Sanità - 15 dicembre 2023, 14:40

Sanità, Cgil Savona: "Mancano risposte adeguate ai cittadini mentre Regione apre ai privati e pensa alla propaganda"

Sotto accusa di segreteria, Spi e FP il bilancio regionale, che "distrae milioni per destinarli alla comunicazione", e la scelta di affidarsi ai privati: "Il pubblico unico sistema sanitario che ha interesse solo a tenerci in salute"

Sanità, Cgil Savona: "Mancano risposte adeguate ai cittadini mentre Regione apre ai privati e pensa alla propaganda"

"I savonesi non trovano più le risposte sanitarie adeguate, chi può permetterselo va dal privato e paga, chi non può rinvia le cure o addirittura le sospende".

Questo l'ulteriore allarme che arriva dalla Cgil savonese, sia dalla segreteria sia dai sindacati di categoria Spi e Fp, in una nota dove raccontano essere "centinaia ogni mese i cittadini che si recano nelle nostre sedi in provincia di Savona per denunciare attese drammatiche o addirittura l'assenza di calendari per decine di visite". Una situazione, questa, dalla quale sono esentati "lavoratrici e lavoratori del comparto che, pur continuando a svolgere il proprio lavoro con dedizione e responsabilità, nulla possono rispetto a continue scelte profondamente sbagliate della Regione Liguria".

L'accusa del sindacato è verso "un bilancio che distrae ancora una volta somme ingenti, milionarie (e francamente imbarazzanti per una regione come la nostra) per destinarle alla comunicazione del Governatore, il quale forse si è dimenticato che il suo mondo (e a maggior ragione quello dei liguri) non dovrebbe più gravitare intorno agli studi e agli interessi di Cologno Monzese".

"Qualcuno dica a Toti - continuano dalla Cgil - che i cittadini della provincia di Savona sono stanchi di aspettare e non sanno più cosa farsene delle finte inaugurazioni e delle pacche sulla spalla agli amministratori senza produrre alcun miglioramento per la vita di migliaia di persone, soprattutto anziane e con patologie croniche. È inaccettabile che i liguri paghino di tasca propria l'unica cosa che sembra davvero interessare al presidente Toti: la macchina propagandistica che giornalmente racconta una realtà che non esiste, dalla sanità all'occupazione, dallo sviluppo alle infrastrutture, mentre la maggior parte dei cittadini savonesi vive sulla propria pelle una situazione drammatica soprattutto dovuta alla condizione in cui versa la sanità nella nostra Regione".

"Lavoratori e lavoratrici del comparto sanità, in alcuni casi costretti a fare doppi turni (15 ore continuative in alcuni reparti) e poco e nulla possono fare i dirigenti di Asl 2 che si trovano a dover gestire le scelte politiche scellerate della Regione Liguria - affermano ancora -. Pronto soccorsi che sembrano campi di battaglia, dove le persone sono costrette a stare in attesa sulle barelle per giorni (come il caso già denunciato del Santa Corona di Pietra Ligure di pochi giorni fa), oppure il dramma con cui sempre più mamme si trovano a dovere fare i conti con il rischio di partorire nelle piazzole autostradali e con un intero territorio, la Val Bormida, che conta circa 40 mila abitanti, con oltre il 35% di over 65, infrastrutture pressoché inesistenti (ancor più oggi con l'autostrada Altare-Savona a una sola corsia senza corsia di emergenza e una Sp29 drammaticamente presa d’assalto dai mezzi pesanti, visto il fermo delle Funivie da oltre 4 anni)".

Val Bormida che, ricordano inoltre dalla Cgil, "ha la percentuale di attività produttive più alta di tutta la Provincia, con moltissimi lavoratori e lavoratrici che lavorano a ciclo continuo h24" e che, "grazie alle scelte scellerate della Regione Liguria, è sprovvista di un punto di primo intervento che copra h24, perché attualmente è aperto solo dalle ore 08:00 alle 20:00 e quindi non garantisce la copertura notturna fondamentale per migliaia di cittadini e lavoratori".

"Ma c'è di più, molto di più - proseguono -, il dramma delle liste di attesa che continua a peggiorare; per una gastroscopia con impegnativa del medico urgente (quindi entro 60 giorni), il primo appuntamento è a ottobre 2024, dieci mesi di ritardo; per una visita oculistica non ci sono calendari in tutta l'Asl 2, per una colonscopia programmabile non ci sono calendari, per una risonanza programmabile non ci sono calendari".

"Tutto ciò accade in questi giorni in Liguria, in provincia di Savona, con cittadini che ormai esausti e disperati si recano nelle nostre sedi in tutta la provincia per denunciare ciò che accade ogni giorno sul territorio - aggiungono - Ma ci sono altri motivi di forte disagio per i cittadini savonesi, per esempio i tempi di attesa per le prestazioni diagnostiche: una visita oculistica può richiedere fino a 240 giorni di attesa, una dermatologica fino a 330 giorni, una TAC addome fino a 170 giorni, la risonanza magnetica in generale diventa una prestazione diagnostica accessibile con la prescrizione di tipo B da 2 fino ai 3 mesi; anche in questo caso non ci sono disponibilità per gli altri tipi di prescrizione e mancano addirittura le disponibilità e i 'calendari'".

"Altro che regresso e decrescita: la Regione continua a smantellare il sistema sanitario pubblico - attaccano segreteria Cgil con Spi e Fp - L'amministratore regionale dovrebbe chiedere scusa ai cittadini invece di continuare a mettere in campo errori su errori e non tenere conto delle proposte che sindacati, comitati e amministratori locali in questi anni hanno presentato. L'obiettivo dell'amministrazione regionale è chiaro a tutti ormai: 'spalancare le porte e le finestre ai privati', senza tra l'altro risolvere i problemi. Noi continueremo a difendere il sistema sanitario pubblico perché è l'unico che ha interesse solo a tenerci in salute attraverso la prevenzione, mentre i privati hanno interessi diversi e contrapposti. La Regione Liguria continua a prendere decisioni miopi che non determinano un miglioramento concreto dei servizi offerti ai cittadini e delle condizioni di lavoro del personale sanitario. Tant’è che mentre le strutture pubbliche hanno spazi inutilizzati per carenze di personale, si continua a destinare risorse pubbliche alla sanità privata, anziché potenziare il servizio sanitario e garantire il pieno accesso alle cure. Di questo passo, non si determinerà nessun cambio di marcia" concludono.

Redazione

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