Sono “dati ignobili di cui sono responsabili politica e imprenditori” quelli che in Liguria vedono la media di due morti al mese nei luoghi di lavoro, “una strage che ha responsabilità politiche precise”.
Lo afferma il segretario di Cgil Savona, Andrea Pasa, specificando come “basti pensare che nella nostra regione il numero degli ispettori è molto basso e che con le risorse a disposizione si riesce a controllare solo l’1 per cento delle aziende che risultano essere irregolari per oltre il 70%: il dato più alto del nord e della media nazionale”.
“È necessario rimettere al centro la tutela della salute e sicurezza di lavoratrici e lavoratori devono essere al centro di un'iniziativa legislativa non episodica ma organica e complessiva - continua -, così come chiediamo da tempo ai vari governi anche con proposte costruite dai livelli nazionali e territoriali, così come abbiamo fatto in provincia di Savona unitariamente attraverso il coordinamento della Prefettura locale nel tavolo territoriale con tutti i soggetti interessati, costruendo iniziative locali come ad esempio 'A Scuola di Formazione', un percorso di sensibilizzazione rivolto agli studenti degli istituti tecnici e professionali di tutta la Provincia savonese, articolato in una serie di incontri informativi tenutisi fra ottobre e novembre, per consentire ai ragazzi di avvicinarsi per la prima volta al delicato tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, nella consapevolezza che la diffusione della cultura della sicurezza costituisca il primo fondamentale tassello per contrastare il drammatico fenomeno degli incidenti nei luoghi di lavoro”.
Ma questo ancora non basta secondo il segretario savonese del sindacato: “Servono più risorse, più personale, più formazione e lavoro meno precario: a Savona oltre il 90% dei nuovi contratti di lavoro è precario”. E così, “se da un lato è evidente la correlazione tra un precariato sempre più spinto e l’aumento degli infortuni, dall’altro si ha la sensazione che i tagli dei costi in molti casi abbiano ridotto l’attenzione alla sicurezza” aggiunge Pasa.
“Perché la situazione è devastante - prosegue - con più di un milione di infortuni e 1.300 morti in media ogni anno, il triste consuntivo di una situazione insostenibile, che si sommano all'insorgenza di sempre più numerose patologie, consuete e nuove, che interessano donne e uomini per via della loro attività lavorativa. In Provincia di Savona la situazione è drammatica visto che dall'1 gennaio 2012 ad oggi sono oltre 50mila le denunce di infortunio sul lavoro e 77 i morti (di cui 4 nel 2023)”.
“Occorre inoltre considerare - specifica Pasa - come alcuni settori risultino più esposti di altri ai rischi da infortunio (appalti, sub appalti in primis). Solo per fare alcuni esempi, basti pensare a come l’introduzione di recenti normative che incentivano le ristrutturazioni edilizie stiano dando luogo a un proliferare di lavori edili non sempre assistiti dalle prescritte cautele, come la graduale ripresa delle attività agricole riproponga il tema della sicurezza soprattutto nella piana di Albenga”.
“Per tale ragione è necessario sostenere a tutti i livelli il potenziamento del sistema della prevenzione affinché venga assicurato un più puntuale controllo dei cantieri e dei luoghi di lavoro più a rischio infortuni e, pertanto, un piano straordinario di assunzioni nel pubblico impiego distribuito tra dipendenti Asl, Inail e Ispettorato del Laovoro. Non bastano le norme e i protocolli, bensì servono azioni concrete da parte delle istituzioni e delle imprese” conclude il segretario savonese di Cgil.