Attualità - 23 novembre 2023, 12:23

Il 24 novembre sciopero contro la manovra di bilancio, Cgil Savona: "Serve un’altra politica economica, sociale e contrattuale"

La manifestazione regionale si terrà a Genova

Il 24 novembre sciopero contro la manovra di bilancio, Cgil Savona: "Serve un’altra politica economica, sociale e contrattuale"

Dopo lo sciopero e la manifestazione di del 17 novembre scorso, venerdì 24 novembre si terrà per l’intera giornata lo sciopero nazionale proclamato da Cgil e Uil contro la legge di bilancio e a sostegno di un’altra politica economica, sociale e contrattuale.

La manifestazione regionale si terrà a Genova con appuntamento alle ore 9.00 presso la Stazione Marittima da dove partirà il corteo che si concluderà con il comizio di Maurizio Calà-segretario generale Cgil Liguria e Vera Buonomo, segretaria nazionale Uil.

"A scioperare per l’intera giornata saranno le lavoratrici e i lavoratori di tutti i settori privati; tra le motivazioni alla base della protesta i temi nazionali legati alla manovra del Governo e le conseguenze che i tagli avranno sulla Liguria", spiegano dalla Cgil Savona. 

"Tra i primi punti oltre la questione salariale, l’emergenza sanità: la manovra non aggiunge risorse, le taglia. Con la manovra il Governo metterà un tetto alle assunzioni nel pubblico impiego mentre nessun limite è posto per le risorse che destinerà alla sanità privata. Con i tre miliardi promessi non si coprirà nemmeno l’inflazione. Una parte di questi andranno a coprire il rinnovo dei contratti in sanità e solo una piccola parte sarà destinata alle liste d’attesa". 

"Tutto questo avrà ripercussioni anche in Liguria dove invece serve un piano straordinario di assunzioni di medici, infermieri, operatori socio sanitari e personale e dove servono risposte urgenti per risolvere il problema delle liste di attesa e del ripristino dei servizi e delle attività fondamentali per il territorio savonese ; Punto Nascita H24 di Cairo Montenotte e Albenga , il Punto Nascita di Pietra Ligure , oltre che il potenziamento della rete socio sanitaria territoriale , inoltre si tagliano soldi ai Comuni e, quindi, ai servizi sociali e si sottraggono risorse per 350 milioni per la disabilità", proseguono dal sindacato. 

"Nel frattempo si continua con condoni per i soliti noti, non si tassano gli extraprofitti, non si mettono risorse per aumentare gli sgravi fiscali a lavoratori e pensionati, nulla viene previsto per il rinnovo dei contratti pubblici e recuperare, almeno, l’inflazione reale. Sul tema della previdenza l’esecutivo, dopo gli slogan e le promesse elettorali di eliminare la legge Fornero, ha ulteriormente peggiorato quota 103, Opzione donna ed Ape sociale e aperto di nuovo all’aspettativa di vita causando l’aumento a oltre 70 anni di età per andare in pensione. Sulle pensioni già in essere per il 2024 sono stati confermati i tagli nell’indicizzazione (l’adeguamento all’inflazione, unico strumento in grado di garantire, almeno in parte, la tenuta del potere d’acquisto della pensione) già attuati nel 2023: nei due anni tutto ciò sta portando alla perdita di centinaia di euro non, come si vorrebbe far credere, nelle “pensioni d’oro”, ma in quelle “normali” di ex lavoratori (impiegati, operai specializzati, infermieri, ecc.) che dopo una vita di lavoro e di contributi regolarmente versati, si vedono nuovamente negare un diritto ed erose le loro pensioni". 

"Intanto, a Roma si fanno i condoni ai soliti noti e non si tassano gli extraprofitti, non si mettono risorse per aumentare gli sgravi fiscali a lavoratori e pensionati e nulla è presente per il rinnovo dei contratti pubblici per recuperare, almeno, l’inflazione reale. Sulle pensioni, dopo le promesse elettorali, l’esecutivo è riuscito a peggiorare la legge Fornero, cancellando opzione donne , peggiorando quota 103 e aprendo nuovamente all’aspettativa di vita causando l’aumento a oltre 70 anni di età per andare in pensione". 

"Su sicurezza e salute sul lavoro non ci sono investimenti: non sono previste assunzioni di ispettori e non sono potenziati gli organici degli enti preposti come Inps o Inail. La Liguria è fortemente toccata da questa tragedia continua: la nostra regione, infatti, è l’unica del nord ovest dove aumentano gli infortuni mortali sul lavoro: tra gennaio e settembre 2023 sono state 17 le vittime contro le 11 dello stesso periodo dell’anno precedente con una media di quasi 2 morti al mese e una variazione del +54,5%. In Provincia di Savona negli ultimi 10 anni sono morti oltre 70 lavoratrici e lavoratori – il dato peggiore di qualsiasi altra Provincia del nord ovest del Paese in % al numero di abitanti". 

"Anche rispetto alle politiche industriali la manovra è fortemente carente: il Governo stanzia una “mancia” di 190 milioni per i contratti di sviluppo e ben 780 milioni per la progettazione del Ponte sullo Stretto, per la realizzazione del quale servono ben 15 miliardi di euro ad oggi totalmente mancanti. Serve una nuova strategia che affronti le crisi vecchie e nuove, puntando sulla transizione energetica, occorre riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo". 

"Sanac, Funivie e  Piaggio, sono solo alcune delle industrie di respiro nazionale che attendono risposte serie e concrete dal Governo senza le quali non solo si penalizza l’occupazione, ma il Paese rischia di essere tagliato completamente fuori dalle principali filiere produttive e infrastrutturali del paese - concludono dalla Cgil Savona - Mentre il Ministro Salvini parla di Ponte sullo Stretto, lo stesso Ministro è incapace di risolvere la situazione delle Funivie che in questi giorni “celebrano i 4 anni di fermo“, e si sta dimostrando incapace e inefficace insieme al Presidente di Regione Giovanni Toti nel fare  ripartire i cantieri dell’Aurelia Bis, il Completamento della procedura per la realizzazione del casello di Bossarino (a Vado Ligure); il Collegamento A6-A26 (cosiddetta bretella Carcare - Predosa); e il potenziamento ferroviario nelle direttrici Savona – Torino e Savona – Alessandria". 

Cgil e Uil chiedono al Governo e alle Istituzioni territoriali di assumere provvedimenti, a partire da quelli in materia di lavoro (salari, contratti, precarietà) e di politiche industriali, sicurezza sul lavoro, fisco, previdenza e rivalutazione delle pensioni, istruzione e sanità, necessari a ridurre le diseguaglianze e a rilanciare la crescita.

Comunicato stampa

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