Politica - 13 gennaio 2024, 15:16

Scuole, Rossetti e Taramasso (Azione): "Dimensionamento e liceo made in Italy, istituti liguri nel caos"

La consigliere provinciale sull'accorpamento a Carcare: "Scavalcate le istituzioni locali, una prassi per questa amministrazione regionale"

Scuole, Rossetti e Taramasso (Azione): "Dimensionamento e liceo made in Italy, istituti liguri nel caos"

“A Savona abbiamo ricevuto la notizia degli accorpamenti con sgomento e preoccupazione. Evidentemente la giunta Toti, che aveva dichiarato orgogliosamente di ascoltare i territori, non ha potuto sottrarsi agli obblighi ministeriali, scegliendo tuttavia le modalità peggiori per attuare il dimensionamento, senza alcun coinvolgimento e scavalcando le istituzioni locali. Errore di comunicazione? No, una prassi per questa amministrazione regionale”.

È questo il commento di Adele Taramasso (Azione), consigliera della provincia di Savona, sul caos del dimensionamento scolastico.

“L’assessore alla Scuola Simona Ferro - spiega Taramasso - aveva promesso di posticipare gli accorpamenti al prossimo anno e di avviare un tavolo di confronto coi territori ma ha disatteso questo accordo pochi giorni dopo con l’accoppiamento in Val Bormida, soluzione già scartata e non condivisa né con la provincia né con gli istituti interessati”.

“Toti e Ferro mentono sapendo di mentire - attacca il consigliere regionale Pippo Rossetti -. A Savona non c'è nessun accordo e proprio da questo mancato accordo era nata la lettera dove l’assessore aveva parlato di rinvio - spiega -. Il nodo non sciolto a Savona e Genova è comunque meno peggio rispetto a quello che è successo a Spezia, dove logiche politiche, elezioni e maggioranze in provincia hanno portato ad un dimensionamento nell'interesse della politica locale e non della scuola e dei ragazzi”.

“I presidi - racconta Rossetti - stigmatizzano la mancanza di ascolto e di collaborazione e il prossimo anno sarà peggio, con altri assi di accorpamenti fatti per ridurre i numeri (e  i costi!!) dei presidi. Ridicoli Bucci e Toti che hanno negato la necessità di fare tutti gli accorpamenti e poi, richiamati all'ordine dall'ufficio scolastico regionale, hanno fatto tutto fuori tempo massimo. Perché non basta non cambiare nome per dire che le scuole non cambiano. Le famiglie non sono informate adeguatamente, gli insegnati sono trattati come pedine e i presidi obbligati a sorridere”.

Anche il liceo del Made in Italy desta forti perplessità circa al suo avvio: "In dieci giorni, senza averne mai parlato in fase di orientamento, i licei italiani delle scienze umane con indirizzo socio economico sono costretti, per non perdere il treno ministeriale,  a far partire una prima classe del liceo Made in Italy - spiega Rossetti -. In realtà non è chiaro cosa sia questo liceo, il regolamento delle materie e dei risultati da conseguire deve essere ancora scritto per cui non c’è traccia delle materie e delle ore di insegnamento del triennio. Chi parte ha un biennio poco diverso dall’attuale liceo ma, si sa, bisogna far vedere che la scuola cambia e fa 'fico' far partire il Liceo made in Italy, anche se oltre all’attuale liceo che cambia nome ci sono già quattro istituti tecnici che si occupano di aziende e di economia".

Comunicato Stampa

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
SU