L'inno nazionale, 'Fratelli d'Italia,' rappresenta un simbolo di unità e patriottismo nel contesto storico della formazione della nazione. Tuttavia, negli ultimi tempi, si sono verificate alcune controversie riguardanti la sua origine. In particolare, alcune teorie suggeriscono che l'inno potrebbe essere stato scritto a Carcare, sollevando interrogativi sulla sua vera provenienza.
Sulle questione è intervenuto Fausto Conti, ex direttore della biblioteca civica e del Museo del Centro Studi "A.G. Barrili", andato in pensione nel 2021: "Ritenere che l'inno 'Fratelli d'Italia' non sia stato composto da Goffredo Mameli, ipotizzando che abbia studiato presso il collegio Calasanzio e presumibilmente rubato il testo da Padre Atanasio Canata, ritengo sia, non soltanto falso, ma oltremodo insultante nei confronti di un'eroe morto per idee di libertà. La Storia si deve fare con l'esame attento degli atti e non con supposizioni da rivista scandalistica".
"Punti primo: Mameli non ha mai studiato a Carcare. Questo è inoppugnabile in quanto lo stesso, dopo un alterco con un suo condiscepolo dell'Università di Genova, del luglio 1843, per cui fu punito con l'obbligo di prolungare di un anno il corso di filosofia, venne inviato presso il Collegio Scolopico anche perchè nel collegio carcarese aveva studiato Giovanni Battista Mameli, suo fratello maggiore".
"Tale decisione fu motivata dal desiderio di rinforzare la sua salute fisica e psichica con l'aria della Val Bormida. Tuttavia, vi rimase solo per circa un mese. È importante notare che nel 1843, Mameli aveva quasi 15 anni e superò con successo gli esami di baccelliere presso l'Università di Genova il 7 agosto 1847. Per chi non lo sapesse, tale titolo corrispondeva all'odierno diploma di scuola superiore, antecedente alla laurea. Ritengo quindi che, essendo stato in Val Bormida durante il periodo estivo e già iscritto all'Università, è ragionevole affermare che i corsi offerti dal Collegio carcarese, che si fermava al Ginnasio, non fossero parte del suo percorso accademico".
"Punto secondo: risulta estremamente difficile sostenere che Mameli abbia rubato l'inno a Padre Canata. In primo luogo, Canata era un sostenitore delle idee giobertiane, mentre Mameli era un convinto mazziniano, come dimostrato dalla terza parte del testo dell'Inno 'Uniamoci, amiamoci', esplicitamente ispirata alle idee mazziniane - prosegue Conti - E' importante notare che il mazzinianesimo non può essere ridotto a un semplice movimento irredentista o nazionalista. Mazzini abbracciava l'idea di nazione, ma auspicava la convivenza pacifica tra i vari popoli. Nel suo famoso trittico della rivoluzione francese, affiancò alla Libertà e all'Uguaglianza, a volte l'Associazione, altre l'Umanità".
"Il termine 'Fratellanza' era di chiara origine cristiana e Mazzini, pur apprezzandone il valore "comunitario", preferì sostituirlo con termini che oggi definiremmo più laici. Parlare di Umanità e Associazione permetteva a Mazzini di contrastare la lotta di classe tipica del marxismo. Infatti, il movimento comunista, anche se agli inizi si inserì tra le dottrine 'democratiche', fu subito visto dal Mazzini come 'escludente', come il tentativo di una parte (il proletariato) di prevalere su un'altra (la borghesia)".
"Circa i rapporti con la religione, Mazzini riteneva inaccettabile l'ateismo; considerava il popolo immagine di Dio sulla terra e riconduceva la definizione dei doveri dell'uomo alla Legge di Dio. Profondamente spiritualista, contestava ai comunisti il tentativo di cancellare dal cuore e dalla mente degli uomini non solo l'elemento trascendente, divino, ma anche il semplice senso del dovere. Secondo il genovese, infatti, il Popolo non poteva progredire, non soltanto se non vive in piena libertà, ma anche se non fa proprio il senso del dovere. Pur non considerando ideale il modello statunitense, anzi, accusandolo di accentuare l'individualismo e l'egoismo sociale, Mazzini apprezzava dello stesso la separazione Stato-Chiesa, accompagnata, però, da un forte senso civico-religioso e dal pieno rispetto delle libertà di opinione, comprese quelle religiose. I mazziniani o repubblicani si possono, quindi, a pieno titolo definire interclassisti in campo sociale e liberali in materia di diritti umani. E questo era il pensiero di Goffredo Mameli".
"L'inno "Fratelli d'Italia" fu scritto a Genova da Goffredo Mameli il 10 settembre 1847, intitolandolo “Il canto degli Italiani”. Il testo fu musicato da Michele Novaro il 24 novembre dello stesso anno in quel di Torino, e suonato, per la prima volta a Genova il 10 Dicembre 1847. Ritengo quindi che sia Genova la città che debba fregiarsi del titolo di 'Città dell'inno', tuttalpiù anche Torino, dove fu musicato, ma assolutamente non Carcare. Queste supposizioni, quasi utilizzando un termine molto caro al sindaco attualmente in carica, sono extracazzole, ancor più che supercazzole. Il provare a renderle reali è un insulto alla comunità carcarese tutta non soltanto un falso storico".
"In ultimo, mi piace ricordare che Fratelli d'Italia è divenuto l'inno nazionale Italiano il 12 ottobre 1946, dopo la fine della Monarchia, anche perché fino ad allora l'inno nazionale italiano era 'La Marcia Reale'", conclude Conti.