soprattutto nel campo delle terapie mirate e dell'immunoterapia, ha trasformato il trattamento di molti tumori, migliorando sostanzialmente la sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti.
Il volume "I numeri del cancro in Italia 2023", frutto della collaborazione tra diverse istituzioni e società scientifiche, sottolinea l'urgenza di promuovere la cultura della prevenzione e di garantire l'accesso alle cure innovative, per affrontare con efficacia la crescente incidenza dei tumori e migliorare ulteriormente gli esiti in termini di salute pubblica.
Nonostante i progressi, permangono criticità, soprattutto per i tumori legati al fumo nelle donne e per il cancro del pancreas, dove i miglioramenti in termini di diagnosi precoce e trattamento sono ancora insufficienti. La prevenzione, sia primaria che secondaria, richiede un maggiore impegno, come evidenziato dai dati su stili di vita a rischio e dalla diminuzione della partecipazione agli screening, particolarmente al Nord Italia.
Nel 2023, il carcinoma mammario si conferma la tipologia di cancro più comune, con 55.900 casi registrati, seguito dal carcinoma del colon-retto, che conta 50.500 diagnosi. Seguono il carcinoma polmonare con 44.000 casi, il carcinoma prostatico con 41.100 diagnosi, e il carcinoma vescicale, che raggiunge i 29.700 casi.
Analizzando i dati in base al genere, si osserva che, tra gli uomini, il cancro alla prostata è il più diffuso, rappresentando il 19,8% del totale dei casi maschili, con 41.100 nuove diagnosi. Questo è seguito dal cancro al polmone (29.800 casi, 14,3%), dal cancro del colon-retto (26.800 casi, 12,9%), e dal cancro alla vescica (23.700 casi, 11,4%). Per le donne, il tumore al seno domina le statistiche, costituendo il 30% di tutte le neoplasie femminili con 55.900 nuove diagnosi, seguito dal cancro al colon-retto (23.700 casi, 12,7%), dal cancro al polmone (14.000 casi, 7,4%), e dal cancro all'endometrio (10.200 casi, 5,5%).
Per quanto riguarda le proiezioni future, si stima che nel corso dei prossimi vent'anni l'incidenza annua di nuovi casi di cancro in Italia vedrà un incremento medio dell'1,3% negli uomini e dello 0,6% nelle donne ogni anno. Questa tendenza al rialzo interesserà anche i tipi di tumore più comuni, come quello alla mammella nelle donne, che vedrà un aumento dello 0,2% annuo, quello alla prostata negli uomini, con un incremento dell'1% annuo, e quello al polmone in entrambi i sessi, con un aumento dell'1,3% annuo.
Significativi progressi nell'oncologia hanno portato a risultati incoraggianti, con una riduzione della mortalità e miglioramenti nella qualità della vita dei pazienti. Innovazioni come le terapie mirate e l'immunoterapia hanno rivoluzionato il trattamento di vari tipi di tumore, evidenziando l'importanza della ricerca e dell'accesso alle cure. Tuttavia, permangono aree in cui i progressi sono limitati, come nei tumori legati al fumo nelle donne e nel cancro del pancreas, sottolineando la necessità di migliorare nelle diagnosi precoci e nei trattamenti disponibili.
La prevenzione gioca un ruolo cruciale nella lotta contro il cancro. Stili di vita non salutari, come il fumo, la sedentarietà, il sovrappeso e il consumo eccessivo di alcol, rappresentano fattori di rischio significativi. Inoltre, la partecipazione agli screening per la diagnosi precoce ha subito una diminuzione, specialmente al Nord, rispetto ai livelli pre-pandemici, sottolineando la necessità di aumentare la consapevolezza e l'adesione a questi programmi vitali.